“Tempo curvo a Krems” di Claudio Magris

“Tempo curvo a Krems” di Claudio Magris

Garzanti, Collana La Biblioteca della Spiga

Pagine 96 – euro 15

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“Sempre vuol dire vivere o morire? Il vetro della clessidra si accende e si colora nella luce che lo attraversa, una luce dorata rugginosa quando la clessidra è colma di sabbia e giallorosa pallido quando si svuota”.

I cinque protagonisti di questi racconti si ritrovano tutti a fare i conti con un tempo che sembra non avere inizio né fine, corrente di un fiume che conduce alla foce e alla sorgente. Il ricco e ormai vecchio industriale che inscena una beffarda ritirata dalla vita; il maestro di musica che dopo tanti anni rivede il proprio allievo in un incontro di ambigua ed elusiva crudeltà; il viaggiatore che, nella piccola e assopita cittadina di Krems, mosso da una coincidenza apparentemente insignificante, scopre il non tempo della vita e dell’amore in cui tutto è presente e simultaneo; il vecchio scrittore ospite d’onore di un premio che misura la propria estraneità al mondo e ai riti della letteratura; e infine il sopravvissuto della Grande Guerra e della grande stagione culturale della Trieste absburgica e irredentista che osserva le riprese di un film dedicato a una vicenda della sua giovinezza e di quella dei suoi amici stentando a riconoscere sé stesso e i propri compagni nei gesti e nelle battute degli attori che li interpretano. Ironicamente crudeli, malinconicamente sobri, i cinque personaggi sembrano a poco a poco attutire l’intensità delle loro esistenze, sfumando la distinzione tra finzione e realtà, con la consapevolezza che anche “le pagine invecchiano come le cose vive: fanno orecchie d’asino, si sgualciscono, avvizziscono. Come la mia pelle”.

L’autore: Claudio Magris

Germanista e critico, nasce a Trieste il 10 aprile 1939. Finissimo letterato, di vastissima e straordinaria cultura, è uno dei più profondi saggisti contemporanei, capace come pochi di scandagliare non solo il patrimonio della letteratura mitteleuropea ma anche di ritrovare le ragioni profonde sedimentate dietro ogni libro con cui viene a contatto. Magris è indubbiamente uno dei letterati di più grande umanità e sensibilità, come testimoniato periodicamente anche dai suoi sempre acuti interventi sul Corriere della Sera. È Trieste il nucleo fondamentale da cui ha origine buona parte dell’eccezionalità dell’uomo Magris. Città multiculturale, mitteleuropea, densa di stimoli e crocevia di molte delle più importanti esperienze artistiche del Novecento, la città giuliana vive di contraddizioni e come tali sono state recepite e condensate dal Magris letterato.

Magris non è solo un insigne studioso, infatti, ma è anche un letterato a tutto campo, un intellettuale che ha scritto numerosissimi libri. Traduttore di Ibsen, Kleist e Schnitzler, ha pubblicato diversi saggi; come narratore, ha esordito in letteratura nell’84 con “Illazioni su una sciabola”, imponendosi come uno degli autori italiani più originali ed apprezzati all’estero. Sempre in quell’anno uscì “Giuseppe Wulz” (scritto con Italo Zannier), e l’anno successivo “Quale totalità”. Nel 1986 Magris dà alle stampe il libro con il quale ancora oggi è riconosciuto: “Danubio” (da cui nel 1997 Giorgio Pressburger ha ideato uno spettacolo teatrale, presentato in prima mondiale al Mittelfest). Si tratta di un romanzo-saggio dalle tonalità diaristiche, tendenti a esplorare la dimensione di struggimento derivato dall’incombente senso di nichilismo che grava sull’Europa, con le sue implicazioni, le sue conseguenze e i suoi retroscena. Senatore della Repubblica nella XII Legislatura (1994-1996) è anche Titulaire de la Chaire Européenne du Collège de France. È socio di varie Accademie italiane e straniere ed è stato insignito di svariati premi.

 

redazione grey-panthers:
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