CD ed altre musiche di settembre, di Ferruccio Nuzzo

Luglio e agosto sono certamente i mesi meno propizi alle nuove fioriture discografiche, che, evidentemente, preferiscono attendere ascolti meno soffocati dalle calure estive o distratti dalle frivolezze delle vacanze.

È il momento, quindi, di dare un’occhiata retrospettiva ai cd che mi sono arrivati con qualche ritardo o a quelli che, per una ragione o un’altra, non hanno trovato posto nelle mie cronache di primavera. Come il luminoso primo volume dei Concerts à deux violes esgales del Monsieur de Sainte Colombe che Paolo Biordi – già ammiravole nelle Lessons for solo Lyra viol  di Alfonso Ferrabosco – e Francesco Tomei hanno registrato per Dynamic.

Quasi nulla si conosce della vita di Jean de Sainte Colombe, se non che agli apparteneva alla piccola aristocrazia del Sud-ovest della Francia (forse di Pau, ai piedi dei Pirenei), che non fu musicista di Corte ma che, dilettante illuminato, dava concerti nella sua dimora – sovente in trio, con le sue due figlie – e che fu maestro di gambisti poi divenuti famosi (basti citare Pierre Méliton e Marin Marais). E sui suoi avventurosi rapporti con quest’ultimo – il genio della viola da gamba francese – Pascal Quignard ha scritto un affascinante romanzo – Tous les matins du monde – da cui Alain Corneau ha tratto il bellissimo ed omonimo film (nella foto).

In questi Concerts à deux violes esgales, partiture scoperte dal grande pianista Alfred Cortot e trovate tra le sue carte soltanto qualche hanno dopo la sua morte, in una forma inabituale, le due viole dialogano tra di loro con eguale importanza. Paolo Biordi e Francesco Tomei ne danno una lettura intensa e profonda, mai appesantita da quella solennità che potrebbe spegnerne l’eleganza. Una visione filosofica di un mondo solitario nel quale le asserzioni sono sempre velate dal dubbio.

Monsieur de Sainte Colombe    

Concerts à deux violes esgales (vol.1) – Paolo Biordi, Francesco Tomei: viole da gamba – Dynamic (65’02)


Le Grand Ballet    

Marin Marais – Ronald Martin Alonso, Ensemble Vedado – Paraty (62’55)

Dopo il Maestro, l’allievo. Marin Marais ed il suo Volume III delle Pièces de Viole nel quale il geniale compositore, probabilmente per accontentare i suoi eventuali clienti, ha aggiunto qualche brano di più facile esecuzione e di altri autori dell’epoca, ad inframmezzare tre delle sue Suites.

Se sulla copertina Ronald Martin è librato nell’aria con il suo strumento in quello che potrebbe essere un entrechat, anche nella registrazione egli mette in evidenza e moltiplica gli effetti spettacolari, mai esagerando tuttavia, dei brani come La Guitare (La Chitarra), il Double de l’Allemande della Suite in Do maggiore, o la Suite en la mineur che conclude il programma di questo singolare cd, alternando le atmosfere di sogno del Prélude iniziale – che potrete ascoltare nella video qui di seguito – al frenetico Grand Ballet finale che dà il titolo al cd. L’Ensemble Vedado è intenso ed appassionato complice dell’impresa. 

Florentin Ginot    

Bach – Biber – Florentin Ginot: contrabbasso, Caroline Delume: tiorba e chitarra, Fanny Vincens: tastiere – NoMadMusic (56’)

Un cd a dir poco sorprendente. Poi, al di là della sorpresa, l’entusiasmo per quel che uno straordinario musicista – prima ancora che solista super-virtuoso – riesce a far «dire» al suo strumento. Florentin Ginot abbraccia il suo contrabbasso con appassionata confidenza, ne tempera gli ardori, lo guida, docile, attraverso le impervie difficoltà di composizioni ai vertici di una complessità che troppo spesso, nella tensione per dominarla, relega in secondo piano il sublime contenuto musicale: la Partita in re minore n.2, BWV1004 di Johann Sebastian Bach, le Sonate n.2 e 3 e la Passacaglia in sol minore di Heinrich Ignaz Franz Biber.

Non è soltanto una questione di tecnica, di virtuosismo, di agilità più o meno pachidermica. In capo a qualche minuto di ascolto si dimentica che a «raccontarci» queste musiche, che sono tra le più difficili del repertorio violinistico, è uno strumento, il contrabbasso, a cui di solito è affidato un ruolo – certamente importantissimo, fondamentale, ma non «narrativo» – di accompagnamento.

Ed è questo aspetto narrativo che sopratutto colpisce nelle interpretazioni di Florentin. E, non a caso, come direttore artistico di HowNow, egli è impegnato sopratutto nella creazione scenica ed nello sviluppo di forme artistiche innovanti nel campo della danza, del teatro e del circo contemporaneo. Recentemente egli ha suonato al Festival Milano Musica, negli spazi Pirelli Hangar Bicocca, per il progetto We are all lichens (Siamo tutti licheni) in duo con la soprano inglese Juliet Fraser, tra le sculture di Anselm Kiefer.

Gabriel Fauré   

Horizons II – Simon Zaoui, Pierre Fouchenneret, Raphaël Merlin, Marie Chilemme, Quatuor Strada – Aparté (152’)  

Tre cd che completano l’integrale della musica da camera di Gabriel Fauré iniziata 5 anni fa – sempre per Aparté – da Simon Zaoui, Pierre Fouchenneret et Raphaël Merlin con due ammirevoli cd dedicati alle Sonate per violino e violoncello, al Trio con pianoforte, ad alcune altre brevi composizioni cameristiche ed a L’Horizon chimérique, op. 118, (con il tenore David Lefort).

In compagnia della violista Marie Chilemme per i due Quartetti con pianoforte, e dei membri del Quartetto Strada per i Quintetti ed il Quartetto per archi, i tre amici propongono la loro visione, lungamente maturata, sensibile ed intensa, di queste composizioni che, lungi dalle tendenze ancora disperse di un XX secolo nascente, testimoniano della singolarità del linguaggio di Gabriel Fauré, in un incessante oscillare tra passato ed avvenire. Particolarmente il Trio ed il Quartetto per archi, marcati dalla sordità che affligge Fauré ed alla quale, molto probabilmente si deve attribuire la grande austerità della sua musica di quel periodo che diviene quasi ascetica, immateriale.

Fauré ha atteso il crepuscolo della sua vita per comporre uno (ed un solo …) Quartetto per archi. Alle moglie aveva confidato: «È un genere che Beethoven ha illustrato così gloriosamente, che tutti quelli che non sono Beethoven ne sono terrorizzati … allora puoi immaginare come mi sento io … non ne ho parlato a nessuno».

 

Secrets de cor   

Christophe Sturzenegger: corno, Julie Fortier: pianoforte – Klarthe (74’)

Un cd per sedurre gli appassionati del corno e per creare nuovi adepti di questo affascinante strumento e del suo ricco e variato repertorio, che va dai 4 (o 5 ?) Concerti di Mozart al Trio di Brahms ed al Concerto di Richard Strauss. Christophe Sturzenegger, accompagnato dalla moglie Julie Fortier al pianoforte, propone un programma variato e, sopratutto, ricco di sorprese, che includono altresì alcuni poemi – come Blow, Bugle, Blow di Lord Tennyson, per esempio, o il celebre (almeno in Francia) Le Cor di Alfred de Vigny (letto dallo stesso solista) -, brani per l’alphorn e Arlington, breve estratto dalla colonna sonora del film JFK di Olivier Stone.

Christophe è un virtuoso spettacolare, e non si fa pregare per esibire i suoi talenti, a cominciare dai vertiginosi 17 Etudes de Concert, n.10, dalla V Sinfonia di Beethoven di Franz Strauss in apertura di un programma patchwork, che comprende, inoltre, tre sue composizioni originali ed altrettante del padre Kurt, celebre trombonista. Musiche mai registrate nelle quali lo strumento esibisce tutte le sue sonorità eroiche e fiere, ma anche tenere, appassionate, quasi confidenziali.

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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