Chi mangia fibra difende il cuore e vive più a lungo

Si sente spesso parlare del ruolo benefico della fibra, ma tutta la fibra è ugualmente protettiva? E ancora: se, come sembra, la fibra è un’alleata della longevità, nei confronti di quali particolari malattie esercita il suo ruolo protettivo? Uno studio recentemente pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition ha cercato di rispondere a queste domande. I ricercatori hanno utilizzato i dati relativi a più di 450 mila adulti (età media 51 anni) seguiti per circa 13 anni nell’ambito dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) condotto in 10 Paesi europei. Mettendo a confronto i partecipanti che assumevano le quantità maggiori di fibra alimentare (almeno 28,5 grammi al giorno) con quelli che, invece, ne assumevano di meno (non più di 16,4 grammi al giorno), i ricercatori hanno osservato che, nei primi, il rischio di mortalità per tutte le cause era del 24% inferiore rispetto agli altri. In particolare, il rischio si riduceva di circa il 10% per ogni 10 grammi di fibra in più al giorno.

GLI STUDI – Esaminando separatamente le varie malattie, il consumo totale di fibra è risultato inversamente associato con il rischio di mortalità per malattie circolatorie, dell’apparato digerente e per quelle infiammatorie non cardiovascolari e non neoplastiche. Analizzando le fonti di fibra si è anche osservato che quella proveniente dai cereali integrali e dalla verdura sembrava essere la più protettiva. Che la fibra dei cereali possa risultare particolarmente benefica lo suggerisce anche una revisione appena pubblicata on line da Current Atherosclerosis Report. Ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston, dopo aver analizzato gli studi su fibra alimentare e salute cardiovascolare, concludono che proprio la fibra dei cereali sembra essere la più fortemente associata con la riduzione del rischio cardiovascolare. «È ormai accertato che le fibre in genere esercitano un’azione benefica, – commenta Marina Carcea, Primo tecnologo del Centro Ricerche in Agricoltura – ma l’origine della fibra può essere importante. Nel caso dei cereali integrali, in particolare, alla fibra si abbinano i cosiddetti ” co-passengers “, “compagni di viaggio”, cioè diverse sostanze definite bioattive – come i lignani, i polifenoli, gli acidi fenolici e gli antiossidanti – che possono a loro volta avere effetti positivi. Anche frutta, ortaggi e legumi, comunque, contengono fibre e sono utili per assumerne di più».

INDICAZIONI – Tornando ai cereali, quali le indicazioni pratiche? «È meglio privilegiare i prodotti integrali (pane, pasta, prodotti da forno), rispetto a quelli raffinati e dare la preferenza a quelli multi-cereali rispetto a quelli di solo frumento – risponde l’esperta -. Attenzione, però, nei casi in cui si vogliano controllare le calorie della dieta, al consumo di prodotti a base di cereali integrali che contengano anche molti zuccheri e grassi (barrette, prodotti dolciari etc.)». Ma quanta fibra assumere con gli alimenti? Un’autorevole indicazione viene dall’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) che individua in 25 grammi al giorno il valore di riferimento, ritenendolo adeguato per favorire una normale funzione intestinale nell’adulto. La stessa EFSA specifica che un consumo superiore può ridurre il rischio di malattia coronarica e di diabete di tipo 2, oltre che migliorare il mantenimento del peso corporeo.

di Carla Favaro

da www.corriere.it

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