LA CORTE COSTITUZIONALE SCEGLIE IL SUO NUOVO PRESIDENTE. Si pronuncerà anche sull’ammissibilità del quesito referendario sul nucleare.

Le aperture

La Repubblica: “”Governo, le condizioni di Bossi. Sì di Berlusconi o voto anticipato. Oggi vertice ad Arcore: di discute di rimpasto, fisco e ministeri al Nord. Referendum, domani il verdetto della Consulta”. Di spalla nuova tensione tra Israele e Paesi vicini: “Golan, Israele spara sui dimostranti al confine, venti morti e 300 feriti”. A centro pagina la vicenda del calcioscommesse: “Partite truccate, ora si indaga su Roma, Fiorentina e Genoa”. Spazio anche a uno dei calciatori coinvolti: “Doni: vogliono fregarmi, io non sono un venduto”.

Il Corriere della Sera: “‘Avanti fino al 2013’. La riforma fiscale si farà. Il piano di Berlusconi al vertice sulle sorti del governo. Oggi l’incontro tra premier, Bossi e Tremonti”. In prima pagina in evidenza anche una lettera del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che interviene sul tema della “assuefazione alle tragedie dei migranti”, spiega il quotidiano: “Una reazione morale contro l’indifferenza”, il titolo della lettera diretta a Claudio Magris. A centro pagina: “Così la camorra scommetteva. La Federcalcio: pene più dure a chi non collabora all’indagine. ‘I dirigenti dell’Atalanta sapevano'”. E poi: “Una telefonata: ‘Il Siena ha pagato per vincere'”.

La Stampa: “Pdl e Lega in pressing su Tremonti. Oggi il vertice, Bossi chiede di aprire ai centristi”. E poi:”Napolitano. reagire moralmente all’indifferenza verso i migranti”. Di spalla, con grande foto, gli scontri sul Golan: “Golan, fuoco israeliano sui palestinesi: è strage. Folla di dimostranti cerca di forzare il confine con la Siria. La tv di Damasco: 20 morti”. A centro pagina: “Batterio killer nei germogli di soia. Svolta nelle indagini in Germania: chiusa un’azienda in Bassa Sassonia. Le vittime salgono a 21”.

Il Sole 24 Ore apre su quello che definisce il “primo atto” della riforma fiscale. “I responsabili dei quattro tavoli tecnici sono in procinto di consegnare al ministro dell’Economia Tremonti i risultati delle ricognizioni svolte in questi mesi, che serviranno come base per le ipotesi di intervento sul sistema tributario”. Le risorse necessarie per finanziarie una possibvile riduzione dell’Irap arriverebbero da un aumento delle aliquote Iva e dal riordino delle agevolazioni esistenti, oltre che da una maggiore efficacia nella lotta all’evasione fiscale.

Il Giornale: “Referendum in vendita. Scarpe scontate, concerti gratuiti e perfino lezioni di ginnastica in omaggio per chi va alle urne. Per cercare di rovesciare Berlusconi la sinistra è pronta a tutto: perfino a ‘comprare’ voti”. In prima pagina anche spazio sul dibattito nel Pdl, con una intervista ad Ignazio La Russa (“Da vecchietto tifo il giovane Alfano”), e un articolo dal titolo: “Primarie, occhio al fattore Silvio”.

L’Unità apre con il numero di elettori necessario per raggiungere il quorum ai referendum: 25.332.487. “Mobilitazione per i referendum: nelle città, nelle spiagge, in rete”. E poi: “Fantasia contro disinformazione. Catene umane, flash mob, biciclette e tango, da Messina al Friuli. Il Pd lancia online l’appello di Bersani: convinci 4 amici per 4 sì”.

Referendum

Il Giornale spiega che oggi la Corte Costituzionale sceglierà il nuovo presidente, che sarà, con ogni probabilità, il giudice Alfonso Quaranta, definito “moderato” dal quotidiano. Domani la Consulta dovrebbe decidere sulla ammissibilità del quesito referendario sul nucleare, che il primo giugno scorso ha avuto il via libera della Cassazione. Il governo ha contestato la legittimità costituzionale della pronuncia della Suprema Corte perchè gli elettori sono chiamati a votare su un nuovo quesito rispetto a quello presentato, che abroga una legge che prevede “una possibilità solo futura di rientro nel nucleare”. Sul nuovo presidente il quotidiano sottolinea che farebbe saltare il criterio di anzianità che finora ha dettato la scelta della Corte Costituzionale. In base all’anzianità il primo della lista sarebbe stato infatti Paolo Maddalena, oggi vicepresidente, eletto dalla Corte dei Conti e “vicino al centrosinistra”, ma dopo gli attacchi di Berlusconi all’Alta Corte “è emersa l’esigenza di dare una risposta unitaria, con una presidenza di peso, prestigiosa, indipendente, e dalla prospettiva abbastanza lunga”. Per questo lo stesso Maddalena si è ritirato” e il candidato “ideale” è apparso Quaranta. “Anche se la stampa di sinistra ha cercato di presentarlo come allineato con la maggioranza, in questi anni ha sempre votato in base alle sue convinzioni, e non a valutazioni politiche”.
Scrive L’Unità in un articolo titolato “Consulta cambia arbitro e squadra, decisiva per Ruby e Referendum”: “Con il massimo rispetto per i supremi giudici, è innegabile che Maddalena e Finocchiaro (il secondo in lista per anzianità) siano considerati più di area di centrosinistra. Così come Quaranta sia più riferibile ad un’area di centrodestra. Il punto è che il Presidente eletto oggi avrà l’ultima parola in due o tre faccende decisive. La prima – e qui si resta basiti per il tempismo del caso – è domattina e riguarda l’ammissibilità del quesito referendario sul nucleare per cui, dopo varie vicissitudini, si andrà a votare domenica prossima”. “La scelta della Consulta sarà solo e soltanto tecnica, ma è innegabile che avrà una ricaduta politica fortissima”.

Il Governatore di centrodestra della Sardegna Cappellacci che – ricorda La Repubblica – è peraltro membro dell’ufficio di presidenza del Pdl, in una intervista al quotidiano conferma il suo no al nucleare. E a Berlusconi che considera i referendum inutili risponde: “Non tradisco la sua linea, perché il mio no al nucleare era contenuto nel programma elettorale del 2009. Inoltre, interpreto la volontà del 97 per cento dei sardi che il 15 maggio, nel referendum regionale, si è già dichiarato contrario”. Dice di essersi sentito al telefono con il premier recentemente (“rispetta la mia posizione, così come io quella altrui”). Il governatore Cappellacci conferma anche il no all’energia eolica e rilancia il suo progetto “Sardegna-anidride-carbonica-0”, che prevede lo sviluppo tecnologico dell’energia solare e del fotovoltaico.
Sullo stesso quotidiano in evidenza “l’allarme dei Verdi” convinti che il governo Berlusconi abbia comunque un vero e proprio piano B sulla localizzazione delle centrali: l’asse con i francesi di Edf per la costruzione delle centrali nucleari sarebbe sostituito da un accordo con gli Usa (Westinghouse-Ansaldo).
Il Corriere della Sera intervista l’ex-ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, esponente di Futuro e Libertà: trova inaccettabile che Fli non dia indicazioni di voto chiare sui referendum e, soprattutto, difende il decreto cui ha dato il nome, riguardante anche l’acqua, e che il referendum intende abrogare. Voterà quattro no: “mi preme ovviamente soprattutto quello sull’acqua. Ho lavorato per quella liberalizzazione dei servizi pubblici locali che la sinistra e gli opinionisiti reclamavano da decenni”. Sottolinea come sia una “menzogna” dire che l’acqua venga “privatizzata”: “si liberalizza solo il mercato, affidando la gestione delle reti idriche. E non c’è nulla di obbligatorio”. Ma si affida tutto ai privati? “Non è obbligatorio. Passiamo dal sistema in house, di affidamento alle municipalizzate, alla gara pubblica. Vince chi rispetta i parametri di efficienza. Se il pubblico garantisce qualità, può rimanere. Ma certo sono pochissimi i casi di efficienza pubblica”. Uscirà da Fli? “Prendo atto della linea di Fli e ne terrò conto per il futuro”.
Di fianco, stesso quotidiano, intervista al leader Idv Antonio Di Pietro. Una eventuale vittoria dei sì sarà la spallata a Berlusconi? “Vorrei de-dipietrizzare e de-berlusconizzare i referendum. Quei quesiti non trattano problemi politici, ma esistenziali”, “mi impegno a non usare la vittoria come una clava nei confronti del governo”. E poi: “L’Italia dei Valori è nato come movimento di protesta contro il modello berlusconiano, ma quel modello si è rivelato un’illusione. Così, parte “l’Idv 2″, per ricostruire l’alternativa riformista. Lascio a Grillo la protesta”. Alternativa riformista con chi? “Le elezioni amministrative hanno promosso l’alleanza Pd-Idv-Sel. Riunirei subito queste forze per scrivere 10 pagine di programma con le cose su cui siamo d’accordo”. E il Terzo Polo? “Nessuno steccato”.

Pdl

Su Il Foglio un editoriale dell’Elefantino si sofferma sui “nomi” che dovrebbero in futuro prendere il posto di Berlusconi. Alfano, “bravo”, “però lo voglio vedere fuori dallo schema di cooptazione”. Oggi invece è “una eco e un riflesso del Cav, ma se trovasse il coraggio potrebbe diventare un suo vero amico, uno che lo spinge sulla strada del cambiamento di registro”. Formigoni: “Ma che aspetta?”. Uno che governa da venti anni “ha il dovere di presentare un programma, una piattaforma e chiedere una verifica della leadership”. Alemanno: “Inutile congiurare, bisogna uscire subito allo scoperto”. E ancora Sacconi, Brunetta, Cicchitto, Gelmini, Brambilla, Meloni, Polverini, Mussolini, Santanché: “Muovetevi tutti per carità di Dio. Tremonti compreso, che ha solo la scusante di fare un mestiere molto delicato”. “Muovetevi: non vedete che la nebbiolina del tran tran si va di nuova spargendo nell’aria, che una successione di interviste, di riunioni, di soffiate ai giornali sta già sostituendo la necessità di un colpo di reni”.
Il Corriere intervista l’ex-ministro Paolo Cirino Pomicino sulla crisi del Pdl : dice che “c’è voglia di Dc” (dalle cui fila vengono tanto Alfano che Scajola), ma che “in un nuovo impegno politico dei cattolici, per Berlusconi non c’è posto”. “E’ già cominciato -per Pomicino- un processo di disgregazione” del Pdl (“mi dispiace solo per Angelino Alfano, che ha questo nuovo incarico di segretario”).
La Stampa intervista il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni: ritiene necessario “rafforzare l’azione di governo da qui al 2013, dando risposte ai nostri elettori, alle piccole imprese, alle partite Iva, su quelle riforme che si aspettavano e ancora non si sono viste”. Chiede “collegialità”, dice che andrebbe “benissimo” per lui se Berlusconi nominasse “uno, due, tre vicepremier”. E sulle primarie nel Pdl: “se resta in camo Berlusconi, le primarie per la leadership si possono evitare. Viceversa, sarebbero un buon metodo di selezione dei candidati a patto che vengano ben regolamentate. E in quel caso anche io mi candiderei”.

Esteri

Sul Corriere della Sera attenzione per l’uccisione di almeno 20 palestinesi, colpiti nel tentativo di varcare il confine tra Siria e Israele, sulle alture del Golan. La radio militare israeliana sabato sera aveva ribadito: “L’ordine è di tirare su chiunque tenti di attraversare il confine”. Ma ieri mattina, nel giorno della Naksa, ovvero la ricorrenza della guerra dei sei giorni del 1967 perduta dagli Stati arabi contro Israele, centinaia di palestinesi e di siriani sono arrivati alla frontiera Majdal Shams, che avevano già tentato di sfondare nel giorno della Nakba, il 15 maggio, l’esercito ed i cecchini hanno iniziato a sparare. Il quotidiano intervista uno dei maggiori esperti israeliani di Siria, Eyal Zisser, che dice: “E’ evidente che il regime di Damasco ha interesse a muovere queste masse per distogliere l’attenzione del mondo”.
Sullo stesso quotidiano segnaliamo un reportage firmato da Sergio Romano sull’Egitto post Mubarak: parla di una rivoluzione lasciata a metà e del rischio di una restaurazione gestita dall’asse esercito-Fratelli Musulmani. Caduto Mubarak, le forze laiche e democratiche sono rimaste schiacciate tra la giunta militare e il solo partito davvero organizzato.
Un’intervista di Tagesspiegel al presidente Obama viene riprodotta da La Repubblica, che così ne sintetizza il contenuto: “Vincerà la primavera araba, i dittatori saranno spazzati via”. Trattandosi di un media tedesco, in realtà gran parte dell’intervista è dedicata alla Germania, alla cancelliera Merkel che verrà premiata con l’onorificienza Medal of freedom, al ruolo della Germania nella politica globale e alla decisione di non prender parte all’azione in Libia (“noi apprezziamo il contributo tedesco alle operazioni Nato su tutti i fronti, dai Balcani all’Afghanistan, fino al Corno d’Africa e alla Libia”).
“Il Portogallo si affida alla destra”, titola La Stampa dando conto del crollo dei socialisti dell’ex-primo ministro Socrates, che ha lasciato la guida del Ps. Ai conservatori la maggioranza dei seggi: sarà Coelho il prossimo premier.
Un breve trafiletto sullo stesso quotidiano dà conto degli utlimi dati pervenuti dal Perù, dove si tenevano le elezioni presidenziali: è in testa l’ex militare nazionalista di sinistra Ollanta Humala, che sarebbe in vantaggio sulla figlia dell’ex-presidente Fujimori, Keiko.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)

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