Dopo Fukushima: l’UE avvia le prove di stress sulle centrali nucleari

In seguito all’incidente nucleare avvenuto a Fukushima l’11 marzo scorso, la Commissione Europea ha richiesto un riesame di tutte le centrali nucleari dell’UE, allo scopo di:

–          escludere la possibilità che un incidente analogo possa verificarsi in Europa.

–          informare adeguatamente i cittadini sullo stato di sicurezza degli impianti presenti sul proprio territorio nazionale.

Nel mese di giugno tutte le 143 centrali nucleari ubicate sul territorio dell’Unione europea saranno sottoposte a una valutazione secondo criteri validi a livello unionale. Si tratta di prove di ampia portata, poiché la Commissione ha chiesto che siano in grado di simulare sia i pericoli naturali, sia quelli derivanti dalle attività umane, quali gli effetti di un incidente aereo e di un attacco terroristico. Il Gruppo ad alto livello sulla sicurezza nucleare e la gestione dei rifiuti (ENSREG) ha convenuto i criteri applicabili e le modalità di svolgimento dei controlli.

Le prove di stress consistono in riesami dei margini di sicurezza di tali impianti nucleari.

 

Le centrali subiranno un processo di riesame articolato in tre fasi:

–          la valutazione preliminare eseguita dagli operatori delle centrali nucleari, volta a rispondere al questionario sulle prove di stress, di documenti, studi e piani a sostegno;

–          la relazione nazionale redatta dal regolatore nazionale che mira a verificare se le risposte degli operatori delle centrali nucleari sono credibili; e

–          la valutazione paritaria eseguita da gruppi multinazionali che riesaminano le relazioni nazionali. Questi gruppi sono composi da sette persone, un rappresentante della Commissione e sei membri scelti fra i 27 regolatori nazionali. I gruppi possono anche decidere dell’opportunità di effettuare controlli in loco.

 

Non solo Europa: la Commissione è inoltre in stretto contatto con i paesi extraeuropei, con i quali sta lavorando per una valutazione anche delle loro centrali nucleari: Svizzera, Federazione russa, Ucraina e Armenia.

(Fonte: Commissione Europea – Rappresentanza a Milano)

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