Da vedere in DVD: Foglie al vento di Aki Kaurismaki

Foglie al vento è un plateale tributo di Aki Kaurismaki al genio ispiratore che sottende dalla prima all’ultima inquadratura del film: Charlie Chaplin

Di minimalismo in minimalismo siamo arrivati alla bella favola cinematografica di un regista che, con l’avanzare dell’età, si affina e raffina sempre più. Fin quasi a quintessenziarsi. E cos’è la quintessenza del cinema di Kaurismaki? Ce lo dicono i numerosissimi ammiccamenti dallo schermo e dai cartelloni del cinema Ritz davanti o dentro al quale si svolgono alcune importanti scene a due tra i protagonisti di Foglie al vento, Ansa e Holappa, operai non proprio specializzati e, soprattutto, cuori solitari in cerca di anime gemelle.

Ma torniamo alle tracce filmiche: Pierrot le fou ossia, in italiano, Il bandito delle 11 (1965) di Jean-Luc Godard, Bande à parte (1964) dello stesso Godard, Il diario di un curato di campagna (1951) di Robert Bresson, Fat city (Città amara, 1972) di John Huston e The Dead Don’t Die, anomalo film sugli zombie girato nel 2019 dall’anomalo regista cult Jim Jarmusch con Adam Driver (riconoscibile in una scena), Bill Murray e Tilda Swinton correttamente riproposto in italiano come I morti non muoiono. E siamo solo ai riferimenti più espliciti prima dell’ultimo, plateale tributo al genio ispiratore che sottende queste Foglie al vento dalla prima all’ultima inquadratura: Charlie Chaplin. Non solo per il nome che Ansa dà al suo cane randagio, ma per quell’allontanarsi di spalle, verso il tramonto, di lui&lei finalmente ritrovati, finalmente insieme, finalmente felici (?), ma di quella felicità malinconica e precaria che caratterizza sempre le imprese del vagabondo con bombetta, bambù e baffetti a francobollo. Favola chapliniana che Kaurismaki imbandisce sontuosamente con un realismo delle immagini alla Edward Hopper e un’altrettanto sontuosa colonna sonora fatta di canzoni, melodie, karaoke e radiocronache che arricchiscono di significati ogni più minuto e insignificante dettaglio narrativo.

Perché la narrazione, in sé e per sé, è quanto di più semplice, banale, minimale si possa immaginare e portare sullo schermo. La precarietà del lavoro che è, in primo luogo, precarietà dell’esistenza, ma siamo lontani anni luce dagli apologhi sociali di un Kean Loach. Le scialbe esistenze di Ansa, di Holappa, dei loro colleghi e amici non certo più fortunati e inseriti di loro, non ci raccontano niente della società europea del Trezo Millennio. Ci dicono piuttosto della sempiterna ricerca di un qualcosa che non è di questo mondo. Ed è appunto in questa chiave che i due protagonisti frequentano il Ritz: la sala cinematografica come laico tempio di un rituale catartico quale solo la “settima arte” è capace di imbandire. Specialmente se l’officiante si chiama Aki Kaurismaki.

E allora perché vedere Foglie al vento?

Perché anche al cinema i classici non passano mai di moda.

Dettagli del film Foglie al vento

titolo orig. Kuolleet lehdet sceneggiatura Aki Kaurismaki cast Alma Pöysti (Ansa) Jussi Vatanen
(Holappa) Janne Hyytiainen (Huotari) Nuppo Kolvu (Liisa) Matti Onnismaa (capo ferramenta)
Simon al-Baazon (barista) genere commedia lingua orig. finlandese prod. Fin, Germ 2023 durata
81 min.

 

DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi

 

 

Egidio Zanzi:
Related Post