Da rivedere in DVD: “Dowton Abbey 2-Una nuova era” di Simon Curtis

tit. orig. Downton Abbey II: a New Era scen. Julian Fellowes cast Maggie Smith (Violet Crawley) Hugh Bonneville (Robert Crawley) Samantha Bond (Rosamund Painswick) Laura Carmichael (Edith Pelham) Jim Carter (Charles Carson) Raquel Cassidy (Phyllis Baxter) Brendan Coyle (John Bates) Hugh Dancy (Jack Barber) Michelle Dockery (Mary Talbot) Kevin Doyle (Joseph Molesley) Laura Haddock (Myrna Dalgleish) Dominic West (Guy Dexter) Imelda Staunton (Maud Bagshaw) Nathalie Baye (M.me de Montmirail) Jonathan Zaccai (marchese di Montmirail) genere commedia lingua orig. inglese prod. GB 2022 durata 125 min.

Non solo per gli inguaribili aficinados della fortunata serie tv. Se il primo Downton pensato, scritto e girato direttamente per il grande schermo lasciava alquanto a desiderare, questo secondo spin off offre persino qualche momento di sapido entusiasmo anche a chi ha sempre disertato le vicende dei piani alti e degli ammezzati della sontuosa dimora inglese dei conti di Grantham e del loro codazzo di devoti servitori. Motivo? Nel primo era messa in scena una tronfia, verbosa, pallosetta visita reale, qui invece il lampo di genio è mettere in scena una troupe cinematografica che gira nel castello un melodrammatico filmone muto. Sì, perché siamo nel 1928 e il cinema non ha ancora acquisito l’uso della parola, ma sta per farlo.

In apertura: Credit: Ben Blackall / © 2021 Focus Features, LLC

Con tutti i conseguenti sconquassi sulle sorti della troupe e dei loro altezzosi ospiti. Film nel film, dunque, ossia un espediente che funzione al cento per cento con gli inevitabili intrecci tra “realtà” e “finzione”. Nel frattempo un manipolo di nobilastri con relativi valletti si è spostato in Francia, Costa Azzurra, per un’inattesa eredità che scopre qualche lontano altarino di lady Violet. A sua volta ormai impegnata a mettere in scena la propria… uscita di scena con relativo passaggio di testimone a lady Mary. Insomma un bel paio d’ore di spensierata leggerezza con i vari intrecci calibrati e orchestrati con la precisione di un orologio svizzero che divertono gli occhi e anche un po’ lo spirito per quanto non ci si possa aspettare certo da prodotti di largo consumo eccessive elucubrazioni intellettuali. Bel film, ben congegnato, ottimamente interpretato, sontuosamente “scenografato” e “costumato” (nel senso di scenografia e costumi), divertente e spensierato. Perfetto per qualche afosa sera d’estate.

E allora perché vederlo?
Per passare due ore di arguto divertimento.

Credit: Ben Blackall / © 2021 Focus Features, LLC
Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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