Alabama Monroe – Una storia d’amore

regia: Felix Van Groeningen, cast: Veerle Baetens (Elise), Johan Heldenbergh (Didier), Nell Cattrysse (Maybelle) Geert Van Rampelberg (William), Nils De Caster (Jock), Robbie Cleiren (Jimmy), genere: drammatico, durata: 111′

 

 

 

 

 

 

 

 

Per mettere in chiaro i contenuti del film il sottotitolo andrebbe completato in questo modo: una storia d’amore e di morte. Morte che sconvolge l’amore alla radice e genera altra morte. Fisica e morale. Didier ed Elise si amano, vivono nella campagna attorno a Gand, in Belgio, e hanno una bambina. Lui fa il saldatore, lei gestisce un negozio di tatuaggi e insieme hanno una passione sfrenata per la musica bluegrass, variante del country americano. Storie di gente comune, volti normali, un vissuto molto reale in cui, proprio come in una tragedia greca, irrompe il Destino con le sue inappellabili sentenze.
L’America sognata e idealizzata attraverso la musica creata da Bill Monroe diventa il terreno di scontro su questioni etiche irrisolte come l’uso delle staminali in medicina, la sofferenza infantile e il perenne dissidio tra materialialismo e spiritualità. In una costruzione drammatica in cui il tempo è abolito per dare luogo a un costante fluire di sentimenti ed emozioni dove il “prima” e il “dopo” si misurano non sulle pagine del calendario, ma sui battiti del cuore. Film duro, ruvido fino all’asperità. Con momenti di grande tenerezza e una musica perfetta per accompagnare gli uni e gli altri. E due attori straordinari nei ruoli principali a riprova del fatto che non c’è bisogno di essere stelle di Hollywood per “bucare” lo schermo.

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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