Agosto, il cinema e tu: 3 DVD per riflettere sulle povertà altrui

3 DVD per chi rimane a casa, riflettendo sulle povertà altrui

All’Unione Europea di oggi si potrebbe tranquillamente applicare la formula che il conte Von Mettenich coniò per l’Italia prerisorgimentale: “Non è che un’espressione geografica”. Tanto diverse sono le realtà nazionali e il relativo livello di sviluppo. Specialmente nei paesi dell’Est. The lesson-Scuola di vita (di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, 2014, drammatico) è ambientato in una piccola città della Bulgaria, nella scuola di Nadezhda, un’insegnante di inglese che cerca di trasmettere ai propri studenti non solo nozioni, ma anche modelli di vita. Specialmente all’anonimo ladruncolo che lei vuole a tutti i costi smascherare. Peccato, però, che la donna non riesca ad applicare a se stessa gli stessi principi morali quando si trova ad affrontare problemi economici ed esistenziali piuttosto gravi. Rendendosi conto che il confine tra giusto e sbagliato non è poi così preciso come pensava.

Al degrado morale e materiale non è immune neppure il progredito e avanzato Ovest continentale. Ce lo dimostra Ken Loach nel suo ultimo film Io, Daniel Blake (2016, drammatico) ambientato nella ricca Inghilterra. Il personaggio del titolo è un disoccupato senior alle prese con una burocrazia negligente e arrogante che sembra fare di tutto per emarginarlo ancora di più dal contesto sociale. A condividere la sua stessa sorte c’è poi una ragazza madre a sua volta priva di supporti adeguati. Storie fatte più di silenzi che di parole, autentiche proprio perché calate nel concreto di situazioni che accomunano ormai troppe persone in tanti paesi avanzati.

Per tornare da dove siamo partiti, nemmeno a varcare di nuovo l’oceano Atlantico la musica cambia di molto in fatto di nuove povertà. Lo dimostra Manchester by the sea (di Kenneth Lonergan, 2016, drammatico) con la storia di Lee Chandler, un tipo poco socievole, ruvido e anche un po’ antipatico che si trova a fare i conti con un nipote minorenne di cui diventa tutore suo malgrado. Nella cittadina da cui se ne è andato anni prima per sfuggire a un rimorso insanabile. Bella storia ben raccontata dove la progressione drammatica va di pari passo con la messa in scena di piccole e grandi miserie quotidiane che non risparmiano nessuno.

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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