25 idee scientifiche per vivere con gioia

“Prove di felicità di Eliana Liotta

La Nave di Teseo – I Fari

Pag. 250 – euro 15,30

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Si può cominciare così. A piccole dosi. Con una personale playlist. Per esempio sorridendo di più. Evitando la solitudine. Tagliando le cose inutili. Facendo del bene. Dormendo il giusto. Mangiando sano. Ascoltando buona musica. Prendendosi del tempo. Centellinando uno dopo l’altro i 25 suggerimenti di Eliana Liotta, vidimati dalla scienza medica dell’ospedale San Raffaele. Cercando ogni volta le ragioni che rendono la vita un piacere e non un dispiacere. Ripensando alle parole di un grande imperatore come Marco Aurelio, che la mattina quando si svegliava considerava un privilegio “essere vivo, respirare, pensare, provare gioia, amare” e a sua insaputa mobilitava la chimica dei sentimenti fatta di endorfine, ossitocina, triptofano, serotonina… Noi non siamo al suo livello. Non abbiamo imperi, né eserciti, né tesori. Ma anche noi, al pari dell’imperatore, abbiamo il dono gratuito di un corpo che fornisce la materia prima per indirizzare il nostro umore verso il meglio della vita. È importante saperlo. È utile riconoscerlo. Perché anche noi, dopo tutto, abbiamo lo stesso diritto: meritiamo di essere felici.

Un traguardo alla portata di tutti

C’è un sentimento di giustizia e di equità distributiva nell’inventario che Eliana Liotta ha trasformato in un avvincente viaggio nelle emozioni umane. Questo: la felicità non è una meta esclusiva per un’élite privilegiata, è un traguardo raggiungibile e alla portata di tutti. “Prove di felicità”, il nuovo libro dell’autrice di “La dieta smartfoode L’età non è uguale per tutti” è un invito a vivere con gioia il proprio tempo, combinando altruismo e ideali (fare bene aiuta a stare bene) con il cibo della salute e l’evidenza scientifica. Attraverso le azioni e gli stili di vita si può costruire un’esistenza sana, appagante, resiliente e umana coltivando l’ottimismo invece del pessimismo, come suggeriscono le ultime ricerche. Sensazioni e momenti che fino a poco tempo fa sfuggivano a un metodo scientifico rigoroso oggi hanno corrispondenze certe sul nostro benessere, possono alterare nel bene o nel male una giornata o un’esistenza.
Più felici, cioé più sani
“È la prima volta in Europa che un’istituzione medica e un’università collaborano a un libro che parla di felicità, un ingrediente della vita difficile da definire e quantificare”, spiega Eliana Liotta. Il risultato è che alla fine delle 280 pagine ricche di rimandi filosofici, letterari e scientifici ci si sente incoraggiati: il piacere di un incontro, un abbraccio liberatorio, una buona rete sociale, un viaggio alla ricerca dell’arte e della bellezza, un grande amore alimentano una chimica positiva che fa bene a corpo e cervello. Mentre solitudine, egoismi e cattivismi determinano un indebolimento delle difese immunitarie, con aumento dei fenomeni infiammatori e danni all’apparato cardiovascolare: insomma, un disastro.

Biochimica personale

Meglio essere felici. Meglio contrapporre l’ottimismo al pessimismo, che poi è una ricetta antica di cui oggi c’è grande bisogno. Liotta aiuta a cercare una felicità intima, personale, senza paura di perdersi: può essere in un gesto, in uno sguardo, in un attimo fuggente. C’è sempre qualcosa che può dare un senso positivo alla vita e trasmettere ai neuroni l’input che ci fa stare meglio. Oggi la neuroscienza ci dice che i comportamenti sociali tracciano solchi profondissimi nel cervello: uscire fuori casa e vedere gli amici, abbracciare i genitori anziani, dire grazie e amare una persona cara, si traducono in impulsi che rafforzano le nostre difese. Sembra strano che uno stato d’animo abbia radici biochimiche. Ma è così. Ogni ricordo e ogni azione hanno un corrispettivo nell’encefalo, collimano con intrecci di segnali tra le cellule nervose. Lo stesso si può dire per alcuni cibi. C’è una felicità a tavola che smuove le endorfine, potenti bodyguard del benessere. I carciofi aiutano in qualche modo a costruire la dopamina, molecola dell’euforia. Nel cioccolato fondente ci sono antiossidanti che favoriscono la memoria e portano benefici al cuore, alle arterie e all’umore. Il junk food invece spinge alla depressione, forse alla gastrite, certamente a qualche disfunzione epatica. La gioia, ci ricorda l’autrice, può traballare se calano i livelli di ferro nel sangue: ma si può chiedere aiuto agli alimenti giusti.

Scelta consapevole

Resta una domanda, che poi è quella più insidiosa: come far diventare stabile una felicità, afferrata, conquistata e appena raggiunta, quando basta un niente per rimettere tutto in discussione e affondare di nuovo nelle inquietudini e nei contrappassi della vita? Eliana Liotta lancia un salvagente: la felicità, sostiene, non è una carriera o un obbligo, non si raggiunge timbrando un cartellino, né attraverso un disciplinare new age con i consigli scolpiti dai wellness coach, quelli che hanno la pretesa di azzerare la dimensione del pensiero doloroso. “La felicità è un dono che richiede una scelta: va desiderata”. E il più delle volte, aggiunge il direttore scientifico del San Raffaele, Gianvito Martino, è influenzata dai nostri comportamenti. Come insegna “Invictus”, poesia cara a Nelson Mandela: “Sono io il padrone del mio destino, il capitano della mia anima”.

 

Fonte “Corriere della Sera”

redazione grey-panthers:
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