In diretta dal Ministero della Salute e dal Governo (Coronavirus, oggi 31/3)

Ultimissime del 31 marzo

Mascherine: quali caratteristiche per essere efficaci? ( norme tecniche per la produzione)

Mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente, in quanto limitano la trasmissione di agenti infettivi e ricadono nell’ambito dei dispositivi medici di cui al D.Lgs. 24 febbraio 1997, n.46 e s.m.i.. Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e in luoghi ove si presti assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, ambulatori).

Le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono essere prodotte nel rispetto della norma tecnica UNI EN 14683:2019 (scaricabile gratuitamente dal sito https://www.uni.com), che prevede caratteristiche e metodi di prova, indicando i requisiti di:

  • resistenza a schizzi liquidi
  • traspirabilità
  • efficienza di filtrazione batterica
  • pulizia da microbi.

La norma tecnica di riferimento UNI EN ISO 10993-1:2010 (scaricabile gratuitamente dal sito https://www.uni.com) ha carattere generale per i dispositivi medici e prevede valutazione e prove all’interno di un processo di gestione del rischio.

Mascherine FFP2 e FFP3

I facciali filtranti (mascherine FFP2 e FFP3) sono utilizzati in ambiente ospedaliero e assistenziale per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni (anche da trasmissione di infezioni da goccioline e aerosol), sono certificati ai sensi di quanto previsto dal D.lgs. n. 475/1992 e sulla base di norme tecniche armonizzate (UNI EN 149:2009, scaricabili gratuitamente dal sito https://www.uni.com).

La norma tecnica UNI EN 149:2009 specifica i requisiti minimi per le semimaschere filtranti antipolvere, utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie (denominati FPP2 e FPP3), ai fini di garantirne le caratteristiche di efficienza, traspirabilità, stabilità della struttura attraverso prove e test tecnici.

Altri tipi di mascherine

Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale; può essere prodotta ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto (a titolo meramente esemplificativo: che i materiali utilizzati non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute, non sono altamente infiammabili, ecc.). Per queste mascherine non è prevista alcuna valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INAIL.

Le mascherine in questione non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale in quanto non hanno i requisiti tecnici dei dispositivi medici e dei dispositivi di protezione individuale. Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Per il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale consulta il Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità COVID-19 n. 2/2020


Covid-19, raccomndazioni per le persone immunodepresse

Il ministero della Salute su iniziativa del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile ha emanato una circolare contenenti raccomandazioni rivolte alle persone immuno depresse nell’ambito dell’attuale situazione di emergenza determinata dalla diffusione del nuovo coronavirus. Le evidenze scientifiche indicano che i pazienti immunodepressi, come ad esempio le persone con immunodeficienze congenite o secondarie, le persone trapiantate, le persone affette da malattie autoimmuni in trattamento con farmaci ad azione immuno-soppressiva, così come le persone con malattie oncologiche o oncoematologiche,  sono particolarmente a rischio, sia per quanto riguarda la morbilità che la mortalità in caso d’infezione da virus respiratori, tra cui i coronavirus.

Di seguito una sintesi delle raccomandazioni di carattere generale

Per tutti i pazienti:

  • evitare la presenza-frequenza in luoghi affollati;
  • indossare la mascherina (di comune uso, quali quelle chirurgiche) fuori dal domicilio, in particolare quando si rendano necessarie visite in ospedale per visite, esami e/o trattamenti;
  • eseguire un’accurata e frequente igiene delle mani (si vedano anche le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul lavaggio delle mani);
  • evitare di toccarsi con le mani il viso, gli occhi, il naso e la bocca;
  •  evitare le visite al proprio domicilio da parte di familiari o amici con sintomi respiratori e/o provenienti da aree a rischio;
  • contattare il medico curante non appena compaiono sintomi riconducibili a infezioni delle vie respiratorie (febbre, tosse, rinite);
  • attivare, ogni qualvolta possibile, visite in telemedicina per evitare il più possibile, salvo necessità cliniche e/o terapeutiche, gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali;
  • non sospendere la terapia immunosoppressiva in atto, salvo diversa indicazione formulata da parte del medico curante;
  • monitorare i livelli sierici d’immunoglobuline e praticare terapia sostitutiva in caso di valori di lgG ridotti rispetto ai range di normalità;
  • attivare quanto più possibile procedure di smart working e di evitare assolutamente attività lavorative in ambienti affollati;
  • in caso di situazioni per le quali è, imprescindibilmente, necessario partecipare di persona a incontri di lavoro mantenere una distanza di almeno un metro (meglio due) dai colleghi, invitandoli a indossare una mascherina e a eseguire le corrette norme igieniche prima del contatto, compresa la sanificazione degli ambienti.

Per i pazienti immuno depressi con malattie neuro muscolari

La circolare sottolinea che ci sono evidenze recenti che documentano un potenziale neuro-invasivo del nuovo coronavirus che potrebbe peggiorare i sintomi preesistenti nelle persone immunodepresse con malattie neuro muscolari e tra le raccomandazioni indica:

  • alle strutture sanitarie di identificare e istituire percorsi e spazi (es. sale di attesa) dedicati e preordinare gli accessi attraverso contatto telefonico e prenotazioni;
  • a tutto il personale sanitario adibito alla cura di questi pazienti di indossare gli appositi dispositivi di protezione individuale (DPI) (es. mascherine chirurgiche o quelle specificamente indicate per procedure speciali).
  • di posticipare, laddove possibile e in accordo con gli specialisti del settore che hanno in carico il paziente, i controlli di follow-up
  • di considerare precocemente, per i pazienti sintomatici, l’utilizzo di farmaci antivirali in studio (es. lopinavir/ritonavir; remdesivir).

Ultimissime del 30 marzo

Covid-19, nota Ema su farmaci Fans: nessuna evidenza di correlazione tra Ibuprofene e peggioramento malattia

L’Agenzia europea del farmaco (EMA) in merito a notizie, soprattutto diffuse sui social media, secondo cui gli antinfiammatori non steroidei (FANS), come ad esempio l’Ibuprofene, potrebbero aggravare la malattia da COVID-19, ha recentemente pubblicato una comunicazione sui in cui specifica che attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’Ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. L’Agenzia comunica anche che sta monitorando attentamente la situazione e valuterà tutte le nuove informazioni che saranno disponibili su questo problema nel contesto della pandemia.

L’Ibuprofene è un antinfiammatorio non steroideo, ed è un farmaco antidolorifico e antipiretico (antifebbrile). A seconda della formulazione l’Ibuprofene orale è utilizzato negli adulti, nei bambini e nei neonati a partire dai tre mesi di età per il trattamento a breve termine di febbre e/o dolori quali mal di testa, dolori influenzali, dolori dentali e dismenorrea (dolori mestruali). L’Ibuprofene è prescritto anche per il trattamento dell’artrite e delle condizioni reumatiche.

L’EMA nella sua nota raccomanda che in caso di dubbi o incertezze sui farmaci, i pazienti si rivolgano al loro medico o farmacista e non interrompano la consueta terapia senza aver prima consultato un operatore sanitario e ricorda che i medicinali devono essere prescritti e utilizzati conformemente alla valutazione clinica, tenendo debitamente conto delle avvertenze e delle altre informazioni presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) e nel foglio illustrativo, nonché delle indicazioni fornite dall’OMS e dagli organismi nazionali e internazionali competenti.

Il ministero ricorda che i cittadini possono rivolgersi anche al numero gratuito 1500 dove medici e operatori forniscono tutti i giorni supporto e informazioni sull’emergenza nuovo coronavirus.


E inoltre:

https://youtu.be/N58XGwVOvBAnbsp;

 


Ultimissime del 29 marzo

Covid-19, raccomandazioni per i pazienti oncologici 

In base al tipo di patologia tumorale,alla condizione generale dei malati e alle cure a cui sono sottoposti, si può essere più o meno esposti all’infezione da coronavirus. Quelli particolarmente vulnerabili sono i pazienti con tumore del sangue, sottoposti a chemioterapia o a radioterapia intensiva, che ricevono trattamenti con anticorpi o altri trattamenti mirati come inibitori della protein-chinasi, o che hanno subito trapianti di midollo osseo o di cellule staminali negli ultimi sei mesi. In una nota gli IFO (Istituti Fisioterapici Ospitalieri), Regina Elena e San Gallicano di Roma, sottolineano, in accordo con l’Unione Internazionale per il Controllo del Cancro (UICC), come i pazienti fragili possono innanzitutto difendersi da questo nuovo nemico virale seguendo con la massima attenzione e rigore le regole di sicurezza sanitaria, dal distanziamento sociale all’igiene, “non solo per la propria sicurezza, ma anche per preservare i sistemi sanitari e offrire a tutti le migliori possibilità per superare le sfide imposte da questa pandemia.”

Oltre alle misure valide per tutta la popolazione, UICC e IFO raccomandano ai malati di tumore di:

  • consultare il proprio medico curante per indicazioni su come rispettare le visite mediche già stabilite per ricevere le terapie;
  • non avere più di un familiare che lo accompagni alla terapia;
  • evitare di prendere i mezzi pubblici. Quando si viaggia, prendere tutte le misure possibili per proteggere le mani, bocca, gli occhi e mantenere una distanza di sicurezza dagli altri;
  • ridurre al minimo il tempo trascorso in strutture ospedaliere, favorendo le consultazioni a distanza, per quanto possibile;
  • mantenere in salute il sistema immunitario: dormire a sufficienza (idealmente otto ore), se possibile fare esercizio fisico, mangiare sano, evitare lo stress e assicurarsi che altre potenziali condizioni mediche rischiose (diabete, pressione arteriosa) siano sotto controllo;
  • pianificare in anticipo, con gli operatori sanitari, la famiglia e gli amici, le azioni per fronteggiare le possibili esigenze di emergenza, assicurando che tutta la documentazione necessaria (trattamenti medici, prescrizioni, ecc…) siano prontamente disponibili;
  • distanziarsi anche dai membri della famiglia soprattutto se sviluppano sintomi febbrili e da raffreddamento: dormire in una stanza diversa e disinfettare le aree comuni della casa

Saperne di più per curare meglio- Covid-19, 134 mila iscritti al corso di Formazione a Distanza (FAD) “Emergenza sanitaria da nuovo coronavirus SARS CoV-2: preparazione e contrasto”, organizzato dalla Presidenza, dal Servizio Formazione e dal Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS

Sono poco meno di 134 mila gli iscritti tra i professionisti della sanità – ma il numero cresce di giorno in giorno – al corso di Formazione a Distanza (FAD) “Emergenza sanitaria da nuovo coronavirus SARS CoV-2: preparazione e contrasto”, organizzato dalla Presidenza, dal Servizio Formazione e dal Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, disponibile sulla piattaforma web dell’Istituto https://www.eduiss.it. Una FAD, avviata meno di un mese fa, il 28 febbraio, e accessibile fino al 28 aprile 2020 per un totale di 16 ore di formazione divise in tre unità di apprendimento (rispettivamente sulle caratteristiche dell’emergenza sanitaria e sulle relative attività nazionali e internazionali; sulla sorveglianza, l’individuazione e la gestione dei sospetti e dei casi; sulla prevenzione, l’identificazione e il controllo negli ambienti clinici e di comunità) attraverso la quale l’ISS, grazie al lavoro di oltre 50 esperti della materia, offre agli operatori sanitari indicazioni chiare, basate sulle evidenze scientifiche disponibili, per affrontare l’emergenza dovuta al nuovo coronavirus (SARS CoV-2).

Dei 134 mila iscritti (per l’esattezza 133.962), il 29% ha completato il corso, il 62% lo sta svolgendo e il restante 9% deve ancora cominciare. Per quanto riguarda la tipologia di impiego degli iscritti, la maggioranza (il 67%) appartiene alla categoria dei dipendenti del SSN, il 21% è libero professionista, il 9% non lavora, il 3% appartiene a strutture sanitarie convenzionate. Relativamente alla distribuzione per area professionale, predominano i professionisti dell’area infermieristica/ostetrica, seguiti da quelli dell’area riabilitativa, medico chirurgica, assistenziale.

Le dispense del corso e i relativi questionari sono stati inoltre spediti ai referenti di quelle categorie non accreditate alla FAD (operatori socio-sanitari (OSS), operatori e ausiliari socio-assistenziali, puericultrici, infermieri generici, volontari, personale degli Enti del terzo settore e altri) per un totale finora di 801 questionari compilati e 725 pacchetti formativi (dispense) scaricati. Il corso è stato anche invitato al CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) per la distribuzione ai Professori e agli studenti universitari.


Ultimissime del 28 marzo

Covid-19, 10 risposte pratiche ai dubbi degli over 65

Gli anziani sono attualmente la categoria di popolazione maggiormente colpita dal nuovo coronavirus. E’ particolarmente importante, quindi, che seguano tutte le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie per evitare di contrarre l’infezione, prima fra tutte quella di non uscire di casa se non per motivi di necessità. Il ministero al fine di dare risposte ai dubbi più frequenti delle persone anziane ha attivato nell’area dedicata alle Faq del sito istituzionale una sezione specifica per gli anziani in cui sono raggruppate risposte, e consigli semplici e concreti, alle domande più frequenti: da come fare  per ricevere i farmaci e/o la spesa a domicilio, a come e con cosa pulire pavimenti, tavoli, scrivanie e altre superfici  della casa, alle misure di igiene personale.

1. E’ vero che gli anziani sono i più colpiti dal nuovo coronavirus?

I dati statistici indicano che finora le persone over 65 si sono ammalate di più di quelle più giovani e che la sintomatologia è stata più grave. Questo probabilmente è dovuto al fatto che le persone anziane spesso convivono con più patologie contemporaneamente (ad esempio ipertensione, diabete, etc) e contrarre l’infezione da nuovo coronavirus può determinare in loro uno squilibrio generale che può portare a conseguenze più serie che nel resto della popolazione.

2. Ho bisogno di farmaci e non posso uscire: a chi posso rivolgermi?

E’ stato attivato sul territorio un servizio di assistenza per le persone fragili. Per il servizio di consegna dei farmaci a domicilio si può contattare il numero verde 800 06 55 10 (attivo h24, 7 giorni su 7), che a sua volta contatta il comitato della Croce rossa più vicino. I volontari, riconoscibili in uniforme, ritirano la ricetta presso lo studio medico o acquisiscono il numero NRE e il codice fiscale del destinatario e si recano in farmacia. I medicinali vengono poi consegnati in busta chiusa all’utente, che provvede a corrispondere l’eventuale costo del medicinale anticipato al farmacista dai volontari. Il servizio è completamente gratuito. Attraverso la consegna a domicilio è inoltre possibile richiedere lo scontrino fiscale da utilizzare per le detrazioni fiscali.

3. Abito da sola e sono anziana come posso fare per avere la spesa a domicilio?

Per le persone anziane sole e per le persone immunodepresse è stato attivato un servizio di spesa a domicilio. Per usufruirne basta contattare il numero verde 800 06 55 10.

4. A chi mi posso rivolgere per avere informazioni sui comportamenti corretti da seguire e l’iter da rispettare in caso avessi avuto un contatto con persone positive?

Puoi chiamare il numero verde 800 06 55 10 attivato per l’assistenza alle persone fragili. Gli operatori rispondono anche per informazioni sui comportamenti corretti da rispettare e l’iter da seguire in caso di contatto stretto con soggetti positivi. Le richieste prevedono l’intervento dei medici per una prima assistenza telefonica e per l’attivazione delle strutture ospedaliere. È disponibile un servizio di supporto psicologico per affrontare le emozioni durante il momento difficile di questa emergenza. Il ministero della Salute, inoltre, ha attivato il numero gratuito di pubblica utilità 1500 dove operatori sanitari rispondono alle domande dei cittadini.

5. Ho più di 65 anni, cosa posso fare per proteggermi dall’infezione da nuovo coronavirus?

Le persone anziane devono seguire le misure di protezione personale raccomandate dal ministero della Salute e dall’OMS per tutta la popolazione:

  • restare a casa, uscire di casa solo per motivi di salute e necessità (vedi misure di contenimento)
  • lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica per almeno 40 – 60 secondi
  • rispettare la misura di distanziamento sociale dalle altre persone: significa stare lontani almeno 1 metro dalle altre persone
  • evitare abbracci e strette di mano
  • evitare il contatto ravvicinato (cioè distanza inferiore ad 1 metro) con persone, anche familiari, che soffrono di infezioni respiratorie acute
  • arieggiare gli ambienti in cui si soggiorna
  • curare la pulizia delle superfici: i pavimenti possono essere lavati con soluzioni a base di cloro allo 0,1% (va bene anche la comune candeggina opportunamente diluita); le altre superfici, come tavoli, scrivanie, etc. possono essere pulite con soluzioni a base di cloro allo 0,1% oppure a base di alcol in percentuale di almeno il 70%

6. Prendo più farmaci per curare malattie croniche, questo mi rende più debole e più esposta al rischio di prendere l’infezione da nuovo coronavirus? Devo sospendere la mia terapia?

I farmaci per la cura delle patologie croniche di cui si è affetti sono importanti per tenere sotto controllo sintomi e malattia, quindi non vanno sospesi salvo diversa indicazione del medico curante.

7. Soffro di ipertensione e sono in cura con ACE inibitori e sartani: è vero che se mi infetto con il nuovo coronavirus questi farmaci peggiorano la gravità della malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego di farmaci anti-ipertensivi e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, si raccomanda di non modificare le terapie in atto e di rivolgersi al proprio medico curante per qualsiasi dubbio.

8. Per curare e diminuire i dolori articolari il medico mi ha prescritto dei farmaci anti infiammatori non steroidei (es. ibuprofene): è vero che peggiorano la malattia COVID-19?

Attualmente non ci sono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Quindi, in base alle conoscenze attuali, si raccomanda di non modificare le terapie in atto e di rivolgersi al proprio medico curante per qualsiasi dubbio.

9. Ho fatto il vaccino antipneumococcico, sono immune dall’infezione da nuovo coronavirus?

Il vaccino antipneumococcico previene la polmonite da pneumococco, ma attualmente non esistono evidenze che abbia un ruolo nella prevenzione dell’infezione da nuovo coronavirus.

10. Il vaccino contro l’influenza stagionale mi protegge anche dal nuovo coronavirus?

No, il nuovo coronavirus e il virus dell’influenza stagionale sono due virus diversi. Il vaccino contro i ceppi di influenza stagionale non è quindi efficace contro il virus che determina la malattia COVID-19.


Ultimissime del 27 marzo

Croce rossa, al via un servizio di teleassistenza psicologica per operatori sanitari

 

L’esercito dei camici bianchi italiani non molla, combatte nelle terapie intensive, si sottopone a turni infernali, si sacrifica pur di salvare vite. Ma anche chi lotta per tutelare la nostra salute può avere un momento di fragilità. Per non lasciare solo chi si prende di cura di noi la Croce rossa italiana da oggi ha attivato uno speciale servizio di teleassistenza psicologica dedicato proprio agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19, che risponde al numero 06.5510 (opzione 5), dal lunedì al sabato, dalle ore 8 alle 20.

Inoltre in molte regioni è attivo per i volontari della Croce rossa il Sep, servizio psicosociale in emergenza, gestito dai comitati territoriali.

Si fa presente che l’iniziativa #psicologionline del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi è rivolta anche a medici, infermieri e personale sanitario. Così come il servizio di ascolto e sostegno psicologico a distanza offerto dai professionisti della Società psicanalitica italiana.

E inoltre:

Incontro aperto alla stampa per presentare l’analisi dell’andamento epidemiologico e gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi a Covid-19.


Ultimissime del 26 marzo

Covid-19, Ema: attenzione ai farmaci falsificati provenienti da siti web non registrati

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) esorta tutti i cittadini a non acquistare medicinali da siti web non autorizzati e da altri venditori che stanno facendo leva sui timori e sulle preoccupazioni legati alla pandemia in corso.

Tali venditori potrebbero sostenere che i loro prodotti siano in grado di curare o prevenire la malattia da COVID-19 o dare l’impressione di garantire un facile accesso a medicinali legali che altrimenti non sarebbero direttamente disponibili. Potrebbe,, infatti trattarsi di medicinali falsificati.

Si ribadisce che al momento non esistono medicinali autorizzati per curare la malattia da COVID-19.

Per medicinali falsificati si intendono farmaci contraffatti che gli esercizi commerciali online spacciano per autentici o autorizzati. Possono contenere il principio attivo sbagliato oppure nessun principio attivo o ancora il principio attivo corretto, ma in quantità errate. Possono inoltre contenere sostanze molto dannose che non dovrebbero essere impiegate nei medicinali. L’assunzione di questi prodotti può causare gravi problemi di salute o peggiorare una condizione in corso.

Per proteggersi dai venditori fraudolenti occorre acquistare i medicinali solo da farmacie o rivenditori locali oppure da farmacie online registrate presso le autorità nazionali. Tramite il sito web di EMA – o per l’Italia direttamente sul sito del Ministero della Salute – è possibile reperire un elenco delle farmacie online registrate dei paesi UE. (a questo link  e nella immagine qua sotto il motore di ricerca disponibile sul sito del Ministero per trovare una farmacia autorizzata)

Si ricorda che in Italia è possibile acquistare farmaci on line solo dai venditori nazionali registrati presso il Ministero della Salute.

Tutte le farmacie online registrate presentano un logo comune che serve a confermare che si tratta di un sito registrato. Il logo è composto da un rettangolo a strisce orizzontali con una croce bianca posizionata sulla parte sinistra, vicino alla linea mediana. Nella parte sottostante è inserita la bandiera dello Stato membro dell’UE in cui è registrata la farmacia online.

Prima di acquistare un farmaco da un sito, è necessario verificare la presenza del logo e poi cliccarci. Si aprirà in tal modo la pagina del Ministero della Salute e si potrà accedere all’elenco di tutte le farmacie online legali. E’ importante assicurarsi che la farmacia online visitata sia presente in questo elenco prima di procedere con l’ordine. In caso contrario, è raccomandato non acquistare alcun medicinale da quel sito.

Acquistare i farmaci in sicurezza

  • I medicinali falsificati possono provocare gravi danni
  • Quando si acquistano farmaci sul web rivolgersi solo a venditori online registrati
  • Controllare che la farmacia/parafarmacia online riporti il logo comune
  • Cliccarer sul logo e verificarer che sia registrata nell’elenco di quelle autorizzate dal Ministero della Salute
  • Non esistono medicinali autorizzati per curare o prevenire la malattia da COVID-19. Non acquistare medicinali online pubblicizzati per questo scopo! In caso di sintomi, consultare il proprio medico o seguire le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie.

Nel caso si riscontri una possibile carenza di medicinali, è possibile reperire le informazioni sui farmaci attualmente carenti visitando il sito web di EMA o dell’AIFA al seguente link https://www.aifa.gov.it/farmaci-carenti.


Ultimissime del 25 marzo

Il servizio di aiuto di psicologi e psicoanalisti

Sopraffatti dalla paura di un virus subdolo che in quattro e quattr’otto ci ha vietato di abbracciarci, stringerci le mani, stare vicini. Straziati dalla conta giornaliera dei morti in ospedale, da scene che sembrano da film di guerra e dal rischio così facile di essere contagiati se non restiamo chiusi in casa. Adesso non mollare è un dovere istintivo, ma è comprensibile che prima o poi il momento di sconforto arrivi per tutti. L’emergenza sanitaria è, dunque, anche un’emergenza psicologica.

Per aiutare la popolazione a reagire il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) ha promosso l’iniziativa #psicologionline: i cittadini tramite un apposito motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop) possono trovare lo psicologo o psicoterapeuta più vicino e prenotare un teleconsulto gratuito (via telefono o piattaforma di videochiamata). In caso di necessità verranno programmati interventi a distanza più strutturati. Oltre 4mila professionisti dislocati in tutta Italia hanno già aderito al progetto.

Anche la Società psicanalitica italiana (Spi) ha messo a disposizione un servizio di ascolto e consulenza di psicologia psicanalitica (da 1 a 4 teleconsulti gratuiti) per problematiche connesse all’emergenza coronavirus. I Centri psicoanalitici associati alla Spi, presenti su tutto il territorio nazionale (Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Firenze, Pavia, Padova, Napoli, Palermo) forniranno per il progetto i nominativi dei professionisti disponibili per l’ascolto tramite telefono o piattaforma di videochiamata.


Covid-19, dalla suola delle scarpe alle zampe degli animali, le risposte dell’ISS ai quesiti dei cittadini sulle modalità di contagio

Nel pieno dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del nuovo coronavirus tanti sono i dubbi e le richieste di chiarimento che arrivano da parte dei cittadini sulle modalità di contagio. In rete e sul web circolano tante informazioni non veritiere e questo non fa che aumentare la confusione. L’Istituto superiore di sanità ha sottoposto ai suoi esperti quattro domande frequenti e concrete che riguardano alimenti e animali cui dare risposta per fugare ogni dubbio.

Ecco le risposte fornite dall’ISS.

Il pane fresco o le verdure crude possono essere contaminate da nuovo coronavirus e trasmettere l’infezione a chi li mangia?

Allo stato attuale non vi sono informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie degli alimenti, ma la possibilità di trasmissione del virus attraverso il pane fresco, o altri tipi di alimenti è poco probabile, visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto, purché manipolando il pane, come altri alimenti, sia rispettata l’igiene delle mani, che consiste nel  lavaggio accurato con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e in caso di tosse o starnuti si usi un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie e poi si lavino subito le mani prima di toccare il pane o le verdure.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa contaminando le superfici e esponendo al contagio?

Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto. Teoricamente se si passa con la suola delle scarpe su una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come catarro è possibile che il virus sia presente sulla suola e possa essere portato in casa. Tuttavia, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile.  In presenza di bambini si può mantenere un atteggiamento prudente nel rispetto delle normali norme igieniche, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita)

Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?

La sopravvivenza del nuovo Coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani)

Se si è dovuti uscire per lavoro o emergenze, al rientro in casa bisogna lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti?

Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.


Ultimissime del 24 marzo

Coronavirus, il numero verde per pazienti diabetici

È attivo il numero verde 800 942 425 per i pazienti affetti da diabete che hanno bisogno di informazioni e supporto in questa situazione di isolamento sociale e difficoltà di accesso a visite e prestazioni ambulatoriali. Un’iniziativa dell’Associazione medici diabetologi (Amd) e della Società italiana di diabetologia (Sid) che mettono a disposizione i loro specialisti per rispondere alle domande dei pazienti. “I colloqui – scrivono le società scientifiche in una nota – non sono comunque sostitutivi di una visita medica. Le informazioni fornite nel corso delle telefonate hanno natura puramente informativa e indicativa e sono di mero supporto per coloro che sentano il bisogno di condividere le proprie azioni e scelte mediche con un diabetologo”.

Si può chiamare il numero verde 800 942 425 dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18


Come fare la spesa ai tempi del Covid-19 e rispettare le corrette prassi di igiene alimentare

Fare la spesa ai tempi del Covid-19 e rispettare le regole di igiene alimentare e di prevenzione. Il Ministero della Salute e la Federazione Italiana Cuochi (FIC), nell’ambito di un Protocollo di Intesa sottoscritto, hanno realizzato due video in cui forniscono ai cittadini consigli sugli alimenti da acquistare per fare una spesa intelligente, bilanciata, che duri almeno una settimana, e indicazioni su come comportarsi al ritorno a casa per rispettare le principali regole di sicurezza alimentare.

Alessandro Circiello, chef ed esponente della FIC, consiglia innanzitutto di acquistare prodotti di stagione, ricchi di nutrienti, e tra questi di preferire in particolare mele, arance, peperoni, verdure a foglia, asparagi e legumi come lenticchie, ceci, fagioli e cicerchia. Poi raccomanda di non dimenticare le uova, fonti di proteine, e formaggi e yogurt. In tema di igiene è raccomandato, oltre al lavaggio delle mani, di gettare nei rifiuti il sacchetto utilizzato per portare gli alimenti in casa e di lavare subito accuratamente frutta e verdura prima di riporla in frigo.

Sulla corretta gestione degli alimenti altre utili informazioni arrivano dall’Istituto superiore di sanità, che ha realizzato un poster in cui fornisce ai cittadini indicazioni su come manipolare gli alimenti, come lavarli, quali dispositivi di protezione sono obbligatori nei supermercati e quali misure igieniche devono essere rispettate da chiunque manipola il cibo.

Riguardo la possibile presenza del virus sulle superfici delle confezioni dei prodotti, l’ISS nel poster informa che sulle superfici il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno se queste non vengono pulite o disinfettate o non sono esposte a sole e pioggia, ma anche che il virus è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol.

L’Istituto ricorda infine che il nuovo coronavirus si trasmette attraverso le goccioline (droplet) o per contatto attraverso le mani, quindi la cosa fondamentale è rispettare le norme igieniche di corretto lavaggio delle mani e mantenere il distanziamento sociale di almeno 1 metro dalle persone.


Ultimissime del 23 marzo

La nuova ordinanza del Governo, più restrittiva rispetto a quella precedente:

Da oggi è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

Lo stabilisce l’ordinanza adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno che rimarrà efficace fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di cui all’articolo 3 del decreto legge numero 6 del 23 febbraio 2020.

“Sono giorni cruciali. Bisogna ridurre al minimo gli spostamenti – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando la nuova ordinanza -. Chi da domani non andrà più al lavoro è essenziale che resti a casa e aiuti così tutti quelli che devono continuare a lavorare. È fondamentale che ciascuno faccia la propria parte”.

Leggi l’ordinanza del 22 marzo 2020

Pubblicato in gazzetta il DPCM del 22 marzo 2020,  le cui disposizioni hanno effetto immediato e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.

Le disposizioni del nuovo DPCM inoltre, si applicano cumulativamente a quelle del DPCM 11 marzo 2020 e dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo 2020 i cui termini fissati per il 25 marzo sono stati prorogati al 3 aprile.


 


Ultimissime del 22 marzo

Speranza: “Per limitare gli spostamenti puntiamo con forza sulla ricetta medica via email o con messaggio sul telefono”

“Dobbiamo fare di tutto per limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus Covid-19. Puntiamo con forza sulla ricetta medica via email o con messaggio sul telefono. Un passo avanti tecnologico che rende più efficiente tutto il Sistema sanitario nazionale”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, commenta la firma, in queste ore, da parte del Capo Dipartimento della Protezione Civile di un’ordinanza che consente ai cittadini di ottenere dal proprio medico il “Numero di ricetta elettronica” senza più la necessità di ritirare fisicamente, e portare in farmacia, il promemoria cartaceo. Si tratta di un’ulteriore misura che viene incontro alla necessità di limitare la circolazione dei cittadini e di arrestare i contagi del nuovo coronavirus.

“Al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore – si legge nell’ordinanza – l’assistito può chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del Numero di Ricetta Elettronica tramite:

a) trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (PEO);

b) comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile;

c) comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico”.

Nella stessa ordinanza, disposta di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’intesa del Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, vengono disciplinate anche tutte le modalità operative per farmacie e ASL per i farmaci distribuiti in modalità diverse dal regime convenzionale e per i medicinali che richiedono un controllo ricorrente dei pazienti.



Ultimissime del 21 marzo

Covid-19: proteggiamoci dalle… bufale

Per evitare di imbattersi in notizie false e pericolose per la salute, si raccomanda di cercare informazioni sul nuovo coronavirus e sulla malattia che provoca, definita dall’OMS Covid-19, su fonti istituzionali ufficiali e certificate. (Come questa che è in collegamento diretto con il sito del  Ministero della Salute)

In questo periodo circolano infatti sul web e sui social numerose fake news che inducono ad assumere comportamenti non corretti e inefficaci per prevenire il contagio da nuovo coronavirus.

Di seguito le 12 fake news più frequenti:

1) I farmaci antivirali prevengono l’infezione da nuovo coronavirus
Non ci sono evidenze su una loro azione preventiva
2) La Tachipirina cura l’infezione da nuovo coronaviru
La tachipirina svolge un’azione antipiretica ed è quindi molto utile in caso di febbre alta, ma non cura l’infezione da nuovo coronavirus
3) Mangiare aglio può aiutare a prevenire l’infezione da nuovo coronavirus
L’aglio è un alimento con alcune proprietà antimicrobiche ma non ci sono evidenze di azione preventiva nei confronti del nuovo coronavirus
4) Bere tanta acqua lava il virus dalla vie aeree e lo spinge nello stomaco dove viene distrutto dall’acido
L’acqua non lava via il virus e non serve per prevenire il contagio
5) Mangiare tante arance e limoni previene il contagio perché la vitamina C ha azione protettiva nei confronti del nuovo coronavirus
Non ci sono evidenze scientifiche che provino un’azione della vitamina C sul virus
6) Mangiare tante proteine aumenta l’efficacia del sistema immunitari
Non ci sono evidenze che superare la normale dose giornaliera di proteine raccomandata (0,8g per kg di peso corporeo, se non si svolgono attività fisiche pesanti) fornisca benefici al sistema immunitario
7) Gli antibiotici prevengono l’infezione da nuovo coronavirus
Gli antibiotici non hanno effetto sui virus e quindi neanche sul coronavirus
8) Il virus Sars-CoV-2 vola nell’aria fino a 5 metri
Non esistono evidenze scientifiche
9) Bere acqua o bevande calde uccide il virus
Il virus è in grado di resistere e replicarsi alla temperatura corporea che è di circa 37°
10) Il nuovo coronavirus può essere trasmesso attraverso le punture di zanzara
Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline generate quando una persona infetta tossisce o starnutisce, o attraverso goccioline di saliva o secrezioni dal naso
11) Il risciacquo regolare del naso con soluzione salina può aiutare a prevenire l’infezione da nuovo coronavirus
Non ci sono prove che il risciacquo regolare del naso con soluzione salina protegga le persone dalle infezioni da nuovo coronavirus
12) Una lampada a raggi ultravioletti può uccidere il nuovo coronavirus
Le lampade UV non devono essere utilizzate per sterilizzare le mani o altre aree della pelle poiché le radiazioni UV possono causare irritazione

La quarantena? Un aiuto viene anche dalla filosofia

Panta rei, ossia “tutto scorre”, diceva un importante filosofo greco. Un auspicio che la tensione che attraversa il nostro Paese si allenti presto e che, mentre ognuno di noi si impegna a fare la sua parte restando a casa, si fermi il contagio. Ma anche un’espressione che ci aiuta a tirare fuori coraggio e resistenza per far fronte alla quotidianità stravolta dall’emergenza coronavirus. Con questo spirito nasce l’idea di una staffetta di filosofi, in programma oggi 21 marzo, dalle ore 10 alle 24, rigorosamente in streaming, sul sito www.prendiamolaconfilosofia.it, per offrirci strumenti pratici per affrontare la quarantena. Protagonisti volti noti della filosofia e non solo: da Umberto Galimberti e Roger-Pol Droit, a Marco Montemagno, Erri De Luca, Jovanotti, Roberto Saviano, Paola Maugeri, Laura Campanello, Alessandro Baricco e tantissimi altri. Ideatori del progetto: i filosofi Andrea Colamedici e Maura Gancitano.


Ultimissime del 20 marzo

Riabilitazione: servizio di teleconsulto per contenere il virus

Un servizio di telemedicina per la riabilitazione rivolto ai pazienti che a causa dell’emergenza Covid-19 hanno difficoltà di accesso a ospedali o ambulatori. Si tratta di un “ambulatorio virtuale” messo in piedi dalla Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer), a cui hanno già aderito 200 fisiatri in tutta Italia, che offre teleconsulti alle persone con condizioni disabilitanti. Il servizio è gratuito e chi ne ha bisogno può inviare una mail a telemedicinariabilitativa@simfer.it con nome e cognome, numero di telefono, città di residenza, eventuale contatto Skype se disponibile.

Possono avvantaggiarsi di questo servizio le persone in regime di post-ricovero che non riescono ad accedere ai centri di riabilitazione, o i malati cronici per ricevere informazioni e supporto nel percorso di cura ed eventuali indicazioni sulla sanificazione di dispositivi e ausili medici.

La Società in un documento ha individuato dei criteri di priorità delle attività riabilitative, al fine di garantire l’erogazione di prestazioni non differibili, e le misure di protezione di pazienti e operatori da applicare durante l’assistenza riabilitativa per contenere la diffusione del nuovo coronavirus.

INDICAZIONI SUI CRITERI DI EFFETTUAZIONE  E PRIORITARIZZAZIONE  IN CONSEGUENZA DELL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA VIRUS SARS-CoV-2

L’emergenza da COVID-19 che sta mettendo a dura prova il Sistema Sanitario del nostro paese, e per cui tutti gli operatori sanitari stanno impegnandosi con grande spirito di servizio, sta avendo un forte impatto sull’assistenza riabilitativa.

La SIMFER ritiene che vada compiuto ogni sforzo per mantenere l’operatività di questo settore in questa difficile circostanza, non solo per continuare ad erogare le cure necessarie a chi ne ha necessità, ma anche per supportare efficacemente gli altri settori dell’assistenza garantendo la necessaria continuità di cura.

Questo documento sintetizza le indicazioni della SIMFER sullo svolgimento delle attività riabilitative e delle prestazioni specialistiche di Medicina Fisica e Riabilitativa, nell’intento di garantire l’assistenza necessaria tutelando nel contempo pazienti ed operatori, e tenendo presente che la priorità attuale rimane quella del contenimento della diffusione del virus.

Tale esigenza impone di individuare dei criteri di priorità delle attività riabilitative, tali da garantirne l’erogazione nelle situazioni non differibili, e da permettere negli altri casi un accesso ai servizi, seppur limitato e con modalità modificate, ogni volta che ciò sia possibile.

Queste indicazioni vanno adottate nel pieno rispetto delle disposizioni impartite dagli organismiistituzionali, nazionali regionali e locali relative alla attuale emergenza epidemiologica, e verranno periodicamente rivalutate alla luce di ogni nuova eventuale disposizione normativa.

CRITERI GENERALI DI PRIORITARIZZAZIONE NEI DIVERSI SETTING EROGATIVI

  • Per l’area dell’acuzie, garantire le prestazioni necessarie alla prevenzione delle complicanze disabilitanti più gravi, alla facilitazione della stabilizzazione clinica e alla predisposizione dei successivi percorsi di presa in carico riabilitativa, pur tenendo presenti le difficoltà di una situazione in cui tutto il comparto è soggetto a continue rimodulazioni per differenziare i percorsi dei pazienti sintomatici e non;

– Per l’area della degenza riabilitativa, garantire lo svolgimento dei progetti riabilitativi per le persone accolte in continuità rispetto al ricovero in acuzie, compresi anche i pazienti ricoverati in acuzie per sintomi di COVID-19 e successivamente guariti dall’infezione virale, che presentino sequele disabilitanti necessitanti di degenza riabilitativa. Potenziare la capacità ricettiva delle strutture per i pazienti provenienti dalle strutture per acuti, al fine di facilitare una dimissione precoce da tali reparti, e di predisporre ove possibile l’attivazione preferenziale e tempestiva di prese in carico riabilitative territoriali/domiciliari.

Per i pazienti accolti in degenza riabilitativa dal domicilio o da strutture extraospedaliere, ove questi percorsi di cura non siano già stati sospesi dalle competenti autorità sanitarie, valutare per ogni specifica situazione rischi e benefici dell’accoglimento in degenza, cercando ove possibile, di differire l’ospedalizzazione e offrendo modalità alternative temporanee di presa in carico;

  • Per l’area dell’assistenza specialistica ambulatoriale e domiciliare garantire primariamente la presa in carico delle persone con esiti recenti di patologie acute disabilitanti, in cui i trattamenti riabilitativi siano necessari per ridurre o emendare deficit funzionali che, se non trattati, porterebbero ad una condizione di disabilità protratta o permanente, e/o al deterioramento delle capacità funzionali.

Per le condizioni disabilitanti ad andamento cronico, con o senza riacutizzazioni, relative a persone che non hanno presentato un recente evento acuto disabilitante, valutare preliminarmente le possibilità di offrire modalità alternative di presa in carico (teleassistenza e telepresenza, indicazioni da fornire a distanza al caregiver…), in modo da differire l’intervento in presenza. Eccezioni a questo criterio sono le condizioni ad andamento protratto e a forte rischio di deterioramento funzionale (es patologie neurodegenerative, patologie disabilitanti gravi dell’età evolutiva…).


Ultimissime del 19 marzo

Comunicazione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) sull’uso di anti-infiammatori per Covid-19

 

“L’Ema è venuta a conoscenza di segnalazioni, in particolare dai social media, che sollevano dubbi sul fatto che l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, potrebbe peggiorare la malattia da coronavirus (COVID-19). Attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. L’Ema sta monitorando attentamente la situazione e valuterà tutte le nuove informazioni che saranno disponibili su questo problema nel contesto della pandemia”. È quanto dichiara l’Agenzia euopea per i medicinali (Ema)

“A Maggio del 2019 – riporta l’Ema – il comitato per la sicurezza dell’Ema (PRAC) ha iniziato una revisione dei farmaci antinfiammatori non steroidei ibuprofene e ketoprofene, a seguito di un’indagine dell’Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM) che ha suggerito che l’infezione dovuta alla varicella e alcune infezioni batteriche potrebbero essere aggravate da questi medicinali. Nelle informazioni sul prodotto di molti medicinali FANS sono presenti già delle avvertenze che gli effetti degli anti-infiammatori non steroidei possono mascherare i sintomi di un peggioramento dell’infezione. ll PRAC sta rivedendo tutti i dati disponibili per verificare se siano necessarie misure aggiuntive.

All’inizio del trattamento della febbre o del dolore in corso di malattia da COVID-19 i pazienti e gli operatori sanitari devono considerare tutte le opzioni di trattamento disponibili, incluso il paracetamolo e i FANS. Ogni medicinale ha i suoi benefici e i suoi rischi come descritto nelle informazioni del prodotto e che devono essere prese in considerazione insieme alle linee guida europee, molte delle quali raccomandano il paracetamolo come opzione di primo trattamento nella febbre e nel dolore.

In accordo alle linee guida nazionali di trattamento, i pazienti e gli operatori sanitari possono continuare a utilizzare FANS (come l’ibuprofene) come riportato nelle informazioni del prodotto approvate. Le raccomandazioni attuali prevedono che questi medicinali vengano utilizzati alla dose minima efficace per il periodo più breve possibile.

I pazienti che hanno qualsiasi dubbio devono rivolgersi al proprio medico o al farmacista. Attualmente non ci sono ragioni per interrompere il trattamento con ibuprofene, in base a quanto riportato sopra. Ciò è particolarmente importante per i pazienti che assumono ibuprofene o altri FANS per malattie croniche.

A seguito della revisione dei dati di sicurezza dell’ibuprofene e del ketoprofene, l’Ema sottolinea la necessità di condurre tempestivamente studi epidemiologici, al fine di fornire adeguate evidenze sugli effetti dei FANS sulla prognosi della malattia da COVID-19. L’Agenzia sta contattando le sue controparti ed è pronta a supportare attivamente tali studi, che potrebbero essere utili per formulare eventuali raccomandazioni terapeutiche future.

Una volta conclusa la revisione del PRAC, l’Ema fornirà ulteriori informazioni come opportuno”.


Ultimissime del 18 marzo

Iss (Istituto Superiore di Sanità): i consigli per gli ambienti chiusi

Restiamo a casa e facciamo attenzione alla pulizia dell’ambiente domestico. Seguendo questi semplici consigli dell’Istituto Superiore Sanità (Iss) possiamo mantenere l’aria pulita nelle nostre case rendendo più salubre il periodo di isolamento o quarantena. Sono raccomandazioni che valgono in generale per tutti gli ambienti chiusi: da quelli degli uffici e degli esercizi commerciali a quelli dei mezzi di trasporto.

Ricambio dell’aria

Garantire un buon ricambio d’aria in tutti gli ambienti: casa, uffici, strutture sanitarie, farmacie, parafarmacie, banche, poste, supermercati, mezzi di trasporto.

Aprire regolarmente le finestre scegliendo quelle più distanti dalle strade trafficate.

Non aprire le finestre durante le ore di punta del traffico e non lasciarle aperte la notte.

Ottimizzare l’apertura in funzione delle attività svolte.

Pulizia

– Prima di utilizzare i prodotti per la pulizia leggi attentamente le istruzioni e rispetta i dosaggi d’uso raccomandati sulle confezioni (vedi simboli di pericolo sulle etichette).

Pulire i diversi ambienti, materiali e arredi utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o ipoclorito di sodio 0,5%. In tutti i casi le pulizie devono essere eseguite con guanti e/o dispositivi di protezione individuale.

Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca con altri prodotti. Sia durante che dopo l’uso dei prodotti per la pulizia e la sanificazione, arieggiare gli ambienti.

Impianti di ventilazione

A casa

– Pulire regolarmente le prese e le griglie di ventilazione dell’aria dei condizionatori con un panno inumidito con acqua e sapone oppure con alcol etilico 75%.

Negli uffici e nei luoghi pubblici

Gli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) devono essere tenuti accesi e in buono stato di funzionamento. Tenere sotto controllo i parametri microclimatici (es. temperatura, umidità relativa, CO2).

– Negli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) eliminare totalmente il ricircolo dell’aria.

Pulire regolarmente i filtri e acquisire informazioni sul tipo di pacco filtrante installato sull’impianto di condizionamento ed eventualmente sostituirlo con un pacco filtrante più efficiente.


Ultimissime del 17 marzo

Regole per il corretto utilizzo dei guanti

L’uso dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ci fornisce le indicazioni per un loro utilizzo corretto, eccole.

Sì ai guanti a patto che:

– non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per almeno venti secondi;

– siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati;

– come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi;

– siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato;

– non siano riutilizzati.

Dove sono necessari?

– In alcuni contesti lavorativi come per esempio personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti.

– Sono indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare a malati.


Ultimissime del 16 marzo

Cinque regole da rispettare dal dentista

Andare dal dentista: sì o no? Sì, ma solo per le urgenze. A dirlo è la società italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp). In questa fase critica, con il diffondersi della trasmissione del nuovo coronavirus, la Sidp raccomanda alla popolazione di accedere alle cure dentali solo quando non differibili in base a una valutazione da concordare telefonicamente con il dentista curante. “Dolori acuti, infezioni quali un ascesso gengivale, traumi o esiti di eventi accidentali sono alcuni esempi di condizioni cliniche che rivestono un carattere di urgenza e che devono poter essere trattati” scrive la Sidp in un comunicato. “Qualora il paziente fosse un soggetto a maggior rischio di contrarre infezione o manifestasse sintomi riconducibili a infezione da Covid-19 – avverte – o anche si trovasse in regime di quarantena, sarà necessario rimandare le cure ad un periodo successivo”.

Ecco cinque semplici regole che la Sidp chiede ai pazienti di rispettare per contenere i rischi di contagio, una volta arrivati nello studio del dentista.

1. Lasciare cappotti, giacche, borse e zaini in sala d’attesa.

2. Ove possibile indossare copri-scarpe.

3. Rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro all’interno della sala d’attesa.

4. Tenere cellulari e tablet fuori dall’area clinica.

5. Lavarsi le mani per almeno 20 secondi e non scambiarsi strette di mano con medici e altri operatori.

Siccome oggi non possiamo più frequentare il dentista con la solita abitudine (a meno di non avere urgenze, sia chiaro), è necessario, ricorda la Sidp, “mantenere un elevato standard di igiene orale con l’uso costante di spazzolino, dentifricio e scovolino”. La Sidp mette a disposizione anche il numero verde 800 144 979 per rispondere a domande e dare consigli utili per il mantenimento della salute della bocca.

E poi, ancora, aggiornamento in numeri:

 


Ultimissime del 15 marzo

Per avere tutte le ultime informazioni sulla diffusione del virus, ci si può collegare a questo sito del Ministero della Salute , dove grafici e mappe sono interattiva e forniscono molte possibilità di recuperare informazioni

index.html


Ultimissime del 14 marzo

Secondo report Iss: letalità al 5,8%, più alta negli uomini

È online il secondo report (con cadenza bisettimanale) dell’Istituto superiore di sanità sulle caratteristiche dei pazienti affetti da Covid-19. Il focus è sulla letalità, intesa come numero dei morti sul totale dei malati. Al momento in Italia è del 5,8%. L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Covid-19 è 80 anni, più alta di circa 15 anni rispetto ai positivi e le donne sono il 28,4%.

Sono due i pazienti deceduti Covid-19 positivi di età inferiore ai 40 anni. Si tratta di una persona di età di 39 anni, di sesso maschile, con pre-esistenti patologie psichiatriche, diabete e obesità, deceduta presso il proprio domicilio e di una persona di 39 anni, di sesso femminile, con pre-esistente patologie neoplastica deceduta in ospedale. Le donne decedute dopo aver contratto l’infezione hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 84.2 – uomini 80.3) e la letalità aumenta in maniera marcata dopo i 70 anni. “La letalità stratificata per fasce di età non è più alta di quella di altri Paesi – sottolinea Graziano Onder, direttore del dipartimento Malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss -. Scontiamo un’età media molto alta e una percentuale significativa della popolazione che ha più patologie, un fattore che aumenta il rischio di morte. Non a caso il numero medio di patologie osservate nei deceduti è di 2.7 Alcuni dettagli in più sulla letalità sono presenti nel bollettino epidemiologico.

Negli uomini la letalità risulta più alta, il 7,2%, mentre nelle donne è del 4,1%. La differenza nel numero di casi segnalato per sesso aumenta progressivamente in favore di soggetti di sesso maschile fino alla fascia di età ≥70-79. Nella fascia di età ≥ 90 anni il numero di casi di sesso femminile supera quello dei casi di sesso maschile probabilmente per la struttura demografica della popolazione.

Consulta:

e poi ancora

Non sembri strano oggi parlare di rifiuti, ma occorrono precise regole anche per il loro smaltimento, in caso di positività e quarantena:

 

Giornate precedenti

 

 

redazione grey-panthers:
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