INTERNET delle cose

Come è abbastanza noto, INTERNET è un sistema di collegamento mondiale tra dispositivi elettronici ai quali possono essere anche connessi dispositivi fisici capaci di eseguire azioni sulla base di comandi a distanza. Per semplificare e banalizzare, io posso far partire il riscaldamento di una casa di montagna tramite una “telefonata internet” che collega il mio PC casalingo con un PC in montagna collegato alla caldaia.

Ma questo tipo di azioni a distanza è un modo molto riduttivo di vedere INTERNET delle cose.

Cercando su WIKIPEDIA, cioè la più aggiornata delle Enciclopedie in rete, (http://it.wikipedia.org/wiki/Internet_delle_cose) si trova la seguente definizione: “L’obiettivo dell’internet delle cose è di far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un’identità elettronica alle cose e ai luoghi dell’ambiente fisico.”.

A prima vista questa definizione fa pensare al Grande Fratello che tutto vede, tutto controlla e tutto decide, ma una lettura più realistica ci permette di scoprire i vantaggi di questa tecnologia e delle applicazioni che seguono.

Iniziamo da una descrizione teorica dello svolgimento di una azione molto semplice: accendere la luce in una stanza. Il primo passo è la mia decisione di illuminare un luogo, poi inizio una azione per avvicinarmi all’interruttore, poi uso la mano per accendere la luce, ma già da prima era stata fatta una serie di installazioni rigide come fili elettrici, lampade, interruttori, collegamento alla centrale elettrica, contatori, etc.

Per INTERNET delle cose il processo è identico salvo il fatto che “l’azione per avvicinarmi all’interruttore, poi uso la mano per accendere la luce” sono sostituite da dispositivi che possiamo definire computer e rete Internet.

Le differenze pratiche tra i due procedimenti è evidente, nel primo caso devo muovermi fisicamente, nel secondo ….faccio muovere i bit in rete.

L’esempio della lampadina accesa a distanza è un modo molto riduttivo di vedere Internet delle cose. Infatti le moderne tecnologie di miniaturizzazione hanno reso disponibili micro computer (microchip) che possono essere installati sul nostro corpo per trasmettere “qualcosa” in rete.

Per esempio, in caso di malattie cardiache, il microchip è in grado di raccogliere misurazioni fisiche (pressione, battito cardiaco, etc) e, in caso di superamento di limiti, fanno partire una segnalazione di pericolo.

Altro esempio potrebbe essere una specie di moneta elettronica “senza bancomat” comandata da un chip “interno al mio  corpo” che dialoga direttamente con il “lettore di bancomat” e con la Banca. Senza scendere in dettagli tecnici è abbastanza chiara la sicurezza di questa tecnica che, quanto meno ci protegge da scippi e smarrimenti del Bancomat.

Questi semplici esempi dovrebbero essere sufficienti per darci una idea del valore di INTERNET DELLE COSE che non è il Grande Fratello!

Per chiarimenti e domande… inserite un commento, sarà mia cura rispondere.

Il Politecnico di Milano fornisce una completa illustrazione di Internet delle cose in http://home.deib.polimi.it/alippi/Cesare_internetcose.pdf

Attilio A. Romita
www.attilioaromita.com

 

Attilio A. Romita: il mio anno di nascita, 1938, coincide con la nascita di Z1, il primo vero Elaboratore Elettronico programmabile, realizzato dall’ing. Tedesco KonradZuse (1910-1995). Ventisette anni dopo, nel 1965 ho iniziato a trafficare con bit e byte. Mi sono occupato di grandi calcolatori e reti di medi e piccoli macchine. Ho scritto programmi, disegnato procedure e progettato soluzioni per assicurazioni, banche, telemedicina, telco. Mi sono occupato di organizzazione, marketing e controllo di gestione ed ho coordinato progetti europei. La mia carriera di dipendente è terminata nel 2003 ed è iniziata la mia carriera di consulente durante la quale ho tentato di aiutare gli altri ad utilizzare le molte nozioni ed esperienze raccolte in tanti settori diversi dello ICT (Information Communication Tecnology) Roma Aeroporto Fiumicino

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