Referendum trivelle, niente quorum. L’affluenza si ferma al 32%

Il Corriere della Sera: “Manca il quorum, le accuse di Renzi”, “referendum non valido, alle urne il 32 per cento. ‘La demagogia non paga, basta con l’odio e le spallate'”, “Scontro nel Pd per un tweet di Carbone. Serracchiani: chi ha voluto il quesito risponda dell’esito. Il ‘sì’ intorno all’86 per cento”.
L’editoriale è firmato da Antonio Polito: “Il primo verdetto”.
Il “retroscena” firmato da Maria Teresa Meli: “Il premier: colpetto fallito”.
Di fianco, ancora sul tema referendum: “Aborto e nucleare. Quando al voto andavano tutti”, di Pierluigi Battista. Poi “domande e risposte”: “Che cosa accade su trivelle e concessioni”, di Renato Benedetto.
A centro pagina l’intervista di Giovanni Bianconi al vicepresidente del Csm sul tema intercettazioni: “‘Via dai fascicoli i dialoghi personali'”, “Daremo noi indicazioni”.
Di intercettazioni, in relazione all’inchiesta di Potenza, si occupa anche un articolo di Fiorenza Sarzanini: “Lo Bello, Tiscar e quell’aiuto per la nomina”. Dove Lo Bello è Ivan, il vicepresidente di Confindustria, ora indagato; e Tiscar è Raffaele, vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio”.
In prima anche una foto dal Salone del Mobile: “I numeri da record della Milano del design”.
A fondo pagina: “Esclusa perché autistica, bloccata la gita”, “Decisione della scuola dopo l’intervento del ministro. La comunità ebraica: la portiamo noi”. Ne scrive Andrea Galli.
Infine, un’intervista all’alto responsabile Onu per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi (“Profughi, non è un’invasione”, dice a Maurizio Caprara) e un commento di Sergio Rizzo su “I casi insabbiati a Roma”: “I vigili inquisiti? Al loro posto”.
La Repubblica: “Referendum trivelle, niente quorum. Renzi: ‘Hanno vinto i lavoratori'”, “. L’affluenza si ferma al 32%. Il premier: ‘Dimostrazione che la demagogia non paga’”.
Ne scrive Stefano Folli nella sua rubrica “Il punto”: “Fallita la spallata, no alla resa dei conti”.
E il “retroscena” è firmato da Goffredo De Marchis: “Ora la battaglia d’autunno”.
A centro pagina, con foto del presidente egiziano, si dà conto delle sue dichiarazioni durante l’incontro con il presidente francese Hollande: “Al Sisi: ‘I diritti umani Ue non valgono per l’Egitto'”.
Di fianco, con foto di George Clooney e signora: “‘Osceni i soldi raccolti per Hillary’. Il pentimento di George Clooney”, “Alla vigilia delle primarie democratiche di N.Y”. Ne scrive Federico Rampini.
Sulla colonna a destra un intervento di Timothy Garton Ash: “Difendiamo l’Inghilterra dalla destra xenofoba”, “Se gli inglesi scelgono Brexit, il Regno Unito rischia di perdere l’anima”.
A fondo pagina, da R2/La copertina: “La smania di fare ordine in casa antidoto al caos del mondo”. Di Marino Niola.
E “il caso”: “Nomine, terreni e appalti. Ecco gli affari di Lo Bello & C.”.
La Stampa: “Niente quorum, vince Renzi”, “‘Brindo con operai e tecnici delle piattaforme’. Si riaccende lo scontro dentro al Pd”, “Referendum, alle urne poco più del 32%. Il premier: la demagogia non paga. Gli sconfitti? Hanno nomi e cognomi”.
Il quotidiano raccoglie i primi commenti sui due fronti. Per il sì parla il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “‘Macché perso, abbiamo frenato la lobby'”, “‘Cambierà la politica energetica’”. Per il fronte astensione parla il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “‘Voto strumentale, gli italiani sono con noi”, “‘Terremo conto del sentire ambientalista’”.
“Ora lo aspetta la prova più difficile”, scrive nell’editoriale, a proposito del presidente del Consiglio, Marcello Sorgi.
A centro pagina, foto del disegno che un bimbo siriano ha dato al Papa a Lesbo sotto il titolo: “E il Papa disse: voglio quei disegni sul mio tavolo”.
Sul tema delle migrazioni un intervento di Marta Dassù, che prende spunto anche dai colloqui della Commissione Trilaterale: “Perché serve una coalizione globale”.
Di fianco, intervista di Paolo Mastrolilli al candidato alle primarie democratiche Usa Bernie Sanders: “Sanders: accogliere più siriani”.
E un intervento di Antonio Maria Costa si sofferma su “La vergogna di 30 milioni di schiavi” (“Dalle miniere in Congo ai vestiti cuciti dai bambini in Asia: gli oggetti della nostra vita quotidiana passano dalle loro mani”).
Sulla colonna a destra: “Petrolio, a Doha salta l’accordo sul blocco della produzione”, “Scontro Iran-Arabia”.
Il Fatto: “La trivella vince, il mare perde. Renzi trionfa con chi non vota”, “16 milioni non bastano al quorum. Mattarella si nasconde, Matteo brinda”, “Il premier dice di festeggiare a nome degli operai (ma a stappare lo champagne sono i signori delle piattaforme). E attacca le regioni: ‘Battaglia personale’. Il dem Carbone deride gli elettori: ‘Un ciaone a chi è andato ai seggi'”.
“Davide e Golia” è il titolo dell’editoriale del direttore Marco Travaglio.
In prima il richiamo all’intervista al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “‘Non sono riusciti a umiliarci, stiano pure con le lobby'”.
Poi un commento di Virginia Della Sala: “Quel che resta”, “Il grande regalo alle compagnie e le partite aperte”.
A centro pagina l’inchiesta di Potenza sul petrolio: “Tutte le trame di De Giorgi ‘con licenza di uccidere'”, “Potenza, nuove accuse all’ammiraglio. Le telefonate con il lobbista Colicchi sul grande affare della legge navale: ‘Pinotti mi ha dato mandato…’, ‘lei non sa cosa ha scatenato!’. I contatti con l’uomo di Fincantieri per le commesse: ‘Ho degli amici alla Corte dei Conti'”.
Poi un’intervista al leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato: “‘Slide, vacche e leccaculi: ecco il Parlamento'”.
Con foto della Regina Elisabetta: “Che Dio salvi la Regina: Elisabetta, star a 90 anni”, di Caterina Soffici e Anna Maria Pasetti.
Il Giornale: “16 milioni contro Renzi”, “Affluenza ferma al 32%, il quorum non c’è. Il premier esulta e attacca le Regioni, ma il governo si sente assediato”, “Berlusconi blinda Bertolaso: ‘E’ il miglior sindaco possibile'”.
Poi le analisi di Roberto Scafuri (“Emiliano, il nuovo arci-nemico alla guida della fronda Pd”), di Francesco Cramer (“Mattarella vota all’ultimo per ‘aiutare’ il premier”) e di Antonio Signorini (“Dalle Comunali alle riforme, sei mesi d’inferno per Matteo”).
A centro pagina: “Inchino alla Turchia”, “Un comico fa tremare la Merkel”, “Per due tedeschi su tre il processo a Bohmermann è una resa”, scrive Noam Benjamin.
Più in basso: “La burocrazia cancella i gemelli. Il bonus bebé a un solo neonato”, “Ora il ministero corre ai ripari”, scrive Andrea Acquarone.
Sul tema “ideologia e libertà” l’editoriale di Piero Ostellino: “La fine delle utopie e i conti con la realtà”.
Nel riquadro “Controcorrente”: “Nuovi modi per trovare lavoro”, “Padri, mamme e pure nonne. Dopo i 50 si riparte dallo stage” (di Giacomo Susca); “Cibo Frankestein. I mostri da tavola nati in laboratorio” (di Stefano Filippi) e, sul presidente Anm, “Davigo, la toga che vede solo colpevoli”, di Stefano Zurlo.

Referendum trivellazioni

“Ha sbagliato i conti”, secondo Stefano Folli (La Repubblica, editoriale in prima dal titolo “Fallita la spallata, no alla resa dei conti”) chi ha voluto usare “il quesito ambientalista, astruso e ambiguo come pochi altri, per trasformarlo in una clava con cui colpire il presidente del Consiglio”. Tuttavia, il fatto che 13 milioni di elettori non abbiano raccolto l’invito all’astensione di Renzi “può considerare l’esito” negativo, “ma non pessimo”. E sarebbe un grave errore ritenere che il fallimento del quesito “sia un trionfo di Renzi e dei suoi collaboratori. E’ più semplicemente una sconfitta dei nemici del premier che hanno scelto l’occasione sbagliata per tentare un’offensiva peraltro poco convinta. C’è da augurarsi che a Palazzo Chigi nessuno pensi di annettersi le astensioni, nel senso di adombrare che il 68 per cento di non-votanti equivale ad altrettanti consensi per la politica del presidente del Consiglio”: altri “passaggi critici” lo attendono, dal voto amministrativo al referendum di ottobre sulle riforme costituzionali.
Su La Repubblica, a pagina 3 il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “Ora il premier prepara la battaglia d’autunno, ‘Quella è la sfida finale'”, “Il presidente del Consiglio è preoccupato dall’orientamento dei giovani elettori che sono stati attratti dalle ragioni dei referendari e anche dalla indicazioni della Chiesa”, “L’affondo del premier: ‘Ma il governatore pugliese ha ancora la fiducia dei suoi elettori?'”.
E il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervistato a pagina 7, dice: “Un popolo si è ribellato, da oggi il premier farà i conti con me'”.
A pagina 6, sul Pd: “La minoranza dem ammette la sconfitta, ‘Rivincita al congresso'”, “‘Quella di Renzi è una vittoria di Pirro. I 14 milioni di votanti una ‘base’ per lanciare Speranza”.
Il Corriere, pagina 2: “Referendum, il quorum non c’è. E scoppia la lite dentro il Pd”, “Il dem Carbone sotto attacco per un tweet: l’importante è partecipare, ciaone. Gotor: imbarazzante”.
A pagina 3 le parole di Renzi: “‘Ha perso chi voleva fare la conta interna’”, “Il premier commenta a Palazzo Chigi il risultato e attacca il governatore Emiliano (senza citarlo): ‘La demagogia non paga. Sconfitto che ha voluto cavalcare le urne per esigenze personali'”.
In basso il “retroscena” di Maria Teresa Meli: “Renzi guarda a ottobre e prevede un’affluenza superiore al 50 per cento”. In un riquadro si ricorda che la Basilicata è stata l’unica regione dove è stato raggiunto il quorum.
Anche sul Corriere intervista a Michele Emiliano: “Matteo ci rispetti. Alle Europee i dem hanno preso meno”. Spiega: “Ci sono stati 14 milioni e mezzo di voti. E’ il secondo referendum più partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua. E’ più di quanto ha preso il Pd alle Europee”.
In prima sul Corriere il commento di Antonio Polito, in cui si sottolinea come questo referendum sia “il primo verdetto di un tour elettorale”: ma “il tentativo di trasformare il voto nel debutto di una Alleanza contro Renzi, di tutte le opposizioni, interne ed esterne, non ha funzionato”. Il presidente del Consiglio dovrà però considerare attentamente alcune delle indicazioni del voto di ieri: “si può infatti supporre che nell’affluenza di ieri si annidi un nocciolo duro, numericamente tutt’altro che disprezzabile, di opposizione al governo. E se stavolta Renzi ha potuto agevolmente scavalcarlo facendo leva sulla ‘maggioranza silenziosa’ di chi non è andato a votare, a ottobre, quando non sarà richiesto il quorum, dovrà invece mobilitare quella maggioranza e farla parlare, portarla alle urne, se vorrà vincere”.
La Stampa, pagina 3, parole del presidente del Consiglio, nel commento a caldo sull’esito del voto: “‘La demagogia non paga, questa sconfitta elettorale ha nomi e cognomi'”, “Il premier s’intesta la vittoria contro Emiliano e M5S”. Il quotidiano intervista poi il politologo Roberto D’Alimonte: “Risultato scontato, va abbassato il quorum per salvare l’istituto” e il fondatore del Censis Giuseppe De Rita (“Consultazione-suicidio. Basta attribuirle un valore politico”).
A pagina 4 intervista al governatore della Puglia Emiliano: “I 14 milioni di elettori sono più dei voti presi dal Pd alle Europee”. Alla pagina seguente, intervista al vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “‘Non è la sconfitta dei cittadini ma di Grillo, Salvini e Brunetta’”, “I cittadini hanno espresso una forte sensibilità ambientalista, che noi dobbiamo raccogliere”, “Ha perso chi sperava che questo voto fosse una prova generale in vista del referendum costituzionale”.
“Ora lo aspetta la prova più difficile”, scrive su La Stampa Marcello Sorgi: per Renzi “di qui a giugno (elezioni comunali,ndr.) e soprattutto di qui a ottobre (referendum riforme istituzionali, ndr.) la strada sarà ancora in salita, con due incognite -migranti e situazione economica- che potrebbero di nuovo pesare sulle convinzioni degli elettori, più delle promesse di tagli alle tasse o aiuti materiali che il premier continua a sfornare senza sosta”.
Per il direttore de Il Fatto Marco Travaglio “Purtroppo è andata come si temeva. Davide non ce l’ha fatta a sconfiggere Golia”. A pagina 2: “16 milioni vanno alle urne contro le trivelle (e Renzi)”, scrive Marco Palombi. Alla pagina seguente, intervista al presidente della Regione Puglia Emiliano: “Nessuna umiliazione da chi sta con le lobby”, “Milioni di italiani contro le scelte del governo. Ora andranno ascoltati”.

Inchiesta Potenza

Su La Repubblica, due intere pagine sul vicepresidente di Confindustria indagato, Ivan Lobello: “Nomine, terreni e appalti, ecco le telefonate di Lobello”, “La rete di contatti per favorire gli amici e conquistare la presidenza di Unioncamere. E Gemelli esultò per il trasferimento dell’ammiraglio sgradito: ‘E’ un marinaretto’. Di Giuliano Foschini ed Emanuele Lauria. A pagina 13, intervista ad Alberto Cozzo, commissario dell’autorità portuale di Augusta, ancora sul ruolo di Lobello: “‘Così il presidente mi raccomandò e convinse Delrio'”, “‘Sì, Ivan sostenne la mia riconferma ma senza pressioni indebite'”, “Lo Bello esercitò una normale prerogativa che gli derivava dal suo ruolo di presidente della Camera di Commercio di Siracusa”.
Su Il Fatto: “De Giorgi e l’affarone: ‘Ho l’ok della Difesa’”, “Inchiesta petroli, nuove accuse all’ammiraglio. ‘Licenza di uccidere’ sugli appalti”.

Egitto, caso Regeni

Sul Corriere, a proposito della visita del presidente francese Hollande al Cairo, dove ha incontrato il capo dello Stato egiziano, il generale Al Sisi: “Al Sisi: ‘Da noi i diritti umani non valgono'”, “Il presidente egiziano oppone le difficoltà del suo Paese a Hollande che gli parla del caso Regeni”.
Su La Repubblica: “Al Sisi a Hollande: ‘Qui non valgono i diritti umani Ue'”, “Tensione durante la visita, irrompe il caso Regeni. Il presidente egiziano: le nostre istituzioni sotto attacco”. Ne scrive Anais Ginori. Sulla stessa pagina l’articolo di Giuliano Foschini: “E il Cairo avverte l’Italia: basta pressioni”, “Caso Roma-Salah: i bimbi andranno in campo con lo striscione per Giulio davanti agli atleti”. Dove il riferimento è al calciatore egiziano attaccante della Roma, Mohamed Salah, che domenica prossima dovrebbe entrare in campo indossando la maglietta di Amnesty che chiede “Verità per Giulio”.
Ne scrive anche La Stampa: “Caso Regeni, interviene Hollande. Il Cairo: l’Italia allenti le pressioni”, “Il presidente Al Sisi: ‘Se l’Egitto cade conseguenze inimmaginabili'”, “Non è possibile applicare gli standard europei sui diritti umani perché l’Egitto è molto turbolento'”.

Migranti e rifugiati

Il Corriere intervista l’Alto commissario Onu ai rifugiati (Unhcr) Filippo Grandi: “Inevitabili i rifugiati. Respingerli con barriere è soltanto ingenuità”, “In Italia nessuna invasione”, “Se i flussi fossero stati gestiti diversamente, si sarebbe evitata una paura crescente”, “al 15 aprile c’è stato l’11% in più di arrivi rispetto allo stesso periodo del 2015”.
Su La Stampa, intervista di Paol Mastrolilli al candidato democratico alle primarie Usa Bernie Sanders: “Sanders condanna muri e xenofobia: ‘Europa e Usa accolgano più siriani'”, “Il senatore democratico: serve compassione, aiutare i rifugiati è nostro dovere morale”, “Sostengo gli sforzi della comunità internazionale in Libia: il Paese ha bisogno di un governo di accordo nazionale”, “Incontrare Papa Francesco è stato un onore. E’ una bella persona e un uomo di pace, emana qualcosa di speciale”.

Primarie Usa

Su La Repubblica gli articoli di Federico Rampini sulla sfida che si tiene domani nello Stato di New York: “Voto femminile e questione denaro al centro del dibattito in un momento clou della corsa”. Sul fronte repubblicano: “Trump alla conquista delle donne gioca la partita Ivanka”, “La seconda figlia di The Donald ha il compito di far dimenticare le ripetute gaffe misogine del padre”. In campo democratico: “‘Hillary, fondi osceni’. Clooney si pente delle cene elettorali”, “L’attore ha fatto da anfitrione ad eventi per la campagna della Clinton con la raccolta di cifre da capogiro”, “il rivale” Bernie Sanders “ha applaudito la virata: ‘Bravo, rispetto la sua onestà. Una tragedia il denaro che compra le elezioni'”.
Sul Corriere ne scrive Giuseppe Sarcina: “Le New York di Hillary e Sanders. Il divario passa per Central Park”, “Il West Side col senatore socialista, l’East Side con la Clinton”, “I donatori dei due candidati divisi anche dall’indirizzo: borghesi contro intellettuali”.

Populismo

Sul Corriere a pagina 30 un’analisi di Alberto Martinelli: “L’ascesa del populismo può essere arginata”. Dove si analizzano le cause interrelate che lo hanno provocato (come la crisi dei grandi partiti ideologici e il crescente distacco tra cittadini e ceto politico, la personalizzazione della politica e l’effetto combinato della globalizzazione e del deficit democratico dell’Ue) tanto in Europa che negli Usa, dove è ben presente nella campagna per le presidenziali. Tanto sul versante repubblicano, con Donald Trump, che su quello dei democratici, con Bernie Sanders (“pur membro del Congresso. rivendica la sua alterità rispetto all’élite del suo partito e presenta una serie di priorità programmatiche che rinverdiscono il populismo di un secolo fa, unito a un nuovo isolazionismo”).

Opec

La Repubblica: “Salta l’intesa sul petrolio. Arabia e Iran ai ferri corti”, “A Doha i Paesi Opec e gli altri produttori avrebbero dovuto accordarsi sul congelamento della produzione. Timori di nuovi crolli per il greggio”, “Veto saudita ad un blocco che non coinvolga anche Teheran”. Ne scrive Maurizio Ricci.
Su La Stampa: “Fallisce il vertice di Doha. Nessun accordo sul petrolio”, “L’Arabia vuole congelare la produzione, l’Iran dice no. Paura sui mercati. In Kuwait lo sciopero di 20 mila lavoratori fa crollare l’estrazione (-60%)”, scrive Paolo Baroni. E in basso un’analisi di Giorgio Arfaras: “La corsa folle al ribasso de greggio per vedere chi cede per primo”, “I sauditi giocano sul prezzo basso per indebolire gli iraniani. Ma Teheran vuole vendere più barili anche a costi inferiori”.

redazione grey-panthers:
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