Se Vienna procede, si ritorna all’Europa delle Nazioni

Pubblicato il 15 Aprile 2016 in da redazione grey-panthers

Il Corriere della Sera: “Referendum, attacco di Renzi”, “‘Legittimo astenersi, una bufala che si decida sulle rinnovabili’. Ira dei No Triv”, “Il Consiglio di Stato interviene sul canone Rai nella bolletta: il regolamento va rivisto”.
Il “dibattito” sul referendum sulle trivellazioni di domenica prossima mette a confronto le opinioni di Michele Ainis e Angelo Panebianco: la questione affrontata in questo caso è l’astensione. Ainis: “E’ meglio votare, niente espedienti”. Panebianco: “Si può non votare. E’ un mio diritto”.
L’editoriale di Sabino Cassese, in apertura a sinistra, è dedicato alle vicende del giacimento Tempa Rossa, in Basilicata: “Eppur si deve decidere”.
A centro pagina, foto dai funerali di Gianroberto Casaleggio, con Alessandro Di Battista in lacrime, accanto a Luigi Di Maio: “‘Onestà, onestà’. L’urlo per Casaleggio”.
Di fianco, le parole della direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale sull’ipotesi Brexit: “Lagarde avverte: con Londra via, Europa a rischio”.
A fondo pagina: “Film italiani? A Cannes nessuno in gara”, “Dopo il tris dell’anno scorso. Non accadeva dal 2007. Salvatores: per noi un’era incerta”.
Poi un articolo di Guido Olimpio: “Causa di Microsoft al governo Usa”.
Sulla colonna a destra, il tema della nomina del nuovo procuratore a Milano in un articolo di Giovanni Bianconi: “I pm di Milano senza il capo e una partita tornata incerta”.
Unknown-9La Repubblica: “Migranti, l’Italia all’Europa: fermare l’esodo dalla Libia”, “Lettera del governo a Bruxelles: non lasciateci soli di fronte all’emergenza. Dopo il Brennero, Vienna alza una barriera anche sul confine ungherese”.
Su questo tema un intervento del presidente austriaco Heinz Fischer: “Niente strappi con Roma”.
La foto a centro pagina è per il candidato democratico alle primarie Usa Bernie Sanders, che oggi prenderà parte ad un convegno della Pontificia Università lateranense sui 25 anni dell’enciclica ‘Centesimus annus’ e che Marco Ansaldo ha intervistato: “il sogno di Sanders in Vaticano: ‘Con il Papa cambio il mondo'”.
In apertura a sinistra: “Renzi: ‘Una bufala il referendum’. Il Pd si spacca sull’astensione”, “Trivelle, il premier con Napolitano. Speranza: posizione inaccettabile”.
“Si gioca in anticipo la partita d’autunno” è il titolo della rubrica “Il Punto” di Stefano Folli dedicato a questi temi.
Sull’inchiesta petrolio in Basilicata e l’indagine di Potenza, l’attenzione è sul sottosegretario alla Salute Vito De Filippo: “Dalla security alla Fao, le raccomandazioni del sottosegretario”, di Giuliano Foschini.
A fondo pagina torna il caso del figlio di Riina alla trasmissione “Porta a porta”: “Quando Riina jr disse: ‘Papà li scannò tutti'”, “I nastri-verità prima del libro”. Ne scrive Salvo Palazzolo.
E su Cannes: “Le palme di Cannes senza les Italiens”, “Un festival in salsa francese”, scrive Natalia Aspesi.
La Stampa: “Migranti, l’ira dell’Ue sull’Austria”, “Ma Vienna alza i toni sul Brennero: siamo pronti a chiuderlo del tutto. Gentiloni: contrari a misure unilaterali”. Poi i titoli sull’intervista di Marco Zatterin al commissario Ue all’Immigrazione Avramopoulos, che dice: “No a muri e frontiere, così Schengen finisce”.
“Così ritorna l’Europa delle Nazioni”, scrive in un editoriale Stefano Stefanini.
In prima anche un’intervista all’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet: “‘Italia, l’austerità non è finita’”.
A centro pagina, foto dai funerali di Casaleggio: immortalato l’abbraccio tra il figlio Davide e Luigi Di Maio: “M5S, l’esordio da leader di Davide”, “Ai funerali il primo discorso del figlio di Casaleggio: uniti o sarà il caos”.
Di fianco: “Il piano del Califfo: ‘Vittoria nel 2022′”, “Al Baghdadi mette in pratica il programma di Bin Laden”,”L’obiettivo: uno Stato islamico dal Marocco all’Indonesia”. Di Giordano Stabile.
E un intervento del generale Giuseppe Cucchi (già direttore del Dis, ndr.) “Usiamo la Nato per proteggere le nostre città”.
Dalla Francia: “Dramma Chirac. L’anoressia uccide la figlia”.
Il titolo de Il Fatto fa riferimento tanto all’elezione alla presidenza dell’Associazione Nazionale Magistrati di Piercamillo Davigo che alla corsa per la guida della Procura di Milano (cui concorre Francesco Greco), che ad alcune inchieste e processi in corso: “Il ritorno di Mani Pulite”, “Pool position. Riecco tre pm di Tangentopoli, mentre riesplodono le inchieste”. “1. Dopo Davigo alla guida dell’Anm e Ielo capo del pool anti-tangenti di Roma, Francesco Greco è il più votato dal Csm per la Procura di Milano (il plenum si esprimerà tra un mese)”. “2. Potenza: De Filippo (sottosegretario Pd) nelle intercettazioni si preoccupa delle ‘cimici’ degli inquirenti, parla in ‘codice’ e raccomanda, in cambio di voti, il figlio della sindaca Vicino”. “3. Rai: i pm indagano tre dirigenti e le aziende che lavorarono per Sanremo e Capodanno 2016. Sul caso Vespa-Riina, Verdelli rischia il posto per aver difeso l’autonomia giornalistica”, “4. ‘Onestà, onestà!’. Al funerale di Casaleggio a Milano, la folla saluta il feretro con slogan da 1992. Fischi al vicesegretario del Pd Guerini. Grillo: ‘Giù il cappello davanti a uomini come lui'”.
A centro pagina: “Napolitano-Renzi, il gioco a due per far fallire il referendum”, “L’emerito. re Giorgio: ‘Urne pretestuose, sto a casa’. Matteo: ‘Sei un maestro'”, “Il premier: ‘La consultazione è una bufala’. Insorgono sinistra dem e M5S. Dal Colle (dove le dichiarazioni del predecessore sono giunte ‘inaspettate’) nessun commento, ma la conferma che domenica Mattarella andrà al seggio. Una scelta che irrita Palazzo Chigi”.
“Ex voto” è il titolo dell’editoriale del direttore Marco Travaglio, dedicato alla scelta dell’ex presidente Napolitano di definire ‘pretestuoso’ il voto sulle trivellazioni al referendum di domenica prossima.
Sul tema anche un’intervista a Piero Pelù, che dice: “Io non obbedisco, tutti a dire sì, stop alle trivelle”.
Sul fondo Atlante, con foto del ministro dell’Economia Padoan: “Aiutino alle banche: dopo i mutui, espropri facili alle imprese”.
Il Giornale: “I giudici spengono il canone Rai”, “Pasticcio in bolletta”, “Impreciso, sbagliato e senza privacy: per il Consiglio di Stato il nuovo regolamento è da rifare”.
Più in basso due analisi sule politiche del governo Renzi: “Renzi non ha rilanciato i consumi. Così l’Italia resta in deflazione” (di Fabrizio Ravoni) e “Dalla legge elettorale alla Carta: le riforme autoritarie di Matteo” (di Piero Ostellino).
Poi, con foto di Franco Zeffirelli: “Buon Dna non mente: tra gli eredi di Leonardo c’è anche Zeffirelli”.
A centro pagina: “Pisapia si multa da solo: 1,5 milioni”, “Il comune di Milano sanziona Atm: non ha versato la tassa rifiuti sulle strisce blu dei parcheggi”.
A fondo pagina, lettera di Marina Berlusconi dopo che ieri la Mondadori ha perfezionato l’acquisizione del settore libri di Rcs: “Noi, l’Antitrust e l’orgoglio di fare grande Mondadori”.
L’editoriale del direttore Alessandro Sallusti è dedicato al funerale di Casaleggio e al M5S: “La follia di fare dell’onestà un manifesto politico”.
Il referendum sulle trivellazioni, le polemiche su Napolitano
La Repubblica: “Renzi: ‘Il referendum è solo una bufala’. Sinistra pd all’attacco”, “Speranza: ‘Inaccettabile astenersi’. Polemica su Napolitano. L’M5S: avevamo visto giusto su di lui”. Per il premier Renzi -spiega il quotidiano- è “una bufala” dire che domenica si vota sulle fonti di energia rinnovabili. “Non c’è nessun referendum sulle trivelle. Non c’è una sola trivella in discussione”. E definisce “magistrale” l’intervento dell’ex presidente della Repubblica Napolitano (intervistato ieri dal quotidiano, aveva definito “pretestuoso” il referendum, legittimando pienamente la scelta dell’astensione, sollecitata dallo stesso Renzi, ndr.)
“Nessuna figura della vita politica accende passioni e polemiche come Giorgio Napolitano”, scrive su La Repubblica Stefano Folli, sottolineando che le parole dell’ex presidente sono uno sostegno a Palazzo Chigi. Sulle trivelle, scrive Folli, si gioca in anticipo la grande partita d’autunno”, ovvero il referendum sulle riforme costituzionali. Renzi, per quel che riguarda il suo invito all’astensione, “non si limita a stare a casa, ma svolge attiva campagna mediatica a favore dell’astensione”, scrive Folli evidenziando anche che ad alcuni appare eccessivo ed inopportuno, visto che il presidente del Consiglio è anche segretario Pd e in quel partito, “sia a Roma che nelle regioni” ci sono anche sostenitori della tesi ‘No Triv’: “anzi, ci sono alcuni fra gli stessi promotori del referendum, quasi tutti avversari di Renzi”.
Su Libero il direttore Maurizio Belpietro scrive: “Napolitano si rinnega per aiutare Matteo”, “Voltafaccia sui referendum”, “Napolitano il comunista: i principi valgono solo quando fa comodo”, “Il capo dello Stato emerito scende in campo a sostegno del premier: non andare a votare il referendum è legittimo. Ma quando al governo c’era Berlusconi, per ostacolarlo diceva: io alle urne di vado sempre”.
Il Giornale: “Astensione sul referendum: la giravolta di Napolitano”, “L’ex capo dello Stato sulle trivelle: ‘Consultazione pretestuosa’. Ma quando c’era Berlusconi votare era ‘un dovere morale’. E Renzi esulta: ‘Magistrale'”. Scrive Roberto Scafuri: “Giorgio Napolitano, ‘inventore’ del governo Renzi come lo fu di quello Letta e, soprattutto, mentore dei tecnici di Monti, ha le idee un po’ confuse. Comprensibile. Anche i ricordi, probabilmente, sfumano in qualcosa di indistinto e non sempre coerente con la storia patria. Prendiamo per esempio quanto disse nel 2011, all’epoca del referendum sull’acqua bene pubblico. Regnava Silvio Berlusconi, la sinistra cercava disperatamente la rivincita”. Allora, sottolinea più avanti Scafuri, dal Quirinale arrivò “il suo saggio monito per il voto, “‘un dovere morale'”. Si votava anche sul nucleare e sul lodo Alfano, naturalmente”.
Tutto dedicato a Napolitano è l’editoriale del direttore de Il Fatto Marco Travaglio: “ha emanato il suo regio editto proastensione, facendo il palo a Renzi nello scippo del referendum di domenica. E tutti gl’italiani devono essergliene profondamente grati. Sono 60 anni che, quando parla, è cosa buona e giusta fare l’esatto contrario”: e Travaglio parte dal 1956, all’invasione dell’Ungheria (“montò sulla tribuna dell’VIII congresso del Pci per esaltare la sanguinosa repressione”). Poi, riferendosi alla definizione di quesito “pretestuoso” usata da Napolitano per il referendum, Travaglio dice che sfugge il senso di quella parola, visto che il quesito “è chiarissimo”: “ma forse Napolitano voleva dire ‘petaloso’, che avrebbe più senso. Siccome, come tutti i vecchi burocrati comunisti, ha buttato a mare l’ideologia ma non la prassi, il nostro conserva tutta la doppiezza togliattiama del peggior Pci. Tre anni fa giurò che mai avrebbe accettato la rielezione, poi la accettò nel giro di un quarto d’ora. Quanto al dovere di votare (Costituzione, art. 48: ‘Il voto è personale e segreto. Il suo esercizio è dovere civico’) e rammentato agli smemorati dal presidente della Consulta, Napolitano lo afferma e lo nega a seconda delle convenienze. Il 6.6.2011, alla vigilia dei referendum su acqua, nucleare e ‘lodo’ Alfano, dichiarò da presidente: ‘Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere’. E il 23 giugno 2011 scrisse a Marco Pannella, per convincerlo a sospendere lo sciopero della seta, magnificando ‘lo strumento referendario come elemento di democrazia diretta’”.

M5S dopo Casaleggio

Sul Corriere: “Le lacrime in chiesa e il grido: ‘Onestà’. Poi l’investitura di Davide Casaleggio”, “Tutti gli occhi sul figlio che raccoglie l’eredità del blog. Dopo il funerale il brindisi: così voleva Gianroberto”. E a pagina 9: “Il tour in Europa di Di Maio: nelle capitali da leader. M5S spaccati, vertice in bilico”.
Su La Stampa: “Davide, il primo discorso da leader: state uniti, altrimenti sarà il caos”, “Poi il brindisi coi parlamentari. Di Maio a lungo col socio di Casaleggio, Eleuteri”.
Su Il Giornale: “Grillo incorona un computer alla guida dei Cinque Stelle”, “Debutta ‘Rousseau’, il sistema operativo eredità di Casaleggio per gestire tutto il Movimento. Per la leadership è sfida tra il moderato Di Maio e il movimentista Fico. Con l’incognita Raggi”.

Sanders, Clinton, primarie Usa

Su La Repubblica Marco Ansaldo intervista il candidato democratico alla nomination Bernie Sanders, che oggi prende parte – invitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali- ad un convegno che celebra i 25 anni dell’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II “Centesimus annus”: “Sanders porta il suo sogno in Vaticano: ‘Con il Papa per cambiare il mondo'”, “Francesco affronta questioni di cui mi occupo da anni: diseguaglianze e questione del clima”. E, parlando della sua campagna elettorale, dice: “Tra la fine dei caucus e le primarie stiamo colmando il gap che c’era, e abbiamo ancora molta energia da spendere. Vedo che ogni giorno migliaia di persone arrivano dalla nostra parte. Io sono determinato a vincere la nomination e poi ad affrontare Donald Trump”, “Abbiamo metà della comunità afro-americana con noi”.
Su La Stampa: “Sanders punta alla Convention per fermare la corsa di Hillary”, “Il senatore non si ritira obbligando la rivale a spendere fino a 20 milioni al mese. Il suo manager: Clinton avanti grazie ai superdelegati, faremo saltare la nomination”, scrive Paolo Mastrolilli.

Migranti. Integrazione e Germania

Sul Corriere una corrispondenza da Berlino di Danilo Taino: “Legge tedesca per integrare i migranti. Corsi obbligatori di lingua e cultura”, “Zone di residenza assegnate assegnate per evitare la nascita di ghetti in stile Molenbeek”.
Ne scrive su La Stampa Alessandro Alviani: “La Germania obbliga i mirgranti ai corsi di lingua”, “Accordo nel governo per una legge sull’integrazione”, “Incentivi per trovare un impiego e sanzioni a chi abbandona il lavoro”.

L’Islam e noi. Velo di Francia

Sul Corriere, da Parigi, Stefano Montefiori scrive che “il premier Valls apre il fronte del velo islamico nelle università francesi”. Ricorda un episodio di un anno fa, da cui ebbe origine questa nuova polemica: un professore dell’università Paris XIII di Villetaneuse, ha interrotto la sua lezione chiedendo ad una studentessa di togliersi il velo. Il preside della facoltà gli tolse la cattedra perché il velo islamico all’università è autorizzato. Un anno fa il premier Manuel Valls disse che “la questione non era minimamente di attualità”. A distanza di un anno, dopo i 130 morti del 13 novembre, il premier ha cambiato idea, scrive Montefiori: è convinto che le presidenziali del 2017 si giocheranno sui temi identitari e sulla difesa della società francese dall’avanzata dei salafiti. Lunedì, aveva detto che “il velo non è un fenomeno di moda, non è un colore che si porta, no: è un assoggettamento della donna”. E in un’intervista a Libération due giorni dopo si è detto favorevole alla proibizione del velo all’università.

L’Islam e noi, Birnbaun

Su La Repubblica, alle pagine R2Cultura, intervista Jean Birnbaum, che dirige il supplemento libri di Le Monde ed ha pubblicato di recente un saggio dal titolo “Un silence religieux”. “La sinistra non capisce l’Islam”, dice. E sottolinea: “Abbiamo perso la speranza e non vediamo quella degli altri a cui resta solo la religione”, “Parlare solo di povertà o emarginazione è ricondurre tutto alle nostre abitudini mentali”, “Anche se motivato da lodevoli intenzioni, e cioè dalla volontà di non condannare tutta una comunità, è un errore dire che i terroristi del Califfato non hanno nulla a che fare con l’Islam”. Non riconoscere la dimensione religiosa del terrorismo islamico è un errore “perché significa pugnalare alla schiena tutti coloro che nell’islam sanno benissimo che questa relazione esiste e cercano ogni giorno di combatterla. All’interno del mondo musulmano si sta svolgendo un’aspra battaglia tra due diverse concezioni dell’Islam. Dobbiamo prenderne atto e sostenere tutti coloro che cercano di sottrarre la fede ai fanatici che la deturpano”.