Il Corriere della Sera: “Oscillazioni nello spazio, Einstein aveva ragione”, “Onde gravitazionali. Rilevate per la prima volta”. Ne scrivono Carlo Rovelli, Giovanni Caprara (“Antenna e fondi. La festa (a metà) degli italiani” a Pisa) e Tullio Avoledo (“Wells, Star Treck & Interstellar. Così sognavamo”).
A centro pagina: “Borse, il caso Deutsche Bank”, “L’istituto sotto attacco. Etruria insolvente: gravi inefficienze dei manager”, Mercati. Giù l’Europa, Milano -5,6%. E ad Arezzo rischiano l’accusa di bancarotta Rosi, Berni e Boschi”.
Del caso Deutsche Bank scrive Federico Rampini. Degli sviluppi dell’inchiesta su Banca Etruria Fiorenza Sarzanini. Del “duello sui Btp” tra Roma e Berlino si occupa l’analisi di Danilo Taino (“Le regole incerte sul credito”).
Più in basso, le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana Bagnasco: “’Unioni civili con il voto segreto’”. Ma il governo contesta Bagnasco”.
“Lo strappo che spiazza il Pd” è il titolo del commento di Massimo Franco.
In apertura a sinistra, su “Giustizia e politica”: “Il Paese delle leggi in ostaggio”, di Sergio Rizzo (sulla legge approvata due anni fa al Senato, che ora giace in un “cassetto” alla Camera, che stabilisce che un magistrato non possa candidarsi dove ha esercitato nei cinque anni precedenti).
A fondo pagina: “Michi, rinato dall’acqua: pensavo al mio fratellino”, “Restò 42 minuti sul fondo del Naviglio”.
In prima anche una foto del pianista e compositore torinese Ezio Bosso, di cui scrive Gian Antonio Stella: “Le mani abili di Ezio Bosso come un piccone sui pregiudizi”, “Chi ha già vinto Sanremo”.
La Repubblica: “Il grande caos delle Borse. Ue, Juncker gela Renzi”, “Milano perde il 5,6%. Fed: pronti a tassi negativi. Petrolio, l’Opec si muove”.
E lo “scenario” di Federico Rampini: “Deflazione, il mondo sotto zero”.
In prima anche il richiamo all’intervista al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “Ben la spinta di Matteo, all’Europa serve più ambizione”.
A centro pagina: “I vescovi: voto segreto sulle unioni. Il governo: non è la Cei a decidere”, “L’intervento di Bagnasco. Bagarre al Senato per un bacio gay”.
“Un confine da rispettare” è il titolo del commento di Stefano Folli sulle parole di Bagnasco.
Di spalla a destra: “Ecco lo tsunami della gravità. Einstein vince 100 anni dopo”, “Scoperta di un’équipe italo-francese”. Se ne occupano Giovanni Bignami ed Elena Dusi (quest’ultima con un reportage da Cascina, in provincia di Pisa, “Nel fortino dei ricercatori italiani”).
Sulla colonna a sinistra, attenzione per la Siria, dopo un primo accordo raggiunto nella notte al vertice di Monaco di Baviera: “’Cessate il fuoco in una settimana’. Siria, prima intesa”.
E alla guerra siriana è dedicata l’analisi di Bernardo Valli: “Il dilemma di Usa e Russia”.
La Stampa: “Deficit, sfida di Renzi all’Europa”, “Il premier: basta aumenti Iva, vogliamo decidere da soli. Mattarella: le riforme daranno crescita ed efficienza”, “Unioni civili, il cardinale Bagnasco: voto segreto. Il governo: la Cei non interferisca”.
Poi i titoli sui crolli in Borsa: “Borse, profondo rosso. Milano affonda: -5,6%. Giù anche Wall Street”, “Lo spread tocca quota 160”, “Allarme Fmi sulla crescita globale. E la Yellen apre ai tassi negativi”.
“I limiti dei banchieri centrali” è il titolo dell’editoriale di Alberto Mingardi.
A centro pagina, con foto della statua umoristica di Einstein nell’archivio dell’Università ebraica di Gerusalemme: “100 anni dopo, la vittoria di Einstein”, “Scoperte le onde gravitazionali, cambia il modo di guardare l’universo”.
Di fianco: “Emergenza migranti, navi Nato nell’Egeo”, “Ma Erdogan: vi mando tutti i profughi”, “L’Italia: estendere i controlli anche in Libia”.
Sul tema “Lotta all’Isis”: “Riad manderà le truppe in Siria al fianco degli Usa”.
In prima anche il richiamo all’intervista all’ex presidente israeliano e Nobel per la Pace Shimon Peres, che dice: “La crisi non riguarda solo il Medio Oriente, è mondiale: sciiti e sunniti fermano il nuovo”.
Il Fatto, “Conflitto d’interessi/1”: “Stravolta la riforma delle Bcc”, “Lotti si fa una banca, quella del Giglio magico”, “L’istituto Cambiano, dove lavora il padre del sottosegretario, è al centro del riassetto della finanza toscana con Chianti-banca, dove arriverà Bini Smaghi. Tutto grazie alla nuova legge sul credito cooperativo e a uno sconto fiscale”. Poi, di fianco: “Conflitto d’interessi/2”: “La nomina di Piacentini”, “Mr. Amazon al governo si occuperà di Amazon”, “Il supermanager del colosso Usa sbarca a Palazzo Chigi come consulente per il digitale. Mentre il gruppo di Bezos -assieme ad Apple e Google- è stato citato in relazione a un’inchiesta per elusione a Milano. Un caso simile a Londra è stato definito ‘scandaloso’”.
A centro pagina il titolo di maggiore evidenza: “Referendum No trivelle: Renzi butta 300 milioni per silurarlo”, “Giravolta. Niente election day. Nel 2011 il Pd diceva: ‘Non farlo è grave e costoso’”, “Consultazione fissata il 17 aprile, mentre le Amministrative sono a giugno: l’accorpamento avrebbe permesso un corposo risparmio. I promotori non hanno dubbi: ‘Una mossa per evitare il quorum’”.
Sul tema unioni civili, o meglio su “adozioni gay”: “Bagnasco: ‘Voto segreto’. Intanto il premier si piega”.
Poi, con una foto scattata dal fotografo-disertore siriano Caesar: “Alla Camera vietate le foto delle torture di Assad”, “Montecitorio. No alla mostra”.
A fondo pagina: “Buchi neri, 100 anni dopo Einstein aveva ragione”, “Scoperte le onde gravitazionali”, di Laura Margottini.
Sul trentesimo anniversario del maxi-processo istruito da Falcone e Borsellino: “Il maxiprocesso e i suoi eroi infangati dalle calunnie”, di Giancarlo Caselli.
L’editoriale del direttore Marco Travaglio è invece dedicato alle polemiche sulla multa che Casaleggio vorrebbe imporre agli eletti del M5S per evitare cambi di casacca e quindi al tema dell’articolo 67 della Costituzione sul non vincolo di mandato: “Multarli? Magari…”.
Il Giornale, con foto di Einstein: “Trovata la scorciatoia per l’universo”, “Buchi neri, provata l’esistenza di onde gravitazionali. Il concetto di spazio-tempo apre nuove frontiere”. Di Vittorio Macioce.
Il titolo di maggiore evidenza: “Borse ko”, “Banche, c’è il ‘salva amici’ di Renzi”, “Nuova legge, sospetti su tre piccoli istituti toscani che vogliono evitare la fusione”, “Bancarotta per Etruria. Papà Boschi sarà indagato”.
“Chi chiede flessibilità raccoglie sfiducia”, scrive in un editoriale in prima Francesco Forte, secondo cui “le norme varate dal Consiglio dei ministri per le sofferenze bancarie hanno deluso banche e investitori”.
In prima la foto della coppia gay che ieri nella tribuna del Senato, durante l’esame del disegno di legge sulle unioni civili, si è scambiata un bacio: “Caos emendamenti e il giallo dei baci gay in Parlamento: la Cirinnà è una farsa”, scrive Francesca Angeli.
Sulle elezioni a Roma: “Roma, Bertolaso a un passo dalla candidatura”, “In dirittura d’arrivo l’accordo tra il centrodestra e l’ex capo della Protezione civile”.
Più in basso: “Sul referendum contro le trivelle il premier rischia di farsi autogol”, scrive Adalberto Signore.
A fondo pagina: “Il Marocco ora è un’isola felice in mezzo all’infermo islamico”, “Riforme, energia e laicità”. Ne scrive Matteo Carnieletto.
E su “Eurofollie”: “Tra pipistrelli e bachi da seta, così la Ue spreca i nostri soldi”.
La Nato nell’Egeo, la guerra e la tregua in Siria.
Su La Stampa, pagina 8: “La Nato in campo contro i trafficanti di esseri umani”, “Tre navi pattuglieranno le coste greche e turche”, scrive Marco Zatterin da Bruxelles, dove si è tenuto il vertice dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica. A pagina 9: “L’Italia chiede di estendere i controlli anche alle coste della Libia”. E si riferiscono le parole del nostro ministro della Difesa Roberta Pinotti: “Prendo atto che c’è una apertura positiva alla necessità, ribadita da noi e sostenuta dagli spagnoli, portoghesi e dai greci stessi, ad allargare la missione antiterrorismo Active Endeavour alle acque prospicienti la Libia”.
Il segretario generale della Nato Stoltenberg -spiega Zatterin- “ha sottolineato che le navi greche e turche opereranno esclusivamente nelle acque nazionali, opzione consigliata dallo storico cattivo sangue che corre tra i due Paesi. L’insieme della squadra opererà in stretto contatto con Frontex, l’agenzia che controlla le frontiere dell’Unione. Non avranno nel loro mandato principale dell’Unione. Non avranno nel loro mandato principale quello di salvare i rifugiati. Però l’intesa prevede che i turchi riporteranno a casa tutti quelli che pescheranno nelle loro acque. E’ una novità. La speranza è che la missione possa svolgere anche una funzione di deterrenza che spaventi i trafficanti. ‘Troveranno altre vie, se l’emergenza continua’, confessa una fonte diplomatica”.
Su La Repubblica: “Primo accordo sulla Siria, ‘Fine ostilità entro sette giorni e aiuti umanitari subito’”, “Intesa nella notte al vertice di Monaco. Kerry: ‘Ottimo risultato’. Resta un clima teso. Migranti, via libera alla missione Nato”. Ne scrive Vincenzo Nigro, inviato a Monaco.
Ancora su La Repubblica, con firma di Pietro Del Re: “Tre navi nell’Egeo e aerei radar per fermare l’esodo sui gommoni”, “L’Alleanza atlantica pattuglierà le coste con Turchia, Grecia e l’agenzia europea Frontex. Sulla terraferma agirà l’intelligence per neutralizzare i trafficanti di uomini”.
Il quotidiano intervista Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere Italia, che però dice: “Ma la vera priorità sono i profughi”, “L’unica cosa da fare adesso in quel mare è salvare le persone che fuggono dalla guerra. Un’operazione di deterrenza come quella che si propone la Nato è il segno di una limitatezza di pensiero enorme. Nell’Egeo non serve un intervento militare”. La Nato annuncia che l’intervento è contro i trafficanti, servirà? “Non credo -risponde De Filippi- E’ un modo di agire che secondo noi ha ben poca prospettiva. La situazione in Siria è drammatica, le persone non si fermano, scappano comunque”.
Il Corriere della Sera: Spiragli di tregua in Siria. Via libera agli aiuti umanitari”, “Passi in avanti al vertice di Monaco di Baviera. Si lavora per un cessate il fuoco entro una settimana. La Nato invia le navi nell’Egeo. ‘Sono in missione per combattere i trafficanti di esseri umani’”. Ne scrive Lorenzo Cremonesi da Gaziantep, Turchia.
Su Il Fatto: “La Nato soccorre i migranti ma vuole armarsi di più”, “Nel Mar Egeo per soccorrere i siriani in fuga. Il Pentagono: ‘Gli alleati aumentino i fondi per contrastare i russi’”. Di Giampiero Gramaglia.
A pagina 8 de La Stampa: “Ma Erdogan avverte l’Europa: ‘Potrei mandarvi tutti i profughi’”, “Il presidente: ‘Bruxelles riconosca i nostri sforzi’. Nel 2015 fermati 91 mila migranti diretti in Grecia”, “Ankara chiede una ‘no fly zone’ per fermare la fuga dalla Siria”
Il caso Regeni in Egitto
Su La Stampa: “’Giulio portato via da un gruppo di uomini davanti a casa sua’”, “Il racconto di un testimoni al vaglio degli inquirenti italiani al Cairo. ‘Sembravano poliziotti in borghese’”. Scrivono Francesco Grignetti e Grazia Longo dal Cairo che un testimone egiziano ascoltato dal team investigativo italiano in trasferta in Egitto avrebbe affermato che Regeni è stato sequestrato all’ingresso della metropolitana sotto casa: la sera del 25 gennaio, sarebbe stato bloccato da un gruppo di uomini che “avevano tutta l’aria di essere poliziotti in borghese”- Un altro particolare inquietante sarebbe emerso dalle testimonianze di alcuni amici ricercatori dell’American University interrogati ieri dagli inquirenti romani: durante l’assemblea sindacale dell’11 dicembre scorso il ricercatore friulano si sarebbe accorto di esser stato fotografato. A spaventarlo fu la consapevolezza che l’autore degli scatti non fosse né un sindacalista.
Sul Corriere l’articolo dal Cairo di Virginia Piccolillo: “Rapimento di Giulio Regeni, al Cairo c’è un supertestimone”, “Interrogato dagli investigatori italiani: ‘Lo hanno preso agenti in borghese’”, “Ieri la squadra inviata da Roma ha ascoltato una versione con dettagli concreti”. Sono quindi stati ascoltati i personaggi principali di questa “brutale spy story”, scrivono i due cronisti: tranne uno, il professor Hassamein Kashek, un anziano professore ritenuto l’ideologo carismatico della dissidenza al regime di Al Sisi. E’ lui che Regeni doveva andare a trovare quella sera in occasione del suo compleanno.
Su La Repubblica: “Giulio, i giorni della paura e la verità del testimone: ‘Preso da agenti in borghese proprio davanti alla metro’”. Ne scrivono Carlo Bonini e Giuliano Foschini: “La riunione sindacale in cui venne fotografato e l’articolo su un blog sgradito alle autorità. Così nella vita di Regeni tutto cominciò a precipitare”.
Il quotidiano intervista Olivier Roy, politologo francese ed esperto di Islam, docente dell’European University Institute di Fiesole: è tra i firmatari dell’appello sottoscritto da oltre 4.500 accademici di tutto il mondo. E’ indirizzato al presidente egiziano Al Sisi e chiede giustizia per Giulio Regeni e per tutte le vittime di sparizioni forzate nel Paese: “Dicenti stanchi di subire, molti non torneranno più”. Spiega Roy: “Il suo non è il primo caso di ricercatore finito nelle mani della polizia in Egitto: finora gli stranieri erano stati interrogati, maltrattati e poi espulsi ma nessuno si era fatto male. Era un modo per mettere pressione su di noi. I colleghi egiziani avevano avuto una sorte peggiore: parecchi erano finiti in prigione ed erano stati torturati. Ora però c’è un morto, non possiamo più restare in silenzio”. Che contributi portano persone come Regeni alla ricerca accademica, chiede Fracesca Caferri. “Un contributo fondamentale. Sono quelle che si immergono nella realtà che li circonda”, passano magari un mese nelle periferie in cui i docenti non hanno tempo o modo di andare, “il lavoro vero è il loro, non il nostro. Senza persone così non ci sarebbe ricerca vera, ma solo paludati convegni”.
Il Fatto: “Una spia fotografò Regeni con i sindacati, le paure del ricercatore rivelate agli amici”, “Indignazione. Il New York Times: questi abusi non possono più essere tollerati”. Ne scrive Valeria Pacelli.
Medio Oriente, potenze regionali e geopolitica
Sul Corriere, a pagina 24, un’analisi di Francesco Maria Greco: “L’America in Medio Oriente farà ancora da arbitro”, “Dopo l’accordo sul nucleare con l’Iran cambieranno i destini di quest’area infiammabile, segnata da antichi conflitti. Ma a prescindere dal ruolo del nuovo presidente, gli Usa confermeranno il loro ruolo ormai consolidato di ‘riequilibratore esterno’”, “Un futuro che non sembra più giocarsi sulla questione palestinese ma sulla partita per la preminenza regionale fra Riad e Teheran”. Scrive Greco, a proposito dell’accordo con l’Iran, che nulla lascia presagire che esso induca Teheran ad una politica più aggressiva negli scacchieri in cui operano i suoi alleati sciiti, ovvero Iraq, Libano, Bahrein, Yemen e Siria; né appare probabile che si metta ad orchestrare attacchi contro Israele tramite Hamas, Hezbollah o Jihad islamica palestinese. Riad e i partner del Golfo “temono che l’accordo 5+1 costituisca per gli Usa l’alibi per giustificare un drastico disimpegno dalla regione. Come che sia, Washington dovrà trovare in tempi brevi un modo per riequilibrare i suoi rapporti con il mondo sunnita: un meccanismo volto a gestire la rivalità irano-saudita per non vanificare i positivi effetti dell’accordo nucleare”.
Su La Stampa, intervista all’ex presidente israeliano e Premio Nobel per la Pace nel 1994 Shimon Peres: “La crisi non appartiene solo a quest’area, è mondiale. Le nostre istituzioni sono costruite per l’era delle terra, dei confini. Ma nell’epoca di Internet si può crescere senza conflitto. Il problema è che non abbiamo ancora divorziato dal passato”, “gli imperi stanno sparendo, così come accade ai Paesi nati sulla base di convenzioni artificiali, pensiamo agli accordi del 1916 che disegnarono il Medio Oriente. Mai i sunniti, gli sciiti, non lasciano che la nuova età inizi”.
Su La Repubblica l’analisi di Bernardo Valli: “Russia e America, il dilemma siriano”, “Meglio un rais inaffidabile o dei fanatici sanguinari? Il rais di fatto la spunta”.
Il Papa incontra Kirill
Su Il Fatto: “La Chiesa fa pace all’Avana”, “”Storico incontro tra Francesco e Kirill, leader degli ortodossi russi: ricomposta la frattura di mille anni fa. Uno spot anche per il nuovo corso del regime cubano”. Ne scrive Diego Lòpez da L’Avana. “Tra i due -si legge- sarà firmato un documento contro le persecuzioni dei credenti della croce in Medio Oriente”. “Papa Francesco -scrive Lòpez- rafforza la sua linea riformatrice con la quale intende ‘riconquistare’ l’America latina, subcontinente chiave per il futuro della Chiesa. Kirill rafforza il ruolo della Chiesa ortodossa come componente dell’identità russa e alleata della politica del presidente Vladimir Putin”.
Sul Corriere ne scrive Luigi Accattoli a pagina 25: “Kirill e Francesco a Cuba, perché il futuro passa da lì”. Scrive Accattoli che “la ragione di sostanza” dell’incontro a Cuba è stata chiarita da Hillarion, negoziatore di Kirill: “era desiderio dei russi che l’incontro non si tenesse in Europa, cioè nel continente della divisione delle Chiese, mentre l’appuntamento dovrebbe tendere al superamento della rottura”. Da leggere, su Reset, l’analisi di Matteo Tacconi:”Perché il vertice tra il Papa e Kirill è un’occasione storica” http://www.reset.it/reset-doc/incontro-papa-patriarca-cuba
E poi
Su La Repubblica, alle pagine R2: “A scuola di laicità”. E’ Anais Ginori a firmare un articolo in cui racconta il suo “viaggio in un liceo di Parigi che, dopo gli attentati, ha introdotto le lezioni su religione, Stato e tolleranza”. “’Prof, perché non si può scherzare su Maometto?’”, “’Perché i musulmani sono così poco rispettati?’”. Il corso di ‘educazione morale e civica’, varato dopo ‘Charlie’, inizia dalla prima elementare. Di fianco, un intervento del filosofo Edgar Morin con copyright Le Monde: “Per battere fanatismo e terrorismo bisogna lavorare sulla conoscenza”.
Sul Corriere, a pagina 25, un commento di Mauro Magatti: “L’identità politica dei giovani, a metà tra l’io e il noi”, “Tra i Millennials che nei sondaggi preferiscono Corbyn e Sanders è in atto un orientamento nuovo: sono sensibili all’etica e attenti alla collettività”.
Il Corriere è in edicola con il secondo volume dedicato al “dibattito delle idee” e all’Islam. Oggi è la volta di “La paura dell’Islam”, di Olivier Roy. Si tratta degli interventi pubblicati su Le Monde a partire dall’11 settembre.