Da vedere il DVD: “A Chiara” di Jonas Carpignano

sceneggiatura Jonas Carpignano cast Swamy Rotolo (Chiara Guerrasio) Grecia Rotolo (Giulia Guerrasio) Giorgia Rotolo (Giorgia Guerrasio) Claudio Rotolo (Claudio Guerrasio) Carmela Fumo (Carmela Guerrasio) Antonio Rotolo (Antonio) Antonina Fumo (zia Nina) Giusi D’Uscio (Giusy) Concetta Grillo (Concetta Tripodi) Graziella Ciaroni (Graziella) produzione Ita-Fr-Usa 2021 genere drammatico durata 116 min

 

Peccato! Peccato per quella partenza farraginosa e prolissa, esteticamente pesante con la solita steadicam a frullatore, una musica bolsa e fastidiosa e una sfilza di luoghi comuni narrativi che è difficile trovate concentrati in tale quantità. Poi, per fortuna, succede il miracolo (musica a parte): la macchina da presa smette di sfarfalleggiare e fa la macchina da presa, la storia entra nel vivo con buona progressione drammaturgica e un sottotesto decisamente interessante. Insomma: quasi due diversi film in uno solo. Meglio ancora: se in sede di montaggio si fosse condensata la prima mezz’ora in dieci minuti al massimo avremmo avuto un film compatto e serrato, tra i migliori prodotti in Italia a tema criminalità organizzata (‘Ndrangheta calabrese nella fattispecie). Vediamo di spiegare.

Chiara è una ragazza di 15 anni che vive a Gioia Tauro (si vede il porto), seconda di tre sorelle (Giulia, la maggiore, neodiciottenne e Giorgia, di 6-7 anni) amatissime da mamma Carmela, casalinga, e, ancor più, da babbo Claudio. Come tutte le coetanee vive alla giornata, sogna, bisticcia con le sorelle e fa comunella con le amiche, va in palestra e sta incollata ai social. Fino a quanto l’adorato paparino sparisce di circolazione dopo che un attentato gli ha distrutto l’automobile. Quando poi Chiara scopre da un giornale web il motivo della sparizione e, ancor più, quando trova un bunker sotto casa con accesso camuffato e uscita segreta comincia a farsi delle domande. Comincia anche a farle ai familiari e ai parenti e, soprattutto, comincia a darsi delle risposte. Nel frattempo, però, purtroppo, ci siamo sciroppati oltre 20 minuti di una tamarrosissima festa di compleanno di Giulia, qualche andirivieni di troppo tra casa e palestra e su un degradato lungomare luogo di puntello con le amiche. D’accordo presentare il contesto in cui si muovono i personaggi, ma il troppo stroppia. Al fine di “creare l’atmosfera” sarebbe bastata una manciata di minuti come per l’altra festa di compleanno, quella di Chiara, alla fine del film. Comprensiva di spottone turistico per la sempre affascinante Urbino. Ma torniamo alla storia: quando il genitore della ragazzina fa perdere le tracce, lei decide che vuole vederlo a tutti i costi. Anche quando gli assistenti sociali la sottraggono alla famiglia. Tema delicato quello affrontato dal film: la tutela dei minori in contesti esposti o collusi con la criminalità organizzata. Risolto bene con un punto di vista inedito: quello della stessa adolescente. Che vuole capire, innanzitutto. Che quando ritrova il padre nascosto, fa in modo che lui la porti con sé in una “operazione” al servizio delle cosche. E che poi sceglie, autonomamente, di seguire la propria strada. E qui la regia inventa delle intense immagini che dicono molto di più di mille parole. È la potenza del cinema, bellezza, quando viene usato a dovere. Stesso discorso per la scelta del cast, con un’autentica famiglia in scena. E proprio per questo motivo suscita invece qualche perplessità il David di Donatello a Swamy Rotolo come miglior attrice. Meritato, per carità, meritatissimo! Ma è come dare il premio a un nano cinese gobbo e guercio per la sua interpretazione di… un nano cinese gobbo e guercio. Perché non premiare allora tutti i Rotolo’s e i Fumo’s?

 

E allora perché vederlo?

Vederlo senz’altro, sopportando cristianamente la prima mezz’ora come penitenza per i propri peccati.

 

DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi

Egidio Zanzi:
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