Il mio nome è Fleming, Ian Fleming e ho la licenza di scrivere….

Martedì 15 gennaio 1952, dieci di mattina. In Giamaica ad Orcabessa Bay nel nord dell’isola, sembra una giornata come un’altra, ma non è così. Qui sta per nascere uno dei personaggi più popolari a livello internazionale scaturito dalla penna del londinese Ian Fleming. Alle 7,30 del mattino il quarantaquattrenne Ian nella sua villa di Goldeneye beve un succo d’ arancia prima di fare la sua solita nuotata nel mare meraviglioso dei Caraibi. Dopo una doccia calda, la rasatura della barba e la colazione, alle ore 9,30 inizia il suo lavoro di scrittore. Le sue dita comincia a battere i tasti della macchina da scrivere e il personaggio di James Bond emette i suoi primi vagiti. Ha inizio la sua fortunata carriera letteraria e poi cinematografica. Altezza 1,89; peso Kg. 85; taglia atletica; sguardo d’ acciaio; sigarette confezionate apposta per lui; belle donne a non finire e ancora in dotazione una Aston-Martin corazzata con mitragliatrice incorporati più altri marchingegni infernali, sono le caratteristiche di James Bond non dimenticando la cosa più importante: l’agente segreto di Sua Maestà Britannica ha la licenza di uccidere che gli deriva dal doppio zero davanti al n.7 della sua matricola.

Ian Fleming, nato a Londra il 28 maggio 1908, figlio di un deputato conservatore, studia a Eton eccellendo soprattutto nelle attività sportive. In famiglia però è considerato un po’ una pecora nera per i suoi comportamenti non proprio ortodossi. Dopo l’accademia militare di Sandhurst sceglie la professione del giornalista e alla fine degli anni Trenta è inviato speciale del Times a Mosca nel triste periodo delle feroci purghe staliniane. Quando scoppia la seconda guerra mondiale si arruola in Marina nella Royal Navy e gli vengono assegnati incarichi delicati top secret per i servizio di spionaggio. Inizia così la sua carriera di spia come da tradizione visto che i britannici hanno sempre usato per queste mansioni scrittori importanti quali Kipling, Maugham, Graham Greene.  Al termine del conflitto però Ian torna al suo mestiere di giornalista presso il Sunday Times come caposervizi esteri. Nel 1951, insieme alla moglie Anne Geraldine, passa due mesi al sole cercando di mettere a frutto la vacanza per scrivere romanzi e racconti. Il fortunato eroe da lui creato nasce in un contesto sociale e politico particolare. Sono gli anni nei quali la Gran Bretagna sta faticosamente accettando la fine del suo impero coloniale, mentre all’orizzonte altri cambiamenti sociali sono in atto come l’ invadenza tecnologica dei cugini americani, la nascita di una borghesia che viene dal basso della scale sociale, l’espandersi di nuovi valori come l’individualismo, il distacco dalle ideologie e la ricerca del successo a tutti i costi.  James Bond è quindi il connubio di una spiccata personalità basata sullo snobismo, sull’anticomunismo, sul sesso e in parte anche sul sadismo nei confronti dei suoi avversari.

Nel 1953 Fleming manda alle stampe il romanzo Casino Royale sperando di poter vendere i diritti letterari al cinema. Però solo l’anno successivo con l’uscita nelle librerie di Vivi e lascia morire, l’industria cinematografica, nella figura di Sir Alexander Korda, comincia a dare segni di interesse, ma poi tutto si arena.  Nel ’54 altri contatti vengono avviati dalla Columbia Broadcasting Corporation per la realizzazione di un adattamento televisivo di Casino Royale per la serie dei Climax Mistery Theater, con Barry Nelson, attore americano scelto per calarsi nei panni di James Bond e con il mitico Peter Lorre in quello del cattivo di turno. La trasmissione però passa di fatto inosservata e presto dimenticata. Fleming e sua moglie delusi tentano ancora di vendere i diritti dei romanzi a vari produttori tradotti nel frattempo in sceneggiature, che però non trovano sbocco sul grande schermo. Insomma Bond pare non interessare molto il cinema e la televisione. Nel frattempo la scrittore nella sua villa in Giamaica porta a termine altre avventure della spia britannica che ormai è molto amata dai suoi lettori tra i quali vi è il futuro Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy (confesserà di avere sul suo comodino i romanzi su James Bond insieme alla Bibbia).

Nel 1960 è pronta la nuova puntata Thunderball- Operazione tuono, ma anche questa volta le trattative per portarla al cinema tramontano, finchè due produttori americani, Albert Broccoli e Harry Saltzman, fiutano l’affare, ma possono mettere a disposizione per il film un budget troppo esiguo. Fortunatamente la United Artists si associa al progetto e stanzia i soldi necessari per portarlo a termine. Il soggetto scelto è Dr. No – Agente 007, licenza di uccidere e i produttori devono per prima cosa mettere sotto contratto l’attore che indosserà i panni di Bond.  Si fanno i nomi di Richard Burton, Peter Finch e Trevor Howard, ma alla fine i due prescelti sono Thomas Sean Connery e Roger Moore. Il primo in possesso dei requisiti fisici necessari, è un modesto attore scozzese che ha il vantaggio di costare poco, ma anche di essere stato indicato dopo un referendum dai lettori che ritengono di individuare in lui il celebre agente segreto. Abbandonati i teatri nei quali recita in quel periodo, Connery firma il contratto con Broccoli e Saltzman. Il film esce nelle sale nel 1962, ma non riesce ad ottenere un grande successo di critica e di pubblico sia negli States che in Europa. Invece a sorpresa nel secondo film intitolato Dalla Russia con amore tutto cambia, Connery si dimostra un personaggio credibile, autentico, dotato di ironia e di classe che fa impazzire il pubblico. In tutto il mondo il mito di 007 esplode fragorosamente. La freddezza, il controllo dei nervi durante le azioni, la spavalderia, il fascino che emana sulle donne e il terrore con cui mette fuori combattimento i suoi avversari, sono il motivo del suo successo planetario. In quanto a Ian Fleming riuscirà a vedere realizzati solo due dei tanti film tratti dai romanzi, Agente 007, licenza di uccidere e A 007, dalla Russia con amore, prima di spegnersi a cinquantasei anni il 12 agosto 1964 a Canterbury per un infarto. Le sue ultime parole da grande signore sono per gli infermieri dell’ambulanza che lo stanno trasferendo in ospedale: “Mi spiace disturbarvi ragazzi. Non capisco come abbiate fatto a essere qui tanto in fretta col traffico che congestiona le strade in questi giorni”. Nel 2014 la BBC ha dedicato al romanziere la mini serie televisiva Fleming- Essere James Bond arrivata anche sui nostri piccoli schermi ed interpretata dall’ attore Dominic Cooper, che racconta la sua vita da agente di cambio senza fortuna a Londra con molti fallimenti alle spalle fino all’ arruolamento nel servizio di controspionaggio della Marina durante la seconda guerra. Un’ esperienza che servirà come ispirazione per il suo James Bond, un mito in grado di superare le barriere culturali e linguistiche e affascinare ancora oggi  generazioni di spettatori.


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Pierfranco Bianchetti:
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