“Anime Borboniche”, nuova uscita su Prime Video

“Anime Borboniche” di Paolo Consorti e Guido Morra

disponibile su Amazon Prime Video

sceneggiatura Paolo Consorti Guido Morra cast Ernesto Mahieux (Vincenzo) Susy Del Giudice (Lucia) Giovanni Esposito (segretario) Giobbe Covatta (fra’ Giacinto) Paolo Consorti (Marchegiani) Randall Paul (sovrintendente) Rosaria De Cicco (barbona) Giovanni Allocca (contadino) Pierluigi Dilengite (tenore) Massimo De Matteo (Alfio) Cinzia Carrea (moglie di Alfio) Guenda Gloria (dama) Fenicia Rocco (dama) Deborah D’Angelo (dama) Angelo Sepe (Marco) genere commedia prod Ita 2020 durata 87 min.

 

A sale cinematografiche sempre blindate per decreto, restano le piattaforme, l’abbiamo detto più volte. Ma qui, più ancora che nei cinema, spesso è difficile orientarsi nel magma infinito delle proposte, la maggioranza delle quali poco meritevoli di considerazione. Per questo motivo ci piace segnalare un piccolo film italiano interessante quantomeno per la sua singolarità. Si tratta di Anime Borboniche, in visione  su Amazon Prime Video a questo link https://bit.ly/3ssf0cy. Il titolo designa un gruppo di “rievocatori storici” ossia persone, come ce ne sono tante in Italia specialmente al Sud e nei piccoli centri, che in occasioni di sagre, manifestazioni o altri eventi indossano costumi di una certa epoca e interpretano ruoli e mansioni dei nostri più o meno lontani antenati.

Il barbiere Vincenzo e sua moglie Lucia, una maestra, escono infatti di casa in abiti del ‘700 (lui cocchiere, lei damina) per raggiungere la Reggia di Caserta e prendere parte a una di tali rievocazioni. Poco dopo la partenza, però, per un banale litigio, la coppia scoppia e i due prendono strade diverse fino all’inevitabile riconciliazione finale. Detta così, sembrerebbe una zuppa riscaldata non una ma millanta volte e invece la storia è fresca, brillante, simpatica e originale. Intanto per i «quindici anni e i venti centimetri di differenza» tra lui&lei, come dice una battuta del film, e poi perché il viaggio di Vincenzo verso la Reggia diventa quasi un itinerario fiabesco e surreale, il cammino di uno gnomo sulla via del tesoro tra incontri comici e situazioni sognanti che si adattano perfettamente alla sua scarlatta livrea di cocchiere. Allo stesso modo le peripezie di Lucia, subito pentita del suo gesto, la riportano a riconsiderare con maggiore saggezza e distacco un rapporto sì un po’ singolare, ma non per questo meno vivace e vitale di altri più “normali”. E poi c’è lei, la Reggia di Caserta, autentica primadonna presente e pervasiva lungo tutto il film con le sue incredibili bellezze. Gli scaloni, le sale, le stanze, il magnifico parco con le statue, le grotte, le fontane, i giochi d’acqua sapientemente carezzati dalla macchina da presa. Ottimi gli interpreti, a cominciare dagli sconosciuti (per noi) attori principali perfettamente spalleggiati da comprimari di lusso come Giobbe Covatta in un esilarante cameo in saio cappuccinesco. Smaglianti i costumi d’epoca, realizzati dall’Isituto d’Arte San Leucio. E qui bisogna fare una doverosa chiosa storica. Se tutti conoscono, almeno di nome, la Reggia di Caserta pochi sanno che nei suoi dintorni sorge un altro grandioso complesso monumentale voluto da Borboni alla fine del ‘700: l’Opificio appunto di San Leucio, una manifattura della seta all’avanguardia per l’epoca non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto per l’organizzazione sociale, culturale ed economica, ripresa quasi identica in altre parti del mondo solo a ‘800 inoltrato. Alla facciaccia dei Borboni e della loro proverbiale arretratezza.

 

E allora perché vederlo?

Per mettere in agenda, quando si potrà di nuovo, un viaggio a Caserta.

 

Ernesto Maieux davanti alla Reggia di Caserta
redazione grey-panthers:
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