Da vedere al cinema: “Aline-La voce dell’amore” di Valérie Lemercier

tit. orig. Aline sceneggiatura Valérie Lemercier, Brigitte Buc cast Valérie Lemercier (Aline) Sylvain Marcel (Guy-Claude) Danielle Fichaud (Sylvette) Roc Lafortune (Anglomard) Antoine Vezina (Jean-Bobin) Pascale Desrochers (Jeannette) Jean-Noël Brouté (Fred) genere biografico lingua orig francese con frasi in inglese prod Canada 2021 durata 128 min.

 

Si scrive Aline Dieu, ma si legge Céline Dion. Sulla scia dell’ormai consistente numero di biografie filmate di star della musica leggera (Bohemian Rapsody/Freddie Mercury per tutte) anche la star canadese del pop dispone adesso del suo bel altarino cinematografico edificato, questo sì è un fatto abbastanza raro e curioso, prima della dipartita. Probabilmente sta qui il motivo per cui si sono cambiate le carte in tavola tra nome e cognome mantenendo peraltro una fortissima assonanza nel passaggio dall’originale alla fiction. Detto ciò, resta poco altro da aggiungere al merito del tour de force (sceneggiatura, regia e interpretazione) di Valérie Lemercier, il cui talento cinematografico non è certo una scoperta di oggi. Tanto che il film finisce per l’essere sì celebrativo, ma non troppo. Abilmente miscelato tra canzoni, performance e vita privata con la marcia in più data dalla prestazione di Danielle Fichaud nel ruolo della debordante matriarca di casa Dion (pardon: Dieu).

COPYRIGHT photos: jean marie leroy

Al punto che nel primo quarto del film la mattatrice è lei e nel prosieguo dispiace un po’ che finisca sempre più dietro le quinte. Da segnalare anche la prestazione dell’intero cast con ottimi interpreti di rincalzo. Alla fine il risultato è un film gradevole anche per chi non ha in casa la collezione completa delle canzoni della Dion e persino per chi è abbastanza refrattario alla musica leggera. Il che, nell’imminenza del 72° Festival di Sanremo, non è poca cosa. E, sempre a proposito di musica, va sottolineata la straordinaria prestazione della cantante francese Victoria Sio (vero cognome: Petrosillo, di chiare origini italiche) nell’ugola di Aline per le scene di canto. Cosa non facile, visto l’indiscutibile talento dell’originale. Molto discutibile invece la volontà della quarantottenne Lemercier di interpretare Aline anche a 18 e persino a 12 anni. Accorciata di statura con le tecniche digitali, in queste sequenze l’attrice, anziché una bambina, sembra una persona affetta dalla sindrome di Hutchinson-Gilford, detta anche“progeria” ovvero invecchiamento precoce. Va bene che oggi con trucco&parrucco si fanno miracoli, ma pur sempre meno che a Fatima, Lourdes e Medjugorje.

 

E allora perché vederlo?

Per la voce e le canzoni di Céline Dion, indiscussa icona pop.

 

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
Related Post