Ligabue, la pittura tra creatività e sofferenza

Il pittore Ernst Ludwig Kirchner, uno fra i maggiori esponenti dell’espressionismo, ha affermato che “se si potesse trasformare completamente la sofferenza in creatività, si schiuderebbero nuove, incredibili possibilità”. Ed è a partire da questo binomio, fatto di sofferenza e di creatività, che possiamo descrivere l’esperienza esistenziale ed artistica di Antonio Ligabue, una delle personalità più interessanti dell’arte del Novecento, le cui opere diventano la fondazione di un modello liberatorio che ripara le ferite, le violenze e i soprusi della vita.Al geniale pittore italo-svizzero è dedicata la mostra monografica “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore” che sarà a Padova, presso i Musei Civici degli Eremitani fino al 17 febbraio 2019.

Nelle sale verranno esposti più di settanta dipinti, tre dei quali provenienti da collezioni private padovane e mai esposti al pubblico. Insieme ad essi dieci opere su carta e sette sculture, fusioni in bronzo dalle originali che Ligabue realizzò in creta adoperando l’argilla delle sponde del Po, nella Bassa reggiana dove il pittore ha vissuto dopo l’espulsione dalla natia Svizzera, rimanendovi fino alla morte.  Quello di “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore”vuole essere un percorso attraverso la vita e l’arte di Antonio Ligabue, una vicenda esistenziale dominata dalla solitudine, dall’emarginazione, riscattate solo da uno sconfinato amore per la pittura. Un racconto biografico e artistico che si snoda attraverso i temi principali entro i quali si sviluppa l’universo creativo del pittore.

 

La mostra si apre con i celebri autoritratti, che testimoniano il forte desiderio di rivelare attraverso l’immagine i tratti essenziali della propria personalità, e che evidenziano un’acutezza di indagine caparbiamente inseguita, nonché la capacità di esprimere la continua ricerca di un’occasione di confronto e di umano coinvolgimento attraverso un’intensità emotiva insieme a una profonda poesia. Seguono gli animali selvaggi e domestici– “Pittore di animali” è la definizione che dà di sé Ligabue già nel 1928: immediata l’identificazione dell’artista con le figure rappresentate. Una simbiosi che denuncia ancora una volta la sofferenza della sua anima di animale ferito, rifiutato dall’essere umano e che trova negli animali che vivono sulle rive del Po la sua unica famiglia. La fantasia porta poi il pittore in terre lontane, sognate e immaginate sfogliando qualsiasi libro trovasse a portata di mano o studiando con curiosità maniacale le famose figurine Liebig. Infine, il paesaggio agreste, un microcosmo privilegiato dove Ligabue si sente a suo agio come in nessun altro luogo, dove la sua idealizzazione rivela un’attenzione profonda alla vita silenziosa delle cose della natura, attinta nella verità di un mondo spiato da lontano, filtrata attraverso il ricordo della sua terra natale e alle immagini delle opere osservate da bambino, frammenti di un mondo che si porterà dietro mischiando ricordi e fantasia. A corredo, per sottolineare ancora di più lo stretto legame in Ligabue tra vita ed arte, per la prima volta sarà inoltre visibile al pubblico una quarantina di documenti originali, dedicati alla vicenda biografica di Antonio Ligabue.

“Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore”Dal 22 settembre al 17 febbraio 2019

Musei Civici agli Eremitani, Padova

Orari: da martedì a domenica 9-19.

Biglietti: intero: euro 10,00 ridotto: euro 8,00 (over 65)

Informazioni: 049/2010010

 

 

 

 

 

 

redazione grey-panthers:
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