Al teatro Quirino per “Le storie di Claudia” Gerini

Credo che il modo migliore per definire questo spettacolo del teatro Quirino sia di ripetere il tweet che ho scritto subito dopo averlo visto: “90 minuti che passano come 9 minuti di ininterrotto divertimento”.

La Gerini, sull’onda di ricordi vagamente biografici, presenta una carrellata di personaggi femminili dello spettacolo nelle loro più famose interpretazioni canore. Ed è giusto dire “presenta” e non “imita” perché ogni personaggio è disegnato con rapidi cambi di abbigliamento e con una perfetta evocazione canora dei loro pezzi più noti.

Lo spunto narrativo è la rievocazione di incontri giovanili che la “piccola Claudia” ha con una “molto anziana” signora del teatro che le fa rivivere grandi interpreti femminili tra le quali la Gerini inserisce anche alcune note personali.

La prima evocazione è per la fantasmagorica Carmen Miranda che riesce a cantare e ballare pur sotto il peso dell’imponente cimiero di penne e frutta. E la Gerini si ritrova perfettamente in questo personaggio famoso, oltre che per la voce, anche per i suoi abbigliamenti che è riduttivo definire eccessivi. Marlene Dietrich e le sue canzoni sussurrate con voce leggermente roca ci riportano subito dopo nell’ambiente più intimo dei nigthclub degli anni ’50.

Alla elegante e tenebrosa Marlene segue il personaggio che Verdone ha scritto per lei: Debborah,la “coatta” del “famolo strano”. Questa figura viene proposta nella giovanile versione di partecipante al provino per la ben nota trasmissione “Non è la RAI” inventata da Gianni Boncompagni e che fu il trampolino di lancio per tante giovani attrici italiane. Anche la Gerini ha partecipato a quello spettacolo agli inizi della sua storia artistica e oggi ha l’occasione per ricordarlo.

Non voglio raccontarvi altri personaggi che seguono per non rovinare la sorpresa di chi seguirà il mio invito a vedere lo spettacolo, ma mi sembra giusto ricordare il finale: l’omaggio alla grandissima Maria Callas: Claudia Gerini fa ricorso alle sue incontestabili qualità atletiche per esibirsi in una danza aerea su una altalena formata da due lunghi drappi rossi.

Per poter accompagnare tanti personaggi famosi la scena si compone di volta in volta con delle proiezioni luminose su tre schermi mobili, due pareti ed uno sfondo, che mutando posizione e dimensione definiscono lo spazio scenico più adatto al personaggio stesso.

Il testo dei 90 minuti, nei quali la Gerini è sempre in scena, sono stati scritti da lei con il regista Giampiero Solari insieme a Paola Galassi e Michela Andreozzi. L’arrangiamento e la direzione musicale sono di Leonardo De Amicis e Davide Pistoni è il pianista sempre sul palcoscenico. Le video scene sono di Giuseppe Ragazzini, le coreografie di Roberta Mastromichele, i costumi di Nicoletta Ercole, le di scene Patrizia Bocconi, le luci di Gigi Saccomandi. Insieme a loro un corpo di ballo virtuale composto da 6 ballerini neri con paglietta, labbroni e guanti bianchi.

Tantissimi applausi alla instancabile Claudia Gerini ed ai suoi collaboratori per uno spettacolo che, come ho detto all’inizio, sembra finire troppo presto e che vi consiglio di vedere.

 

Attilio A. Romita: il mio anno di nascita, 1938, coincide con la nascita di Z1, il primo vero Elaboratore Elettronico programmabile, realizzato dall’ing. Tedesco KonradZuse (1910-1995). Ventisette anni dopo, nel 1965 ho iniziato a trafficare con bit e byte. Mi sono occupato di grandi calcolatori e reti di medi e piccoli macchine. Ho scritto programmi, disegnato procedure e progettato soluzioni per assicurazioni, banche, telemedicina, telco. Mi sono occupato di organizzazione, marketing e controllo di gestione ed ho coordinato progetti europei. La mia carriera di dipendente è terminata nel 2003 ed è iniziata la mia carriera di consulente durante la quale ho tentato di aiutare gli altri ad utilizzare le molte nozioni ed esperienze raccolte in tanti settori diversi dello ICT (Information Communication Tecnology) Roma Aeroporto Fiumicino
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