I dischi del mese: settembre ’14- 2

The New Bach Image

Keyboard Perspectives for the 21st Century – Luca Guglielmi: organo, pianoforte Cristofori, clavicordo, clavicembalo –  Stradivarius (60’33)

Un disco geniale – è il meno che si possa dire … – che si ispira – nel titolo ed, ovviamente, nella concezione del programma – al titolo «La nuova immagine di Johann Sebastian Bach» del corrusco, tempestoso, temuto, contestato ma sempre grandissimo (sono le parole di Luca Guglielmi) musicologo e controverso giornalista (di destra) Piero Buscaroli. Dal ritratto di un Bach devoto e pio cantore di un protestantesimo da figurina Liebig, emerge la più corrusca immagine di un compositore a tutto tondo, di un uomo dalla potente volontà, di un « gotico romantico », per dirla con Furtwângler … Nel definire questo nuovo identikit di un genio che crediamo di conoscere sin troppo bene, e che ancora, dopo tre secoli, ci riserva miracolose sorprese, Guglielmi ha individuato tre «argomenti» di ricerca sino ad oggi trascurati da musicologi e specialisti di Bach, e cioè:

– i lavori «giovanili» per organo (esperimenti, trascrizioni e primi capolavori)

– i rapporti di Bach con il pianoforte, in particolare gli strumenti costruiti da Bartolomeo Cristofori e Gottfried Silbermann

– l’esecuzione al clavicordo delle Sonate e Partite per violino solo e, più in generale, la considerazione delle opere per strumento solista (violino, violoncello e flauto) come veri e propri esercizi di alta composizione.

Non è qui il caso di approfonditi tutti gli argomenti con i quali Luca Guglielmi, appassionato detective, conforta e illustra le sue intuizioni: il miglior argomento è la sua interpretazione di alcuni di questi capolavori, dal Preludio e Fuga BWV 533a (all’organo) al Preludio e Fuga in Do magg. BWV deest «per il Padre Martini di Bologna», alla Partita in Mi magg. BWV 1006a  e alla Ciaccona in re minore BWV 1004/5 (all’origine per violino solo), per concludere con una luminosa versione (non trascritta, questa) dell’Aria dalle Variazioni Goldberg BWV 988. Senza dimenticare  l’interessantissimo libretto che accompagna il cd, nel quale Guglielmi illustra dottamente e piacevolmente le sue intuizioni e le sue teorie, con interessantissime citazioni da testi di contemporanei di Bach.

Luca Guglielmi è lo splendido interprete che conosciamo e che non finisce di sorprenderci, che egli sia alla base di complessi come Zefiro o dei diversi ensembles di Jordi Savall, o il solido e sensibile accompagnatore di Cecilia Bartoli, Giuliano Carmignola o Paolo Pandolfo (per non citare che i più conosciuti).

La geniale idea che è alla base di questo programma ci da modo di ascoltarlo alla tastiera di quattro singolari e raffinatissimi strumenti (dovrei scusarmi di tutti questi superativi, ma non posso proprio farne a meno …): restaurati – come l’organo Concone della chiesa di san Genesio martire a Torino – o copie di originali come il «gravecembalo col piano e forte» di Bartolomeo Cristofori, più un clavicordo ed un clavicembalo di scuola tedesca. Le registrazioni, effettuate nella chiesa o negli atelier dei liutai sono all’altezza del programma.

ascoltate la Nuova immagine di Bach nel panorama singolarmente affrescato da Luca Guglielmi.


Leoš Janáček

Dans les Brumes – Sarah Lavaud: pianoforte – Hortus (63’56)

Leoš Janáček – che, assieme à Antonin Dvořák e Bedřich Smetana, fu tra i più grandi e noti compositori cechi – assieme alla conosciutissima Sinfonietta, alla splendida messa Glagolitica et ai due Quartetti “Sonata a Kreuzer” e “Lettere intime” – tutte musiche di eccezionale intensità, scritte negli ultimi anni della sua vita – ci ha lasciato qualche gioiello dimenticato per il pianoforte, uno strumento che egli apprese da autodidatta, costretto ad esercitarsi su una finta tastiera disegnata su di un foglio di cartone.

Questa musica, che merita d’esser meglio conosciuta, fu composta da Janáček in vari momenti della sua operosa carriera. Si tratta, per lo più, di composizioni a tema – «Nella nebbia» (che dà il titolo al disco), «Sul sentiero di rovi», «Schizzi intimi», «Un ricordo» … – di rara intensità espressiva, singolarmente contrastata e rivelatrice di un’intimità pudicamente suggerita.

Sarah Lavaud – che già ha registrato un interessante cd dedicato alle poco note opere per pianoforte  di Koechlin – è una raffinata e sensibile acquerellista, e traccia queste brumose atmosfere con una delicatezza che le sfiora senza dissolverle, senza confonderne gli sfumati colori, mentre nella Sonata I.X.1905 ritrova il vigore e la vitalità di una rappresentazione incisiva e senza approssimazioni.

Qui potete ascoltare – e vedere – Sarah Lavaud che interpreta «Nella nebbia»; non è la stessa registrazione del cd – che è tecnicamente molto più raffinata – ma ne val la pena!

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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