CD e altre musiche di settembre, di Ferruccio Nuzzo

Conobbi Nino Rota tantissimi anni fa. Un’apparizione sorridente, gentilissima, aerea, quasi invisibile, un genio ed un mito al tempo stesso. Si raccontava che lui solo fosse capace di addormentarsi seduto al pianoforte e continuando a suonare. E Fellini diceva che non c’era verso di tenerlo sveglio quando assisteva alle proiezioni di lavoro dei film per i quali aveva scritto la musica.

Colonne sonore che sono l’anima di tanti capolavori, di Francis Ford Coppola (Il Padrino), Franco Zeffirelli (Romeo e Giulietta), Luchino Visconti (Il Gattopardo). Ma fu sopratutto per Federico Fellini che Nino Rota scrisse le più belle musiche, anima poetica, filo conduttore e nutrimento di quelle che sono tra le più grandi e gloriose creazioni della storia del cinema. 

Ma l’opera questo compositore, uno dei più importanti del XX secolo, non si limita alla sua attività cinematografica. Nino Rota, che fu, tra l’altro, direttore de conservatorio di Bari, ha scritto musica da camera, Opere, Concerti, Sinfonie tutte composizioni che ebbero, ai suoi tempi, un grande successo, comunque in qualche modo occultato dai suoi trionfi sul grande schermo.

Ed ecco che il pianista Éric Le Sage, il flautista Emmanuel Pahud, Paul Meyer al clarinetto, Daishin Kashimoto al violino ed il violoncellista Aurélien Pascal, con i loro partners del festival de Salon de Provence, hanno riunito in questo interessante cd alcuni capolavori del repertorio cameristico di Nino Rota. Dalla Piccola Offerta Musicale, omaggio a J.S. Bach che egli scrisse a 22 anni, al Nonetto ed al Trio per flauto, violino e pianoforte composto alla fine degli anni ’50. Il Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte del 1973, opera di una maturità nostalgica e pensierosa, e due Preludi per pianoforte concludono l’affascinante programma, interpretato con passione e un virtuosismo disinvolto e leggero, quasi una sprezzatura, che ben conviene alla musica di Nino Rota.

Nino Rota    

Chamber music Alpha (62’25)


Rose & Lys   

Musiques anglaises et françaises pour duo de violes de gambe – Eleanor Lewis-Cloué, Olivier Gladhofer: viola da gamba – Hortus (66’40)

Rose & Lys, la Rosa dei Tudor ed il Giglio dei reali di Francia, dietro questi simboli araldici misteriosamente evocativi si cela un programma dei più affascinanti, dedicato alla musica per due viole da gamba in Inghilterra ed in Francia dalla fine del ‘500 al ‘700. 

Se lo strumento fece la sua apparizione nell’Italia e nella Spagna del Rinascimento, fu oltre la Manica, poi in Francia, che la viola da gamba, nelle sue varie versioni e tessiture, si affermò come protagonista in un repertorio raffinato ed eccelso, a delizia di quelle corti. Mentre gli inglesi sviluppano una tecnica virtuosa, di una grande ricchezza armonica, i Francesi tendono ad amplificare l’espressività della viola nel cantabile, ad imitazione della voce umana.

Nell’intimità del dialogo tra i due strumenti – volta a volta soprano, tenore e basso di viola, tutte copie moderne di strumenti d’epoca – si sviluppa un percorso in qualche modo parallelo se non speculare, ad illustrare le differenti tendenze attraverso le composizioni di Morley, Hume, East, Locke, Simpson, François Couperin, Sainte-Colombe, Marin Marais, Boismortier e Caix d’Herveloix.

Eleanor Lewis-Cloué e Olivier Gladhofer sono gli interpreti ideali di questo itinerario, mettendo in evidenza, nella splendida acustica di una cappella della fine dell’XI° secolo, le affinità e, sopratutto, i contrasti di un racconto volta a volta denso di riflessioni o di estroversa, esibizionistica molteplicità.

Anachronistic Heart    

Handel Arias – Héloïse Mas: mezzo soprano, London Handel Orchestra, Laurence Cummings – Muso (76’35)

Un originale e affascinante approccio al ruolo della donna nel teatro dell’Opera del ‘700, «… la donna tradita, abbandonata, desiderata ed ingannata, le cui emozioni passano dalla gioia al dubbio, poi dalla tristezza alla collera per arrivare alla vendetta, sino alla morte …». 

Il titolo – Anachronistic Heart, Cuori anacronistici – evoca i trionfi di quei mostri sacri che furono, appunto, in quel secolo glorioso per l’Opera, le sublimi cantatrici, personaggi pressoché divinizzati che dominavano la scena in un mondo in cui erano gli uomini a decidere e comandare. Interpretavano spesso ruoli maschili ed eroici, assumevano le responsabilità della mess’in scena e della gestione in quel mondo alla rovescia che è stato, da sempre, il teatro dell’Opera.

Tra i maggiori compositori d’opere, Georg Friedrich Handel fu, senza alcun dubbio, uno dei più appassionati creatori di favolosi, drammatici ruoli femminili: da Poppea a Dejanira, da Alcina a Lucrezia – senza dimenticare Ariodante, l’eroe interpretato sia da castrati che da mezzo-soprano. 

Héloïse Mas, vincitrice dell’ultimo Concorso Regina Elisabetta del Belgio per il canto, è la favolosa interprete di questi personaggi e dei loro slanci feroci, deliri appassionati e fervidi abbandoni. L’accompagna magistralmente la London Handel Orchestra – su strumenti d’epoca – diretta da Laurence Cummings.

Flute Transcriptions   

Ravel, Schumann, Debussy– Raquele Magalhäes: flauto, Marie-Josephe Jude: pianoforte – NoMadMusic (68’20)

Il Prélude à l’après-midi d’un faune (Preludio al meriggio di un fauno), il capolavoro che Claude Debussy scrisse come un’egloga per orchestra, libera interpretazione del poema di Mallarmé, qui nella trascrizione di Gustave Samazeuilh per flauto e pianoforte, è il momento forte di questo interessante programma dedicato alle trascrizioni di alcune delle opere più emblematiche del romanticismo tedesco e del simbolismo francese.

Trascrizioni di Raquele Magalhäes – per la Sonata postuma di Maurice Ravel e per la Sonata op.105 di Robert Schumann (che, chi sa perché, sulla copertina del CD è indicata come op.105 e 121 …) – di Raquele con Marie-Josephe Jude per la Sonata n°3 di Debussy e di Pierre Rampal, che del flauto fu famosissimo virtuoso, per la tre Romanze op.94 di Robert Schumann. Tutte composizioni ben conosciute nelle loro versione originale per violino e pianoforte – anche se le Romanze, regalo di Natale di Schumann alla moglie Clara, furono originariamente concepite per oboe – ma che nella sonorità intima e calorosa del flauto di Raquele Magalhäes trovano una nuova, sorprendente vitalità.

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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