La vera vita degli chef

Star della tv, leader opinion, testimonial eccellenti contesi dalle più importanti agenzie di pr… Mai come oggi gli chef stellati sono sulla cresta dell’onda, spinti da un pubblico di “aficionados” sempre più numeroso ed esigente. Ma come sono gli chef lontano dai fornelli? Cosa bolle in pentola nella loro vita privata, lontano dai riflettori dei ristoranti dove occorre prenotare con mesi di anticipo? Se lo è chiesto il fotografo Gianni Rizzotti, nome noto nel mondo del fashion, che ha provato a darsi una risposta andando a casa di 35 maghi dei fornelli e fissando sulla sua macchina momenti di vita, di svago, persino di gioco per altrettanti ritratti inediti. Che adesso sono un volume: Beyond the Chef, edito da Skira (70 €). Una pubblicazione d’arte che unisce le magie dell’obiettivo di un grande interprete della fotografia a alle invenzioni culinarie dei soggetti fotografati che propongono ciascuno una propria celebre ricetta.

Così si passa da un inedito Gualtiero Marchesi alla tastiera del pianoforte (il maestro viene da una famiglia di musicisti ed è circondato da parenti, figli e nipoti virtuosi di vari strumenti) a un Davide Oldani appassionato di ciclismo, a un Giancarlo Perbellini tuffatore in smocking. Perché una delle caratteristiche che Rizzotti ha saputo dare al suo incontro con gli chef fuori dalle loro celebri cucine è senza dubbio l’autoironia con cui ciascun soggetto ha saputo guardare e rappresentare le proprie passioni. Un libro divertente, ironico, magico, di squisita fattura. Proprio come sanno i piatti stellari di uno chef stellato.

 

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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