CD e altre musiche di giugno, di F. Nuzzo

Tre anni or sono, inaugurando questa rubrica, mettevo l’accento sull’importanza del rinnovamento – apportato dalla passione e dalle energie di giovani interpreti e da alcune nuove case discografiche piene d’idee – nei destini della musica classica e della sua diffusione. Gli oltre 400 cd presentati da quel giorno sono la migliore conferma di quell’affermazione.

Ed ecco che, in questi giorni, un nuovo label spunta nel panorama discografico: Hitasura, una parola giapponese che – più o meno – vuol dire «sinceramente». «Fondando Hitasura ho deciso di costruire uno spazio di libertà», ha detto Frédérick Haas, ed in queste due parole chiave: sincerità e libertà, mi sembra ben riassumersi il significato e l’impegno dell’iniziativa. Libertà nel senso di affrancazione dagli schemi, dai luoghi comuni che irrigidiscono e privano di vitalità l’interpretazione – sopratutto della musica barocca -, ma anche sincerità, cioè il coraggio di credere alle emozioni e di rivelarle senza esibizionistici travestimenti.

Un primo cd, dedicato a quattro Concerti di Johann Sebastian Bach – i due per violino ed i due più noti per clavicembalo, in re minore BWV 1052 e in Mi maggiore BWV 1053 – illustra il programma di Hitasura attraverso un repertorio che Frédérick Haas al clavicembalo e la violinista Mira Glodeanu, accompagnati dall’ensemble Ausonia, praticano da una ventina d’anni con vitalità e lirismo, intensità e leggerezza al tempo stesso. Un doppio cd assieme ad un libro d’arte dedicati al Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach ed alla tradizione Noh (o , un’antica forma di teatro giapponese), attraverso le sue coreografie, è annunciato per il prossimo autunno. Seguiranno cd dedicati al clavicembalo di Domenico Scarlatti ed al violino di Biber assieme alla musica sacra di Rosenmüller e Froberger; poi ancora al clavicembalo di François Couperin.

Auguriamo lunga e ricca vita a Hitasura.

Su YouTube il making of del cd e su DailyMotion l’Allegro assai del Concerto in la minore.

J.S. Bach    

Concertos – Ausonia, Mira Goldeanu: violon, Frédérick Haas: clavicembalo – Hitashura (71’02)
  J.S. Bach – Concertos


Mozart  

Piano quartets – La petite Symphonie, Daniel Isoir: pianoforte – Muso (64’17)

Esiste un certo numero di capolavori – ed i Quartetti con pianoforte di Mozart fanno parte della non breve lista – che sono in qualche modo negletti dalla discografia (e nelle sale da concerto), o comunque non rappresentati all’altezza del loro fascino e della loro importanza.

Il repertorio per questo organico – «inventato» da Mozart, non è certo molto fornito, non sono quindi – che io sappia – numerose le formazioni stabili di questo tipo, ed è, di solito, un Trio d’archi che si associa il pianoforte (o un Trio con pianoforte che chiama una viola in soccorso) per il tempo di un concerto o di una registrazione.

Famosa è quella – ormai, credo, difficilmente reperibile – del Trio Beaux Arts con il violista Bruno Giuranna; questo disco è, quindi, più che benvenuto a rinnovare l’esangue discografia, anche poiché La petite Symphonie e Daniel Isoir suonano su strumenti originali. Nato dieci anni or sono con l’originale intenzione di rinnovare un certo repertorio sinfonico nelle più aeree trasparenze di un’esecuzione cameristica, dopo un primo cd dedicato a tre Concerti per fortepiano di Mozart, La petite Symphonie dà, di questi due gioielli, un’interpretazione intima e interiore, lasciando, tuttavia, il dialogo tra fortepiano e trio d’archi accendersi nell’estroversa luminosità del Concerto.

Le registrazione è preziosa per l’equilibrio dei piani sonori e la restituzione dei timbri, delicati senza esser mai fragili.
  Mozart: Piano quartets


Guillaume Lekeu

Les fleurs pâles du souvenir … (complete works) – Artisti diversi – Ricercar (8 cd: 9h44’22)

Pochissimo dicono enciclopedie e storie della musica di Guillaume Lekeu, un genio, che pur senza essere enfant prodige, nella sua breve e non eroica vita (morì a 24 anni di febbre tifoidea, a causa, sembra, di un sorbetto infetto) ha composto musica di singolare intensità ed in uno stile personalissimo, anche se ispirato all’opera di Beethoven, di Wagner e di César Franck (che fu suo maestro). Composizioni ricche di idee melodiche ed armonicamente audaci – un suo Adagio per quartetto d’orchestra, scritto probabilmente per la morte di Franck, annuncia la Notte trasfigurata di Arnold Schoenberg) – ed impregnate di una prodigiosa diversità di sentimenti, dalla più profonda disperazione ad una romantica, eterea serenità (l’Adagio era annotato «I pallidi fiori del ricordo …»).

Anche se la sua Suonata per violino pianoforte è da tempo nel repertorio dei concertisti più celebri, sino al 1970 – centenario della nascita – non esisteva nessuna registrazione delle sue musiche. Qualche cd è poi apparso sporadicamente per l’iniziativa di case discografiche, solisti o ensembles belgi (Lekeu è nato in Belgio, ma tutta la sua educazione musicale si è svolta in Francia). Ed ecco che Ricercar, che già nel 1994 avec pubblicato una «quasi» integrale, la completa oggi in un esaustivo ed economicissimo cofanetto di 8 cd che, oltre alle esecuzioni di tutte le opere conosciute, racchiude un prezioso e completissimo testo di presentazione, un’analisi cronologica delle opere e numerosi estratti della corrispondenza di Lekeu. Quasi tutti belgi gli interpreti, per la maggior parte sconosciuti, a parte Philippe Hirshhorn, il grande violinista virtuoso che ha dovuto interrompere ancor giovane la sua carriera di solista – pur continuando ad insegnare – a causa di un tumore al cervello, l’organista Bernard Foccroulle e l’Orchestra Filarmonica di Liegi ed il Coro Sinfonico di Namur, diretti da Pierre Bartholomée.

Interpretazioni intense ed appassionate – alcune esemplari – e, comunque, illustrazione indispensabile di un opera che, per la sua unicità, meritava, se non un omaggio, una testimonianza.

  Guillaume Lekeu: Integrale

 


alla breve

Ludwig van Beethoven  

Sonates pour piano et violon n°5 «Primavera», 3 e 10 – Célimène Daudet: pianoforte, Amanda Favier: violino – NoMadMusic (70’45)

Leggere e gioiose, le due fanciulle sembrano, con la loro agile, energetica e scintillante interpretazione dell’Allegro iniziale della Sonata op.24 n°5 formulare all’esitante primavera un perentorio invito a manifestarsi. E la primavera, così stimolata, appare e schiude tutte le sue grazie nell’Adagio molto espressivo, nello Scherzo e nel Rondò conclusivo, come stupita che si sia potuto dubitare del suo arrivo.

Célimène Daudet è una giovane virtuosa che divide sovente la scena con coreografi o attori di teatro in spettacoli compositi. Con Amanda Favier ha già portato in concerto la Sonate per pianoforte e violino di Beethoven, capolavori del genere nei quali il dialogo tra due strumenti assume, per la prima volta, un valore quasi simbolico, eliminando ogni gerarchia. La registrazione, in situazione di concerto, restituisce idealmente tutta l’energia vibrante e comunicativa dell’intensa interpretazione

  Beethoven: Sonate per pianoforte e violino



Benjamin Beilman 

Spectrum – Benjamin Beilman: violino, Yekwon Sunwoo: pianoforte – Warner Classic (69’28)

Per il suo primo cd Warner Classics il giovane violinista americano Benjamin Beilman ha scelto quattro opere notevolmente differenti, e pur complementari, del repertorio viennese e slavo del XIX e XX secolo. Iniziando con il pudico e sensibile Gran Duo di Franz Schubert – quanto complesso malgrado la sua apparente semplicità ! – e concludendo con la virtuosa ed esibizionistica Fantasietta viennese rapsodica di Fritz Kreisler, che Beilman e Sunwoo riscattano con il loro disinvolto umorismo. È, tuttavia, il cuore del programma la parte più interessante del disco: la drammatica Sonata di Leoš Janáček e il fantastico Divertimento che Stravinsky ha trascritto per violino e pianoforte dal suo balletto Le baiser de la Fée. I due giovani allievi del prestigioso Curtis Institute di Filadelfia sono interpreti attenti e multiformi di questo impegnativo repertorio, mai a corto di idee e coinvolgenti per la maturità e la serenità del racconto.
  Spectrum

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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