Visco: troppe tasse

Le aperture

Il Sole 24 Ore: “Visco: meno tasse, più Europa. Draghi: unione bancaria per l’Eurozona. Monti: rischio contagio, Berlino rifletta. Le Considerazini del Governatore: pressione fiscale a livelli incompatibili con la crescita, un fondo Ue per i debiti sovrani eccessivi”. Di spalla: “Il rischio Spagna pesa sui mercati. Lo spread sale a 467”. L’editoriale, firmato da Guido Gentili, è titolato: “A ciascuno il suo mestiere”, ed è un commento positivo sull’intervento di Visco.

Il Corriere della Sera: “‘Troppe tasse, non si cresce’. Per il Governatore un carico fiscale così pesante può essere solo temporaneo. La relazione di Visco. Draghi e Monti: serve più Europa”. Il quotidiano offre in prima pagina il testo delle Considerazioni finali di Visco (“Cambiare, basta rendite di posizione”), e dedica l’editoriale di Dario Di Vico alle sue parole: “Una silenziosa metamorfosi”, nel senso che il discorso di Visco è stato segnato da una “ntta cesura rispetto al metodo utilizzato negli anni passati”. Stavolta non c’è stato il “tono della predica” delle Considerazioni del passato. Sul terremoto: “In un giorno 50 scorsse. La terra non dà tregua”.

La Repubblica: “Visco: tagliare spesa e tasse. Le Considerazioni del Governatore di Bankitalia: la crisi sarà lunga. Appello di Draghi agli Stati: serve più unità”. A centro pagina, con foto: “Terremoto, allarme sfollati: sono 200 mila”.

La Stampa, che dedica l’apertura a Visco e al suo “allarme” sulle tasse, offre a centro pagina un apprfondimento sul terremoto: “L’Emilia trema ancora, 2 miliardi di danni”, con commento di Michele Brambilla: “Terremoto e terrorismo mediatico. Tutto viene enfatizzato a dismisura a partire dalla paura della gente”.

Il Giornale (titolo di apertura: Tasse vere, aiuti finti. Monti aumenta subito le accise. Ma su giovani, tagli, Province non mantiene le promesse. Il caso Lusi terrorizza la sinistra: spariti altri 50 milioni”), dedica la parte centrale della prima pagina a due foto: Formigoni e Grillo al mare: “La spiaggia è la stessa, la morale no. Gogna solo per Formigoni”.

Libero apre sulle inchieste sul calcio: “Vendetta dei pm su Buffon. Il giorno dopo la sparata del portiere contro le indagini, esce l’informativa che lo accusa di aver commesso 1,5 milioni. Non è indagato, ma scoppia il caso: ora lo cacceranno dalla Nazionale?”.

Vaticano

Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, firma due pagine dense dedicate al Vaticano: “Il Corvo e il Crdinale, i segreti della guerra che scuote il Vaticano”. Si parla di Bertone, “fedelissimo del Papa fin dagli anni passati all’ex Sant’Uffizio”, contro cui si muovono “cardinali in gruppo o isolati”. Le accuse a Bertone sono essenzialmente tre: abuso della delega papale nel rapporto con i vescovi, mancanza di chiarezza nella gestione dei fondi Ior, condizionamento esterno nella guida del governo Vaticano. E’ una “guerra non di religione ma di religiosi”. Chi preme sul Papa contro Bertone dice che lo fa per difendere il ruolo e l’autorità della Chiesa cattolica apostolica romana e lo stesso Pontefice. “Ma come si può voler difendere il Papa e poi forzare il suo silenzio con l’evidenza clamorosa del corvo, che toglie ogni immagine di sacralità e di fraternità alla vita oltre le Sacre Mura?”.
Sulla inchiesta in Vaticano da segnalare una pagina su La Stampa, con notizie sulle indagini: “Cinque laici nel mirino degli inquirenti. Pronte le rogatorie per l’autore di ‘Sua santità’ (Gianluigi Nuzzi) e per alcuni dpendenti dei Sacri Palazzi.

Europa 

Il Foglio pubblica il capitolo “L’Europa e l’Italia” della relazione di ieri del governatore della Banca d’Italia Visco. “Va definito un percorso che abbia nell’unione politica il suo traguardo finale. Manca la federazione degli Stati”.
Sul Sole 24 Ore si dà conto dell’intervento del Presidente della Bce alla Commissione affari economici del Parlamento europeo, ieri a Bruxelles, come presidente del Comitato europeo sul rischio sistemico. Draghi ha tratteggiato l’ipotesi di una unione bancaria europea che richiederebbe – secondo lui – garanzie europee sui depositi bancari. Un fondo europeo di risoluzione delle crisi e una accresciuta centralizzazione della sorveglianza bancaria, “ormai essenziale”.
Ieri gli irlandesi sono andati alle urne per votare a favore e contro la modifica costituzionale che rende vinvolante la ‘virtù’ di bilancio pubblico. I sì, secondo fonti governative, sarebbero stati il 60 per cento. L’affluenza è stata scarsa, attorno al 50 per cento. I risultati saranno ufficiali oggi nel tardo pomeriggio. Da quando è scoppiata la crisi l’Irlanda ha ricevuto un pacchetto di aiuti dall’Europa di 85 miliardi, nel 2010, ed ha poi rispettato tutti gli impegni di risanamento e riforme presi con Fondo Monetario e Banca centrale europea.
Su La Repubblica un “retroscena” racconta le diverse visioni dell’Europa a Berlino, Parigi e Roma. “No, la Germania non regalerà soldi alle banche spagnole”, avrebbe detto la cancelliera tedesca Merkel a Obama, Monti e Hollande, alla teleconferenza dell’altroieri pomeriggio. “Davanti a Obama lite tra Monti, Hollande e Merkel. Eurolandia si spacca sul rischio contagio da Madrid”.
L’Unità si occupa della crisi in Europa con un titolo in prima pagina (“L’Europa incalza la Merkel”) e due pagine all’interno in cui si dà conto delle Considerazioni di Ignazio Visco, delle parole di Draghi, ieri ascoltato dal Parlamento europeo, e di quelle di Monti, che ieri ha parlato ad un forum a Bruxelles. “Monti: spread, rischio contagio. La Germania rifletta bene'”.

Internazionale

Ieri la guerriglia dell’Esercitoo siriano libero ha annunciato un ultimatum al regime di Assad. Poco dopo però un altor generale dello stesso esercito ha negato: “non c’è alcun ultimatum, continueremo a rispettare il piano, ma speriamo che Kofi Annn annunci che è fallito per poter riprendere le operazioni contro il regime”: Le dicharazioni contrastanti dei ribelli – scrive il Corriere della Sera – mostrano ancora una volta una opposizione divisa militarmente e politicamente. Il timore è che il Paese sprofondi ancora di più in una escalation di scontri a sfondo settario. “Lo spettro di Srebrenica e il dilemma di Obama che pesa sulla rielezione” è il titolo di un commento da New York. Gli Usa per ora non vogliono sentir parlare di altre operazioni militari all’estero, Obama continua a considerare impraticabile la via militare, preme su Mosca, studia sanzioni, ma finora tutto è stato vano. I suoi avversari – a partire da McCain – lo sanno e attaccano il Presidente, chiedendo un intervento a base di strike dal cielo, sul modello della Libia, a sostegno dei ribelli. Ma il conservatore Rogers, presidente della commissione servizi segreti della Camera Usa, ammette: “La verità è che non sappiamo nemmeno chi sono i buoni e chi i cattivi”.
Il Sole 24 Ore dà rilievo alle accuse di ieri di Hillary Clinton alla Russia: “Dobbiamo portare i russi dalla nostra parte perchè i rischi sono spaventosi. Il massacro di innocenti da parte del regime, e sempre di più anche da parte dell’opposizione, potrebbe traolgere un Paese lacerato da divisioni settarie e provocare un intervento di altri Paesi della regione”. Un riferimento evidente all’Iran sciita, padrino degli alawiti di Assad da più di 30 anni, scrive il quotidiano.

E poi

In una intervista alla Zeit il neopresidente tedesco Gauck ha messo in discussione una affermazione del suo predecessore, Christian Wulff, dimessosi travolto dall’accusa di aver ottenuto privilegi e trattamenti di favore. L’affermazione era: “L’Islam fa parte della Germania”. A Die Zeit Gauck dice invece: “io avrei semplicemente detto che i musulmani che vivono qui fanno parte della Germania”. “Una differenza non da poco”, dice La Stampa. L’uscita di Wulff suscitò un aspro dibattito, apprezzamenti dalla comunità musulmana, forti critiche da parte degli esponenti della Cdu. “Posso capire quelli che si chiedono: dov’è che l’islam ha plasmato l’Europa?Ha avuto l’illuminismo, o la riforma? Lo comprendo fino a che ciò non ha una sfumatura razzista”, ha detto Gauck, che si è anche detto “ansioso” di assistere ad una discussione teologica all’interno dell’Islam europeo ed ha lodato la decisione di formare gli imam anche in Germania. Il presidente del comitato centrale dei musulmani tedeschi Aiman Mayzek ha replicato che l’Europa occidentale “poggia chiaramente anche su basi musulmano orientali”, e “l’Islam fa parte della sotria dell’Europa e della Germania”, ha detto il capo della comunità turca Kenan Golat.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini


 

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