PENATI E IL “SISTEMA SESTO” FANNO TREMARE IL PD

Le aperture

La Repubblica: “Napolitano: svolta per sopravvivere. Appello al governo contro la crisi. Bossi lo attacca sul no ai ministeri al Nord. Nuovo rialzo dello spread. Il Tesoro: bene il manifesto delle parti sociali. Il leader della Lega: la vera capitale è Milano”. A centro pagina: “Fiducia sulla legge salva premier. Oggi il Senato vota il ddl sul processo lungo. L’Anm: effetti devastanti. Il Pd: è regime”. Da segnalare in prima pagina anche un articolo dedicato al Ministro Tremonti e alla vicenda dell’appartamento di Milanese in cui ha vissuto: “Tremonti: ho sbagliato, ma andai in quella casa perché mi sentivo spiato”.

Il Corriere della Sera: “Errori sì, illeciti mai. Lettera di Tremonti: non ho pagato in nero. Il ministro risponde alle richieste di chiarimento del Corriere sulla casa di Roma”. A centro pagina le parole di Napolitano (“Nuovo no sui ministeri al nord, il premier frena Bossi”), mentre il titolo principale è per l’econommia: “Btp italiani bersaglio della speculazione. Per il Tesoro l’attacco è una questione europea: Differenziale sui Bund a 320, quasi come la Spagna”. L’editoriale di Massimo Mucchetti è titolato: Chi scommette contro di noi”.

La Stampa: “Ministeri, Bossi sfida il Colle. Napolitano: incostituzionali le sedi decentrate di Monza. Il Senatur: restano lì. Il Capo dello Stato chiede alla politica uno “scatto” per la sopravvivenza del Paese. Giustizia, oggi fiducia sul processo lungo”.

Il Fatto quotidiano: “Finmeccanica e P4. Ecco i soldi ai politici. Gli imprenditori Proietti e Di Lernia: ‘Pagavamo gli onorevoli Milanese e Brancher. Nei verbali in mano ai pm c’è anche il nome del ministro Altero Matteoli”.

Il Giornale: “Colpi bassi tra giudici vip. Magistratura nel pallone. Il procuratore di Roma contesta il metodo Woodcock: l’abuso delle intercettazioni, la violazione della privacy e la criminalizzazione di semplici incontri: ‘Agiscono nell’illegalità'”. A centro pagina, con foto: “La buffonata dei ministeri al nord. Lite sul nulla tra Bossi e Napolitano”. In prima anche un editoriale firmato da Alessandro Sallusti: “Perché Tremonti non deve arrendersi”.

Il Foglio: “Perché al Cav conviene proteggere un Tremonti azzoppato ma pugnace. Il superministro sotto assedio si dimette da ‘inquilino’ e non molla il Tesoro. La sponda vacillante di Napolitano. Antipatizzanti in Cdm”.

Libero apre con “dieci domande a Bersani. Il segretario parla ma non dice niente. Perché non spiega cosa sia davvero della vicenda Serravalle? E qual è la verità sulla nomina e le dimissioni di Penati dalla sua segreteria?”.

Il Sole 24 Ore: “Asta Btp sotto tiro: scatta l’effetto Bce. Tassi ai massimi da 11 anni, spread oltre 330 punti. Voci di acquisto di bond da Francoforte, Milano recupera”. Di spalla: “Tremonti risponde ai rumors: mi dimetto solo da inquilino. Il ministro replica sulla casa in affitto”.

Tremonti

Giulio Tremonti risponde con una lettera al Corriere della Sera ad una “legittima pubblica richiesta di chiarimento” sulle ragioni per cui abitava a Roma nell’appartamento del suo ex consigliere politico Marco Milanese. Tremonti ribadisce che la sua unica abitazione è a Pavia, e che per le tre sere a settimana che normalmente trascorre a Roma ha sempre adottato “soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo, e come ministro anche in caserma”. Poi ha accettato l’offerta di Milanese: ma la ragione non era “di convenienza economica”, bensì di “privacy”. “Nessun nero”, e nessuna “irregolarità”: trattandosi di rapporto tra privati cittadini non era infatti dovuta l’emissione di fattura o vietata la forma di pagamento.
La Repubblica punta invece l’attenzione su quella che considera una “novità clamorosa” che si rafforza nel colloquio che il quotidiano ha con il ministro: Se Tremonti dorme in albergo o in caserma, è pur vero che ad un certo punto, dal febbraio 2009, decide di accettare l’offerta di ospitalità di Milanese. Cosa lo spinge a farlo? Non il risparmio, poiché l’appartamento di Milanese gli costa, mentre l’albergo lo paga il ministero e la caserma la paga la Guardia di Finanza. E si riprendono le parole di Tremonti: “La verità è che, da un certo momento in poi, in albergo o in caserma non ero più tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, in qualche caso persino pedinato”. Insomma, secondo La Repubblica, Tremonti sapeva di essere nel mirino di una banda “interna alla Guardia di Finanza”, in particolare di quella che riferisce direttamente al premier.
Il direttore de Il Giornale commenta gli ultimi sviluppi della vicenda Tremonti-Milanese, sottolinea come Berlusconi non abbia “un grande feeling con il suo ministro”, ilquale gli ha imposto “d’accordo con Quirinale e opposizione”, una manovra economica “pasticciata, lontana dallo spirito della maggioranza, che ha fatto perdere non pochi consensi al premier, al governo e al partito”. Ma “sovrapporre Marco Milanese a Giulio Tremonti è da furbetti. Se un leader deve pagare per non essersi accorto di un collaboratore infedele, beh, allora Aldo Moro doveva essere arrestato per le colpe del suo braccio destro Sereno Freato”. Teniamoci stretto Tremonti, dice Sallusti, visto che ha contribuito, insieme al premier, a salvare il Paese dalla crisi economica: “Si renda però conto, il ministro, che il prezzo probabilmente lo pagheranno Berlusconi e il Pdl. Sia almeno grato a entrambi”:
Umberto Bossi – riferisce La Stampa – difende a spada tratta il ministro: “Tremonti è uno che controlla che non crolli il soffitto, ma poi non si è accorto della buccia di banana. Quel che è accaduto non è gravissimo, e una stupidaggine”.

Economia

In un’intervista a Il Giornale il segretario della Uil Luigi Angeletti spiega perché ha deciso di ritirare la propria firma  documento sulla crisi firmato da 17 tra sindacati, associazioni di imprese, banche e cooperative. Dice che il documento è generico, che servirebbe un patto tra i sindacati e il governo, ricorda di aver chiesto che venissero indicate cose concrete da fare, ad esempio sul fronte degli investimenti. E al giornalista che gli chiede se non pensi che il vero obiettivo sia dare una spallata a Berlusconi per portare al potere un governo tecnico, risponde di essere contrario a governi tecnici: servono governi politici, che scelgano e scontentino qualcuno”. Cosa avrebbe messo la Uil nel documento? La rimozione di “tutti gli ostacoli politici e legislativi che ci impediscono di fare investimenti con le risorse europee. Una rimodulazione delle tasse per alleggerire quelle sul lavoro. Poi tagli più drastici alla politica. Le province devono essere abolite”. Cronista: il documento è anche una presa di distanza da Tremonti? Come valuta il suo operato? Angeletti riconosce che il ministro “ha dedicato tutte le risorse disponibili agli ammortizzatori sociali, e non ha dato un euro alle banche”, con lui è stato varato “il piano per lo sviluppo”, passato sotto silenzio, “e poi ha permesso la stabilizzazione di sessantamila precari della scuola”. Per Angeletti il ministro è stato messo in minoranza quando ha chiesto scelte dolorose. Il risultato sono tagli lineari. Anche sui costi della politica, ha assecondato l’impostazione della maggioranza.
Sul Sole 24 Ore si scrive che Giulio Tremonti ha apprezzato il documento.

Immigrazione

Su La Stampa un dossier di due pagine dedicato alle “nuove regole” per gli immigrati e ai problemi dell’integrazione. Perché il Consiglio dei ministri ha emanato ieri il regolamento di attuazione dell’accordo di intergazione per gli straineri, che prevede un sistema di crediti. Destinatari, coloro che entrano per la prima volta in Italia e chiedono un permesso di soggiorno. Dovranno imparare la lingua italiana, acquisire una “sufficiente conoscenza della cultura civica e della vita civile in Italia”, dovrà “assolvere al dovere di istruzione dei figli minori”, “conoscere l’organizzazione delle istituzioni pubbliche e rispettare i principi della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione”. Sarà lo Stato a pagare i corsi, gli stranieri parteciperanno gratis ad un corso di formazione civica. Il monte dei crediti è di 16 punti: quindici possono essere sottratti in caso di mancata frequenza ai corsi. O decurtati per condanna penale o gravi illeciti.
Anche su La Repubblica: “Test d’italiano ed educazione civica, ecco il permesso a punti per immigrati”, “Carta di soggiorno per chi ne raggiunge 30, espulso chi scende a zero”. Il quotidiano ricorda che l’Accordo di integrazione è stato introdotto con il cosiddetto pacchetto di sicurezza Maroni del 2009. E spiega: “in due anni dovranno imparare come funzionano il Parlamento e il governo, cosa dice la Costituzione, come si usa un congiuntivo”. Dopodiché faranno la conta dei crediti: con trenta punti avranno il permesso di soggiorno, con meno -ma più di sedici- sarnno ‘rimandati’ e avranno un anno di tempo per recuperare. Con zero punti, bocciatura e espulsione immediata.
Se ne parla anche su Il Giornale, che sottolinea come il regolamento non avrà valore retroattivo e quindi si applicherà solo agli stranieri che entreranno nel nostro Paese dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Restiamo in tema tornando su La Stampa per segnalare l’imminente chiusura della scuola statale “Lombardo Radice” di Milano, considerata la scuola più multietnica di Italia, modello riuscito di integrazione, più volte premiato dalla Regione: all’inizio di aprile a scuola è arrivato un decreto dell’Ufficio Territoriale che ricorda come gli stranieri non debbano superare il 30 per cento per classe.

E poi

Su Il Foglio un articolo sulla rivoluzione tunisina che copre una intera pagina: “L’ancien régime ha cambiato veste ma è ancora saldo. Gli islamisti preparano l’affondo. Ecco cosa si dice nel palazzo dei Mercati”.
Sullo stesso quotidiano, due articoli dedicati a Israele, con l’analisi delle tensioni che continuano tra Istanbul e Gerusalemme per il caso della Mavi Marmara e per le mancate scuse di Israele: “C’è la mano di Erdogan”, anche dietro il calo di popolarità del premier israeliano Netanyahu, contestato nelle piazze dalla crisi sociale degli indignados israeliani, con un governo spaccato sui rapporti con la Turchia. La pubblicazione del report dell’Onu sulla flottiglia è stata spostata a settembre, dietro pressioni Usa, ma il suo contenuto è noto: Israele aveva il diritto di difendere manu militari il blocco di Gaza, ma è ricorso ad un uso sproporzionato della forza. Il procuratore generale israeliano ha quindi raccomandato al governo di ricomporre il contenzioso con la Turchia. Il premier si è dichiarato disponibile, ipotizzando anche delle scuse, ma ilministro degli esteri Lieberman lo ha prontamente criticato.
Il Corriere della Sera torna sulla strage di Oslo e sul dibattito sul multiculturalismo, con un articolo in cui si dà conto delle dichiarazioni del presidente della socialdemocratica Spd contro un suo “nemico di partito”, ovvero il banchiere Sarrazin, che un anno fa denunciò il fallimento del multiculturalismo in Germania. Queste le parole del presidente Spd Sigmar Gabriel: “In una società dove l’anti-islamismo e la discriminazione degli altri è diventata di nuovo accettabile, e in cui la classe media plaude gente come Thilo Sarrazin, ci saranno naturalmente dei folli ai margini della società che si sentono legittimati a compiere atti estremi”.
Restiamo al Corriere della Sera per segnalare un articolo sulla neoministra degli esteri pakistana: Hina Rabbani Khar è stata nominata ministro il 19 luglio scorso, ha 34 anni. E la notizia è che piace agli indiani, che l’hanno vista a New Delhi in un incontro con il suo omologo indiano. E’ la prima donna a capo della diplomazia di Islamabad, a New Delhi ha incontrato i leader separatisti kashmiri e i due ministri hanno promesso di facilitare i movimenti di merci e di persone tra i due lati della regione himaliana.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)

 

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