FISCO PIU’ LEGGERO, TEMPI LUNGHI PER RISCUOTERE: proroga a 180 giorni per il via agli accertamenti fiscali

Le aperture

Corriere della Sera: “Il Fisco ora allenta la presa”, “Dilazioni per le cartelle esattoriali, riscossione delle multe ai Comuni”. Sarebbero queste le misure allo studio del governo. Un richiamo anche per quanto accaduto ieri alla Camera: “Maggioranza battuta due volte sul decreto anticorruzione”. L’editoriale in prima è firmato da Massimo Mucchetti ed è dedicato al referendum sull’acqua: “Demagogia sull’acqua”, “Leggi carenti, ma il non è meglio”. A centro pagina la foto di Cesare Battisti e la decisione della Corte Suprema brasiliana: “No al ricorso dell’Italia su Battisti”, “I giudici brasiliani liberano Battisti”.

La Repubblica: “Governo nel caos, battuto due volte”, “Le bocciature sulla legge anti-corruzione. La Lega: no al giuramento sulla Costituzione. Bersani: l’esecutivo è ko, ne prenda atto”. E poi, sui referendum: “Bossi sul referendum: non andrò. Polemiche sul voto degli italiani all’estero”. In taglio basso: “Battisti, il Brasile dice no all’estradizione”. In prima anche un’analisi di Nadia Urbinati: “La virtù contagiosa del dissenso”. E su Calciopoli: “Sospetti sul Napoli, sotto tiro i calciatori di A”. Da New York la corrispondenza di Federico Rampini: “Cocaina e sesso a Wall Street, le notti segrete dei banchieri”.

La Stampa: “La ‘ndrangheta a Torino”, “Maxi blitz contro le cosche. 150 in manette. ‘Accordi coi politici locali”. “Sequestrati beni per 117 milioni. L’allarme di Caselli: troppe collusioni da parte di chi ricopre incarichi istituzionali”. In taglio basso: “Il governo battuto due volte in Senato”, “Ddl anticorruzione, pesano le assenze. Tasse, Tremonti non cede“.

Il Giornale: “Mentana spegne De Benedetti”: intervista al direttore del tg di La7: ‘Con lui come editore saremmo meno liberi’. Calabresi fa flop in tv, ma nessuno lo dice”. In prima un intervento di Magdi Cristiano Allam: “Qualcuno ricordi a Napolitano che non votare è un diritto”.

Referendum

Il Corriere della Sera dedica un inserto molto approfondito al referendum sull’acqua: sono due i quesiti e se ne spiegano, nell’approfondimento, obiettivi e conseguenze.Primo quesito: i privati potranno occuparsi della rete idrica? Il secondo: legare le tariffe agli investimenti del gestore? Si tratta della gestione -e non della proprietà del servizio idrico, ricorda il quotidiano. E ai lettori si propone un viaggio tra inefficienze -”e qualche virtù”- sulle società e le municipalizzate che gestiscono il servizio. Un primato per Milano e Gorizia, mentre in coda c’è la Sardegna. Sono 2,6 i miliardi di metri cubi annui che, secondo il rapporto Censis 2010, vengono sprecati nel sistema idrico. E già oggi le società hanno rendimenti in qualche caso superiori al sette per cento, che è la media europea.

In prima sul Corriere Massimo Mucchetti ricorda che l’acqua è un bene pubblico e tale resta anche con l’approvazione del decreto Ronchi che il referendum vuole abrogare. “Un Paese senza pregiudizi farebbe gare aperte a tutte le imprese di accertatata solidità e competenza senza badare alla natura pubblica, privata o mista della proprietà. L’articolo 23 bis del decreto e i successivi aggiornamenti, invece, tendono a privilegiare la mano privata. Con una certa confusione. Essi infatti dispongono l’affidamento dei servizi idrici a soggetti privati e a soggetti privati attraverso gara europea o affidamento a società a cpitale misto nelle quali un socio privato, scelto attraverso gara, abbia almeno il 40 per cento”. E tuttavia Mucchetti evidenzia il rischio ‘demagogia’ di questo quesito, anche perché “per fermare le dispersioni, assicurare acqua corrente a 10 milioni di cittadini che l’hanno a intermittenza, collegare alle fogne e ai depuratori il 20-30% che ne è isolato, servono investimenti dai 65 ai 120 miliardi di euro”.

“La Lega lascia mani libere ma Bossi non andrà alle urne”, titola Il Giornale in prima parlando dei referendum: “Bossi non voterà i referendum. L’astensionismo cela un’ambiguità -scrive Paolo Bracalini- Se dovesse dire apertamente la sua su nucleare e acqua, la Lega sarebbe a favore dell’abrogazione, cioè per il ‘sì’. Ma questo accenderebbe una nuova miccia dentro la maggioranza, perciò la ‘libertà di coscienza’ è la non-linea di via Bellerio”.

Ancora su Il Giornale e su De Benedetti: “Quegli interessi dell’Ingegnere sul ‘sì’ al referendum nucleare. Sorgenia, colosso energetico controllato dalla Cir di De Benedetti, è danneggiata dallo sviluppo dell’atomo. Perciò i suoi giornali fanno campagna contro le centrali”.

La 7

Enrico Mentana, a Il Giornale, dopo l’annuncio di Michele Santoro di passare a La 7 e le voci di un interesse di De Benedetti -e di Rcs- per la rete tv di Telecom, dice: “Stiamo bene con un editore forte, politicamente incolore. Un editore potente e silente. Come tutti sanno, telecom è un’azienda che ha nel suo nucleo proprietario tutte le principali banche e assicurazioni del Paese. Questo ci garantisce una libertà invidiabile. Non la libertà cooperativa, bensì quella di un’azienda con grande liquidità. Se venissero Murdoch, De Benedetti o un prestanome di Berlusconi, non sarebbe più così”.

Il Corriere intervista Gad Lerener, che pure su La 7 ha la sua trasmissione: “non saremo antiberlusconiani. E arriveranno altri” (oltre a Santoro). Sottolinea che a La 7 c’è “libertà intellettuale e possibilità di pserimentare” e dice che “il duopolio è decrepito”

Politica internazionale

Seconda puntata sul Corriere del reportage che Sergio Romano sta dedicando all’Egitto: “Il dialogo difficile tra musulmani e copti per salvare la rivoluzione (e le minigonne). Egitto al bivio: dalle nuove tensioni interreligiose al cambio dei costumi sessuali”.

La Stampa si occupa delle elezioni legislative che si terranno il 12 giugno in Turchia con un’intervista al leader del Chp ( il partito repubblicano del popolo, principale forza di opposizione all’Akp del primo ministro Erdogan), Kemal Kilicdaroglu: “Solo con noi Ankara tornerà a guardare verso l’Europa”, dice al quotidiano, che gli chiede un commento sul forte riavvicinamento operato da Erdogan ai Paesi arabi. Kilicdaroglu sottolinea che “si sente molto spesso dire che nei Paesi arabi vorrebbero vivere come in Turchia”, ma “il problema grosso è che il nostro governo vorrebbe far diventare la Turchia come un Paese arabo”. Problema democrazia, per Kilicdaroglu: il pericolo è che la Turchia “vada indietro” su questo capitolo. E non sulle questioni laicità: “sono tranquillo, la Tuechia è ancora uno Stato laico”, risponde a Marta Ottaviani che gli chiede se il Paes stia correndo il rischio ‘islamizzazione’. La setssa giornalista firma una lunga corrispondenza: “Super Erdogan vuole trionfare e prendersi tutto. Il premier islamico spera nella maggioranza di due terzi per poter modificare la Costituzione”.

Ieri, nel corso di una conferenza stampa a New York, il procuratore della Corte penale internazionale Moreno Ocampo ha annunciato di aver raccolto le prove che il regime di Gheddafi stia distribuendo Viagra ai suoi soldati perché siano adiuvati negli stupri di massa. Lo scrive il Corriere della Sera.

La Stampa scrive che Obama punta sull’Africa per isolare il Colonnello Gheddafi: i presidenti di Nigeria e Gabon sono ospiti alla Casa Bianca. Nelle stesse ore la segretaria di Stato Clinton si mette in viaggio per lo Zambia, la Tanzania e l’Etiopia. E Michelle Obama sta per andare con le figlie in Sudafrica e Botswana.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)

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