Nel paese degli alberi di Natale

Documenti storici attestano che l’usanza di decorare abeti è nata in Alsazia, alla fine del Medioevo. Un buon motivo per visitare le principali città della regione francese, famosa anche per i suoi vini bianchi. Durante le feste, ma anche nel resto dell’anno.

Nell’inverno del 1521, uno scrivano di Sélestat annota nel registro della città la spesa di quattro scellini pagati alle guardie per sorvegliare gli abeti della foresta comunale. Dopo di che aggiunge che gli abitanti possono prendere un albero liberamente «per decorarlo, come si fa da tempo immemorabile». È la prima citazione scritta dell’albero di Natale, ancora visibile in quel registro conservato nella Biblioteca Umanista della città alsaziana. Primato ribadito quasi un secolo dopo (1605) da un cittadino tedesco in visita a Strasburgo il quale scrive che in quella città si prepara un albero per il Natale decorato con carta, frutta e dolciumi. Dunque se c’è una destinazione appropriata per le feste di fine anno, questa è proprio la “culla” dell’albero decorato, ossia l’Alsazia, regione francese sulla riva sinistra del Reno, ricca di bellezze artistiche e di una gastronomia sopraffina.

COLMAR – Tra le città alsaziane più interessanti c’è Colmar alla quale l’atmosfera natalizia conferisce un incanto particolare. Il centro storico, interamente pedonalizzato, è caratterizzato dalle tipiche case a graticcio con i tetti di scaglie, affacciate su strade e piazzette dall’intatto fascino medievale. Specialmente nella Petit Venice (Piccola Venezia), così chiamata per l’intrico dei suoi canali. Da qui parte la Grand Rue che taglia da sud a nord il centro e che in ogni angolo, in ogni piazzetta offre scorci da cartolina. Specialmente durante l’Avvento quando accoglie uno dei cinque Mercatini di Natale. Altri luoghi suggestivi con le bancarelle natalizie sono la piazza della Cattedrale e i dintorni della chiesa gotica dei Domenicani. La Grand Rue sbocca nell’elegante Rue des Clefs che nelle sue facciate unisce antico e moderno e che con le sue vetrine propone uno shopping di classe tutti i mesi dell’anno. Il cuore culturale di Colmar batte però in un luogo unico al mondo: il Museo d’Unterlinden (www.musee-unterlinden.com). Qui è custodito uno dei capolavori dell’arte rinascimentale renana: l’Altare di Issenheim che Matthias Grünewald dipinse all’inizio del ‘500. Attorniato da tavole e sculture coeve di maestri alsaziani, è un’opera che da sola vale il viaggio. In più, il 2015 è l’anno del grande rilancio del museo. Le archistar Herzog & De Meuron hanno firmato l’ampliamento della struttura recuperando i vecchi bagni pubblici della città. Il nuovo spazio ospiterà le collezioni di arte moderna e contemporanea e locali dove sarà possibile pranzare e fare shopping. Colmar è anche la città natale di Frederic Auguste Bartholdi (1834-1904), scultore magari poco noto di nome, ma artefice di un’opera tra le più famose, celebrate e fotografate al mondo: la Statua della Libertà di New York. La casa di Bartholdi è oggi un museo dove sono custodite alcuni suoi lavori, disegni, schizzi, progetti. Qui si può vedere non solo l’attività di un artista, ma anche l’ambiente in cui è cresciuto e il contesto storico (Secondo Impero e Terza Repubblica) che ha influenzato le sue scelte estetiche. Uscendo di città verso Strasburgo si può vedere una riproduzione in scala ridotta del suo celebre monumento. Colmar è anche la capitale dei celebri vini dell’Alsazia, magnifici bianchi adatti a ogni portata del pasto.

STRASBURGO – Fino al settembre del 2015 sono previste grandi celebrazioni per i mille anni della cattedrale  del capoluogo, città che conta il più antico mercatino di Natale d’Europa, attestato fin dal 1570. Pochi sanno perché iStrasburgo è la sede del Parlamento Europeo. In questa città, il 14 febbraio dell’842, il re di Francia Carlo il Calvo e quello di Germania Ludovico II siglarono un patto di fedeltà reciproca. Per farsi comprendere dalle truppe, il patto venne redatto nelle lingue “volgari” parlate dai due popoli: l’antico francese e l’alto tedesco. Non solo: il testo fu letto da ciascuno dei due sovrani nella lingua dell’altro. In quel remoto fatto storico, inizio della divisione tra mondo latino e mondo germanico con secolari conflitti durati sino a metà del ‘900, i padri nobili dell’Europa moderna hanno voluto vedere la volontà di unire in una stessa casa tutti gli abitanti del Vecchio Continente. A parte tutto Strasburgo è una città incantevole, dai mille volti. Oltre alla superba cattedrale e alle vie circostanti, aspetti molto diversi tra loro mostrano il quartiere della Petite France, affacciato sui canali del fiume Ill, quello Tedesco, con maestosi palazzi borghesi di fine ‘800 e primi ‘900, il moderno quartiere dell’Esplanade e, naturalmente, il Distretto Europeo con i palazzi e le sedi comunitarie.

MULHOUSE – Anche alla città di Ungersheim spetta un primato: essere il luogo in cui venne scoperto il primo meteorite catalogato ufficialmente dalla storia. Era il 1492, l’anno in cui Colombo metteva piede in America. Nel luogo del ritrovamento sorge oggi il Parco del Piccolo Principe , dedicato all’immortale personaggio di Antoine de Saint-Exupéry. Parco ludico e poetico è il primo parco aereo al mondo, in omaggio alla passione per il volo dello scrittore. Aperto per le Feste fino al 4 gennaio. Il Parco può essere l’occasione anche per visitare il Museo dei Tessuti Stampati della vicina Mulhouse che ospita un Mercatino di Natale e una grande mostra dedicata al Giappone intitolata Les Impression du Soleil Levant .

DOVE DORMIRE

Hotel e Brasserie les Haras

Nel suggestivo quartiere della Petite France di Strasburgo, un nuovo 4* di design ricavato negli antichi allevamenti di cavalli della città. I menu della brasserie sono firmati dallo chef stellato Marc Haeberlin.

Tel. 0033.388240000

Hotel Régent Petite France

Apoteosi dello charme in questo Spa Hotel che offre il meglio proprio nell’area benessere. Con terrazza panoramica sul quartiere più romantico della città.

Tel. 0033.388764343

INFO 

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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