Diane Keaton, indimenticabile musa di Woody Allen

L’incontro con Allen ha cambiato completamente la vita di Diane Keaton, la mitica protagonista di “Io e Annie” e di “Manhattan”. Un’attrice completa, che sapeva recitare e cantare e stare sul set come in palcoscenico

Bella, affascinante, sofisticata, colta, Diane Halle, in arte Keaton, nasce a Los Angeles (California) il 5 gennaio 1946. Suo padre lavora nel settore immobiliare e sua madre è appassionata d’arte. La Keaton è la prima di quattro figli e già da ragazza è attratta dalla recitazione. Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce a New York per entrare nel mondo dello spettacolo. Nel 1968, grazie alla sua presenza scenica e alla sua simpatia, ottiene una parte a Broadway nel musical rivoluzionario “Hair”, sostituendo l’attrice Lynn Kellogg. A sorpresa, e in poco tempo, diventa famosa al pari di Jane Fonda e della già affermatissima Barbra Streisand, in quel periodo una vera e propria star.

L’incontro con Woody Allen cambia completamente la sua vita. L’attore, sceneggiatore e regista newyorkese, la vuole come protagonista della sua commedia romantica “Io e Annie” (1977).

In apertura: Diane Keaton e Woody Allen in una scena di “Manhattan” (1978) – @Isaac Davis B170780 UnitedArchives50566

“La Keaton incarnò la donna moderna americana, un’anticonformista snob, dallo spirito libero, che bilanciava la ricerca di un rapporto significativo con la necessità assoluta di mantenere e di fare uso della sua libertà personale. Prestando dati personali al suo alter ego sullo schermo, la Keaton (il cui vero nome è, infatti, Diane Hall, e che condivise a suo tempo ‘una storia d’amore importante con Allen, quando, nel 1969 agli inizi, lavorarono insieme per la sua commedia a Broadway, “Provaci ancora Sam”) avrebbe presto rappresentato un nuovo tipo di modello femminista. In un momento di tassi crescenti di divorzio in America e in cui l’istituzione del matrimonio cominciava a essere vista come un’opzione, ispirò moltitudini di donne ad abbandonare i ruoli tradizionali e a seguire, invece, un percorso più individualista” (Diane Keaton, dal “Dizionario delle Dive da Oscar- Best Actress” di Stephen Tapert- Silvana Editoriale).

“Io e Annie”

“Io e Annie” ottiene un grande successo non solo in America, ma in tutto il mondo, facendo crescere la fama di Woody Allen che in dodici anni di carriera diventa uno degli autori cinematografici più amati. “In Io e Annie – scrive Tullio Kezich in “Il cento film. Un anno al cinema 1977/1978″, Edizioni Il Formichiere –  troviamo il solito eroe disadattato e complessato (ma stavolta più autobiografico ancora: si tratta di un gagman newyorkese sulla via di diventare attore) alle prese con il grande amore della sua vita: una ragazza tipicamente americana, figlia dell’alta borghesia, svitata quanto basta. È l’occasione per fare il bilancio di un’intera esistenza (bellissima la scena in cui, gli antichi compagni di scuola, rievocati nel loro aspetto di bambini, raccontano in prima persona che cosa sono diventati), ma anche di investigare i limiti del proprio carattere e di accettare l’impossibilità di essere normale”.

Si ride e si sorride molto durante la visione del film ma con amarezza soprattutto nel finale, quando la coppia si separa e qualcuno ha visto in quella sequenza anche la vera storia di Woody Allen e di Diane Keaton. Celebre il guardaroba indossato dalla Keaton nel film: pantaloni maschili, camicia, gilet e cravatta, uno stile poi imitato da molte donne in America. Lei stessa con candore ha sempre dichiarato: “Ho rubato quello che vedevo indossare dalle donne cool delle strade di Soho. I pantaloni kaki, il gilet e la cravatta di Annie sono arrivati da loro”.

“Manhattan”, un omaggio di Allen alla sua amata New York

Nel 1979 il grande Woody è pronto per una nuova sfida, “Manhattan“. La pellicola lo vede nei panni di Isaac Ike Davis, uno scrittore di successo che vive nel mondo colto newyorkese tra bicchieri di vino buono, lo studio del clarinetto, la passione per Mozart. Dopo essere stato lasciato dalla moglie Jill (Meryl Streep), innamoratasi di una donna, incontra al vernissage di una mostra di pittura Mary (Diane Keaton) che ha una relazione extra coniugale con il suo miglior amico Yale (Michael Murphy). Tra i due nasce una breve storia d’amore, tutto basata sulla condivisione delle rispettive paure esistenziali.

Anche questo rapporto però non dura e Isaac si consola presto con la giovanissima Tracy (Mariel Hemingway) benchè la grande differenza di età provochi in lui imbarazzo. Poi lei deve scegliere se partire per Londra dove l’aspetta un corso di studi o rimanere con il suo innamorato che, però, la spinge a scegliere la partenza. Quando ormai tutto è pronto per l’addio, il confuso e smarrito Isaac ci ripensa e attraversa di corsa tutta la metropoli al suono di “Strike up the Band” di George Gershwin. Mariel, però, è già pronta con le valigie: gli chiede di aspettarla perché forse il loro amore non è finito…

Manhattan

Considerata una delle opere più importanti del regista newyorkese, la prima in cinemascope, “Manhattan” è un omaggio d’amore per la sua città (il Village Voice lo definisce “l’unico vero grande film americano degli anni Settanta”) con la straordinaria fotografia in bianco e nero di Gordon Willis. La pellicola vince sette premi internazionali, tra i quali due Baffa, gli Oscar inglesi, un César, il premio francese al miglior film straniero e due riconoscimenti di prestigio, quello dell’Associazione dei Critici e quello degli Sceneggiatori.

Come sempre Woody Allen si dimostra autore sensibile nel raccontare e interpretare l’universo femminile utilizzando l’umorismo tenero e amaro di “Io e Annie”. Splendida la colonna sonora con “Rhapsody in blu” in apertura tra i grattacieli della Grande Mela; “Someone to Watch over me2, la scena d’amore sotto il ponte di Brooklyn e ancora “S Wonderful, Oh, Lady Be Good, Embraceable You e But Not for Me”, utilizzati per stimolare emotivamente lo spettatore. Celebre la frase sull’amore di Isaac: “Io sono all’antica, non credo alle relazioni extra-coniugali. Credo che ci si dovrebbe accoppiare a vita come i piccioni e i cattolici.

Ancora oggi i turisti in giro per New York vanno a cercare la panchina a Sutton Place davanti al Queensboro Bridge sulla quale Woody Allen, insieme a Diane Keaton, fa la sua appassionata dichiarazione d’amore alla Grande Mela (“Questa è davvero una grande città, non importa cosa dicono gli altri”). I turisti però rimangono delusi: alla fine delle riprese la mitica panchina è stata smantellata!

Diane Keaton “ha sufficiente personalità per non vivere soltanto all’ombra del comico – scrive Callisto Cosulich nel suo bel libro “Hollywood Settanta Il nuovo volto del cinema americano“, Vallecchi –. Tiene testa con autorità al suo partner e quando cambia regista, sa farsi rispettare, anche nei ruoli drammatici, com’è accaduto nei ‘Padrini’ di Coppola. In breve un’attrice completa, che sa stare sul set come in palcoscenico, recitare e cantare (vedi ‘Io & Annie’)”. La Keaton nella sua carriera ha conquistato anche un primato: è la prima vincitrice dell’Oscar per la miglior attrice ad avere recitato in tre pellicole premiate come miglior film, ovvero “Il padrino” (1972), “Il padrino parte II2 (1974) e “Io e Annie”.

 

“Io e Annie”
Pierfranco Bianchetti:
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