Nuove etichette alimentari: più sicurezza, anche a tavola

Dopo 32 anni di onorato servizio va in pensione la vecchia direttiva sulle etichette alimentari (la 79/112/CEE), sostituita da un regolamento nuovo di zecca appena varato dalla Commissione europea, da applicare contestualmente in tutti gli stati membri. La riforma dell’etichetta ha lo scopo di armonizzare tutte le norme nazionali su tre fronti: la presentazione e la pubblicità degli alimenti, l’indicazione corretta dei principi nutritivi e del relativo apporto calorico e l’informazione sulla presenza di ingredienti che possono provocare allergie. In breve, l’intento è rafforzare la salvaguardia della salute dei consumatori senza intaccare la libera circolazione delle merci. Entro tre anni, tutti i paesi Ue dovranno adeguarsi alle nuove norme.

Ecco allora le principali novità sulle etichette dei prodotti che metteremo nel carrello nei prossimi mesi.

Gli alimenti confezionati devono avere una tabella nutrizionale con sette elementi (valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, proteine, zuccheri e sale) riferiti a 100 grammi o 100 ml di prodotto, che potrà essere affiancata da dati riferiti ad una porzione. Le informazioni obbligatorie dovranno essere: denominazione di vendita, allergeni eventualmente presenti, peso netto, termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro …”) o data di scadenza (“da consumarsi entro …”). L’elenco degli ingredienti, qualora non indicato, dovrà essere disponibile su richiesta del consumatore.

E’ obbligatorio indicare il Paese d’origine o il luogo di provenienza per la carne suina, ovina, caprina e il pollame (l’obbligo scatta entro due anni). La Commissione europea valuterà entro cinque anni se estendere l’origine a latte e prodotti non trasformati o mono-ingrediente e ad alcuni ingredienti come il latte nei prodotti lattiero-caseari, la carne nella preparazione di altri cibi o altri quando rappresentano più del 50% dell’alimento. Tuttavia i legislatori nazionali potranno introdurre ulteriori prescrizioni sulla provenienza quando esista “un nesso tra qualità dell’alimento e la sua origine”, come nel caso delle indicazioni geografiche italiane DOP e IGP. Inoltre l’informazione sull’origine del prodotto è obbligatoria quando la sua omissione possa indurre in errore il consumatore, ad esempio nel caso di  una mozzarella fabbricata in Germania e venduta in Italia (una precisazione utile a ostacolare il fenomeno dell’Italian sounding, ossia alimenti presentati come made in Italy ma fabbricati altrove).

La data di scadenza deve essere riportata, oltre che sulla scatole, anche sull’incarto interno del cibo. La carne, le preparazioni a base di carne e i prodotti ittici surgelati o congelati non lavorati, devono indicare il giorno, il mese e l’anno della surgelazione o del congelamento.

Rimangono esclusi dalle nuove norme le bevande alcoliche, gli alimenti sfusi (come l’ortofrutta) e quelli pre-incartati dai supermercati, come carni, formaggi e salumi che la grande distribuzione “porziona”, avvolge nel cellophane e colloca sui banchi di vendita.

Poiché è bene avere sempre informazioni puntuali e corrette sui cibi che finiscono sulla nostra tavola, per chi volesse saperne di più su questo sito si può scaricare gratuitamente “L’etichetta”, un piccolo e-book  che spiega nel dettaglio tutte novità del regolamento europeo.

redazione grey-panthers:
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