50 anni: apprendimento permanente

Arrivare a cinquant’anni è un traguardo. Come si fa a contrastare l’ineluttabile declino? Certo non basta l’esercizio fisico e nemmeno quello mentale. Qual è il modo davvero efficace per trasformare la senescenza in saggezza (oltre alla simulazione e alle bugie, ovviamente)?

È una specie di magia.

  1. Sapersi entusiasmare. Restare freschi. Mantenere un po’ di sana ingenuità, un po’ del “bambino” che era in noi
  2. Farsi morto con chi non si fa vivo (cit. R.Marani). Lasciar svanire dall’orizzonte quei cari individui che continui a cercare e chiamare e invece loro non si degnano di spendere mai un secondo per te. Estinguersi dalla loro esistenza è un dovere morale.
  3. Restare sconnessi per qualche ora al giorno. È necessario vivere nel proprio tempo, quindi ben vengano i social. Ma abbracciare il silenzio per un tot di tempo aiuta a riavvolgere i neuroni. È una liberazione non sentirsi obbligati a guardare lo smartphone appena fa bip.
  4. Dire la verità all’avvocato, al commercialista e al consulente bancario. Mai mentire ai professionisti, loro devono sapere tutto. Sembra una cosa da poco, ma è fondamentale.
  5. Mai fingere di sapere cose che s’ignorano. Tanto è inutile. L’ignoranza è come il morbillo: viene fuori a macchie.
  6. Imparare a chiedere scusa. Quando si commette un errore ma anche e soprattutto quando si ha ragione. Fa risparmiare tanto di quel tempo che non se ne ha un’idea.
  7. Leggere capolavori della letteratura e non, guardare film belli e brutti. Il gusto si fa tenendo ogni cosa in considerazione e la cultura è quello che resta quando hai dimenticato tutto.
  8. Simulare malattie o impegni improrogabili per evitare di partecipare a eventi inutili o molesti. Piuttosto che vedere certa gente e passare serate facendo discorsi a vanvera molto meglio un bel film.
  9. Inutile agitarsi, perché la disgrazia è un cecchino abilissimo nel centrare bersagli in movimento.
  10. Non avere paura dei sogni. Insistere sempre nel perseguirli, anche se si ha l’impressione che sia troppo tardi. È troppo tardi? Pazienza, meglio sognare lo stesso.
  11. Esercitare la memoria. Non per illividirsi ricordando cose dolorose o fastidiose, torti subiti o vendette da pianificare, ma solo per imparare. L’unica cosa che nella vita vale la pena di legarsi al dito sono le belle poesie.
  12. Le cose belle arrivano a caso. Ogni venti delusioni giunge inaspettata una soddisfazione. Ne vale sempre la pena.
  13. Scendere sempre in strada a suonare la propria musica,. Non per gli applausi, non per la fama, non per i soldi. Se poi ci sono tanto meglio.
  14. Farsi domande e darsi risposte. Noi ci raccontiamo tante frottole, ma la vita le risposte te le fornisce ogni giorno. Bisogna imparare primo ad accettare l’evidenza ma soprattutto a comportarsi di conseguenza: non è così semplice ma si può fare.
  15. Ricordarsi della dimensione più importante di tutte: il tempo. Cercare di ammazzarlo è superfluo, perché tanto, come diceva il saggio, ad ammazzarti ci pensa lui. Il tempo non ha rispetto di nulla, solo di ciò che lo supera.

 

 

Clementina Coppini: scrive più o meno da quando aveva sei anni, un po’ come tutti. Si è laureata in lettere classiche ma non si ricorda bene come ci sia riuscita. Scrive su Giornalettismo, il Cittadino di Monza (la sua città), El-Ghibli, www.grey-panthers.it e su un paio di giornali cartacei. Ha pubblicato tanti libri per bambini, qualche romanzo come feuilleton su Giornalettismo, un romanzo con Eumeswil e adesso le è venuta questa idea del romanzo in costruzione. Ha una famiglia, due figli, un gatto e si ritiene, non è chiaro se a torto o a ragione, una discreta cinefila e una brava cuoca. Va molto fiera delle sue ricette segrete, che porterà con sé nella tomba.
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