Albero di Natale ecosostenibile o no?

Questo Natale, complice l’aumento del tempo che passiamo in casa dovuto alle complicazioni relative alla situazione sanitaria, lo spirito natalizio sembra averci pervaso più del solito: ghirlande, luminarie, presepi e alberi sono arrivati nelle case di tutto il mondo più numerosi che mai. Chi non ha decorato la propria casa con tali addobbi? Da un’interessante indagine condotta lo scorso anno dalla Coldiretti (per chi volesse approfondire si trova qui,      risulta che la percentuale di Italiani che ogni anno decidono di portare calore natalizio nelle proprie case con un albero di Natale è pari all’88%. Una scelta all’apparenza innocua, che impone, però, soprattutto all’osservatore che ha a cuore l’ambiente una serie di domande: l’acquisto di un albero di Natale è davvero una scelta sostenibile? Va preferito il classico abete o la sua controparte artificiale in plastica? E soprattutto, cosa farne terminata la stagione delle feste?

Guardiamo qualche numero. Parlando della scelta della tipologia di albero di Natale, tra vero o artificiale più della metà degli italiani (il 55%) predilige la versione sintetica. Questa scelta è determinata innanzitutto da questioni economiche, in quanto non serve ricomprarlo ogni anno. Un albero sintetico è “per sempre”, basta conservalo con cura, al riparo da topi e umidità, nelle proprie cantine e soffitte al termine delle feste. Dall’altra, l’albero sintetico risulta essere più piccolo e gestibile da tenere in casa nel lungo periodo rispetto al classico abete, soprattutto se in un piccolo appartamento. La sua dimensione infatti rimane sempre la stessa e anzi, da piegato e riposto nella confezione risulta ancora più pratico e compatto. 

Arriviamo, però, alle note dolenti: la produzione di un albero sintetico in plastica tra il metro e mezzo e i due metri è altamente inquinante, comportando l’emissione di 40 kg di gas serra (fino a 10 volte di più di quelli veri) per la sua sola produzione! A questo va sommato il fatto che, spesso, questi alberi vengono importati dalla Cina (circa l’80%), percorrendo lunghissimi viaggi per giungere nei negozi delle nostre città e cittadine, producendo altro inquinamento dovuto al petrolio e ai gas serra necessari al loro trasporto. Quest’ultimo aspetto non va sottovalutato neanche nell’eventualità che si scelga di acquistare alberi veri. L’offerta è ampia e globalizzata, ma per ridurre l’impatto ambientale dell’inquinamento da trasporto sarebbe meglio comprarne di cresciuti nel nostro Paese. Parlando di alberi veri, la specie su cui ricade la maggior parte delle scelte d’acquisto per scopi di addobbo natalizio è l’abete.  La Coldiretti ha infatti stimato che ogni anno in Italia sono vendute in media 13.5 milioni di unità tra stelle di natale e alberi veri, di cui circa 3.6 milioni sono abeti. Secondo tali stime, gli abeti cresciuti sul territorio italiano e che giungono nelle nostre case pronti per essere addobbati provengono per il 90% da vivai e per il 10% dalla normale pratica forestale (prevalentemente in Toscana ed in Veneto), di diradamento o potatura pianificati, misure fondamentali per l’assetto idrogeologico delle zone in cui tali esemplari sono coltivati (aiutano nel proteggere queste zone da frane e incendi) e per lo sviluppo e la sopravvivenza dell’intero bosco. È infatti errata la diffusa convinzione secondo cui la coltivazione di alberi veri abbia comportato la distruzione di ettari di foreste. Lo sradicamento degli abeti per il Natale non ha infatti impatto sulla sopravvivenza delle foreste poiché essi sono coltivati appositamente per essere venduti.

Anche a fronte dei quasi 200 anni necessari a un albero in plastica per degradarsi nell’ambiente, un abete vero sembra quindi essere la scelta più sostenibile in assoluto, soprattutto se si prevede l’utilizzo dello stesso esemplare per più anni. Un albero vero è però un essere vivente, la cui cura comporta onori e oneri: andrebbe innanzitutto scelto con attenzione, misurando accuratamente lo spazio (altezza del soffitto compresa) in cui si intende posizionarlo in casa, e pensando a cosa farne al termine della stagione natalizia. Se si acquista, infatti, un abete con anche le radici, terminata la stagione delle feste sarà possibile ricollocarlo all’esterno sul proprio balcone o piantarlo nel proprio giardino (attenzione, sono alberi che crescendo possono raggiungere anche i 15-20 metri di altezza!). In alternativa, qualora non si disponesse dello spazio sufficiente, è possibile portarlo presso appositi centri di raccolta indicati dagli stessi vivaisti che li vendono, ma anche dai Comuni o dal Corpo forestale dello stato. Qualora tali soluzioni non vi risultassero convenienti, è inoltre possibile consegnarli ad alcuni mercati di Campagna amica, di cui trovate informazioni sul loro sito .  Da apprezzare infine l’impegno di Ikea, il noto marchio svedese di mobili: riconsegnando in negozio entro fine gennaio uno degli abeti acquistati da loro, unitamente allo scontrino, si verrà ricompensati con un buono pari al prezzo di acquisto. Ikea si impegna poi a donare 2 euro per ciascun abete riconsegnato a un’iniziativa di riqualificazione forestale in Alta Badia (vicino Corvara, BZ).

Cerchiamo quindi di essere ancor più sostenibili e ricordiamoci che l’abete non è l’unica pianta che può essere addobbata per Natale, proviamo a essere fantasiosi e a rendere natalizie le piante che già abbiamo in casa! Quando ero bambina con la mia famiglia addobbavamo un cactus da interni (l’Euphorbia, meglio noto come Cowboy cactus) ed ero famosa tra tutti i miei compagni per il mio “Cactus di Natale”! 

La scelta dell’albero non è però l’unico aspetto da tenete in considerazione. Il periodo delle feste è lungo, da Natale alla Befana, e tante sono le decorazioni utilizzate per abbellire alberi, porte, finestre e balconi. La maggior parte di esse però sono fatte in plastica o comunque contengono microplastiche in gran quantità, il cui impatto sull’ambiente è ben noto ai lettori della nostra rubrica (ne abbiamo parlato qui. 

 

Il desiderio di respirare l’atmosfera delle festività fino all’Epifania non deve farci perdere di vista le responsabilità che ogni cittadino ha nei confronti dell’ambiente. In tempi differenti ci sarebbe potuti tranquillamente recare nei mercatini dell’artigianato, che per ragioni di sicurezza, attualmente è meglio evitare. Internet ci viene però in soccorso, con numerosi creativi che preparano decorazioni fatte a mano, spesso eco-friendly, per tutti i gusti e per tutte le tasche, dando anche spesso la possibilità di richiedere personalizzazioni. Le piattaforme elettroniche come Instagram e Etsy permettono di entrare in contatto direttamente con artigiani o semplici hobbysti del nostro territorio, ci aiutano a rispettare la filosofia del “chilometro zero” e a sostenere piccole realtà locali messe alle volte anche in difficoltà dalla crisi economica. Se invece avete figli o nipoti in casa, perché non trasformare le decorazioni di natale in un momento di creatività condivisa? I progetti a cui potrete dedicarvi insieme sono innumerevoli e adatti a ogni grado di difficoltà (se avete poca fantasia vi basterà digitare su Google “idee lavoretti natale” o “come realizzare una calza della befana fai da te”), e il risultato sarà non solo una casa addobbata in maniera unica, colorata e rispettosa dell’ambiente, ma anche l’aver passato qualche ora di divertimento tra grandi e piccoli, mostrando a questi ultimi come sia ancora possibile riempire le proprie giornate lontani da uno schermo. 

Cimentatevi anche voi e, se volete, inviatemi i risultati delle vostre decorazioni amiche dell’ambiente! Buone feste a tutti!

Margherita Corti:
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