La casa digitale? Utilizza la gestione centralizzata degli elettrodomestici, con pochi click dal cellulare

In attesa dell’edizione 2026 di Technology For the Kitchen (FTK), le novità dell’ultima edizione 2024 avevano già dimostrato un deciso avanzamento dei grandi produttori verso la creazione di applicazioni digitali per la gestione centralizzata di tutti i nostri elettrodomestici

La casa ‘digitale’, i mobili e gli elettrodomestici ‘intelligenti’ hanno oggi due prinicipali vetrine internazionali come il Salone delle tecnologie per la cucina (FTK), presente con cadenza biennale all’interno del Salone del Mobile di Milano, e la storica kermesse berlinese delle tecnologie di consumo (l’IFA, nata nel 1924, all’alba delle prime trasmissioni radiofoniche).

Il gruppo cinese Haier, anche grazie ai diversi marchi controllati (tra i quali Hotpoint e Candy) aveva, infatti, da tempo messo in cantiere un’interfaccia (app hOn) che potesse ambire a diventare uno standard per la gestione remota degli elettrodomestici, interfaccia potenzialmente disponibile per diversi marchi e compatibile anche con Alexa e Google Home.

Anche i colossi coreani (Samsung ed LG) avevano investito in questa direzione, apparentemente con maggior riguardo, però, ai propri prodotti e alle prestazioni specifiche del singolo elettrodomestico più che alla creazione di un interfaccia multimarca universale. Nel caso di Samsung, per esempio, l’applicazione ‘SmartThings‘ prevede diverse funzioni pensate per estendere le potenzialità del proprio telefono cellulare, per esempio duplicandone lo schermo sul display frontale del frigorifero al semplice contatto (‘Tap View’) in modo da ingrandire la visualizzazione di video o altri contenuti (una nuova ricetta?…), oppure consentendoci di rispondere a una chiamata tramite la lavatrice quando i rumori del lavaggio non permettessero di sentire la suoneria.

Le innovazioni più interessanti, come per esempio la ‘visione interna’ del forno o del frigorifero’, consentono oggi non solo di visualizzarne il contenuto (tramite schermo esterno o da remoto, controllando e regolando, per esempio, una cottura comodamente seduti davanti alla tv), ma anche di riconoscere e classificare automaticamente con l’IA gli alimenti presenti, generando una lista della spesa o mandando avvisi alla scadenza dei prodotti e suggerendo ricette in base a quanto disponibile.

L’utilità dell’Intelligenza Artificiale al servizio degli elettrodomestici

L’intelligenza artificiale, con i suoi continui sviluppi, ha segnato del resto il principale avanzamento tra le novità per la casa di FTK 2024 ed IFA 2025. Le case produttrici prevedono che nei prossimi anni saranno gli utenti stessi a definire le innovazioni dei loro prodotti proprio grazie alle richieste e agli utilizzi, che già oggi prevedono differenze piuttosto sostanziali in base ai mercati di riferimento.

LG per esempio ha sviluppato una campagna di comunicazione in lingua araba per il mercato mediorientale che è mirata primariamente all’intrattenimento (ancora una volta integrazione cellulare-televisore ed elettrodomestici) e alla comodità d’uso, mentre le campagne italiane sottolineano come primo aspetto la capacità del sistema di ridurre i consumi di elettricità e i costi che ne derivano (il frigorifero per esempio sfrutta l’IA per ottimizzare il raffrescamento interno in base agli alimenti presenti ed alla frequenza e modalità di apertura dello sportello).

Più in generale però, gli ecosistemi coreani (ma anche quello di Haier) per gli elettrodomestici sono da tempo proposti primariamente come strumento a servizio del contenimento dei consumi, anzitutto semplificandone il monitoraggio (sempre tramite cellulare) e per esempio programmando automaticamente l’attivazione dei cicli di lavaggio o ricarica nelle fasce di consumo più idonee al risparmio e per evitare picchi di consumo, o spegnendo automaticamente i condizionatori o il televisore, agganciandoli alle funzioni di localizzazione del cellulare, in grado di comunicare la nostra assenza al sistema.

Il reale apporto dell’intelligenza artificiale rispetto al sistema connesso, va quindi nella direzione di una maggiore e migliore flessibilità e automatizzazione in base alle prestazioni richieste dall’utente e dovrebbe consentire anche una migliore micromodulazione di funzionamento dei singoli elettrodomestici.

Così Miele ha proposto per esempio anche il primo modulo barbecue per la sua cucina da esterni con regolazione automatica della temperatura direttamente collegata alla ricetta scelta.

Il nuovo produttore Dreame (casa nata nel 2017) ha introdotto, invece, robot aspirapolvere che possono riconoscere e salire le scale e anche dotati di ‘scambio multimocio’, che utilizzano cioè spazzole e detergenti differenti in funzione del tipo di pavimento presente. Questi sistemi, a prescindere dalla funzioni e dalle prestazioni offerte, come dalle case produttrici e dai diversi protocolli digitali, hanno come caratteristica invariabile un ‘sistema aperto’, virtualmente esposto a monitoraggi esterni più o meno indesiderati: dalla casa produttrice e dai fornitori di servizi, al fine di ‘migliorare il servizio’ e trasformare le nostre abitudini in nuove risorse commerciali, fino ai possibili attacchi esterni. E se il monitoraggio delle nostre case può anche avere risvolti positivi, per esempio consentendoci una maggior tranquillità nei confronti di possibili intrusioni o anche una maggior prontezza e possibilità di risposta a fronte di eventuali emergenze o incidenti ai nostri cari in nostra assenza, ciononostante permane la necessità di costruire dei nuovi ecosistemi di oggetti intelligenti ‘a richiesta’ che non siano cioè in maniera permanente delle finestre aperte sulle nostre vite, ma che possano consentire una schermatura totale (anche nei confronti dei produttori e gestori del servizio) senza per questo perdere le proprie funzionalità di base.

In secondo luogo, in un’epoca complessa e di incertezze geopolitiche come la nostra non va trascurata la fragilità di sistemi totalmente o eccessivamente dipendenti dalla connessione di rete, soprattutto dopo quanto successo in Spagna ad aprile di quest’anno, quando un blackout ha lasciato al buio per dieci ore la quasi totalità della penisola iberica. Da questo punto di vista sembra interessante l’approccio del gruppo Midea (multinazionale della climatizzazione fondata in Cina) che in un evento del Fuorisale del mobile di quest’anno aveva lanciato in Italia il suo sistema intelligente di accumulo e gestione dell’energia ‘Mhelios’. Il sistema, dotato di una batteria di accumulo e di un inverter per la trasformazione in corrente alternata della tensione continua proveniente dai pannelli fotovoltaci di un immobile, funge, infatti, anche da sistema di gestione dell’energia (EMS), rilevando e smistando autonomamente verso la batteria domestica l’eventuale energia in eccesso prodotta nei momenti di picco, per poi prelevarla in caso di blackout o nei momenti di maggior convenienza. Il sistema, fruibile sia in condizioni di isolamento dalla rete elettrica (in Italia limitati per legge) sia in presenza di connessione alla rete nazionale, non mira a una reale autonomia energetica (raramente conseguibile e dipendente tra l’altro da molti fattori), ma mira a ottimizzare e contenere al massimo il prelievo di energia dalla rete, riducendo al contempo sia i costi che i consumi, salvaguardando inoltre la rete nazionale oggi sempre più esposta a periodi di eccessivo prelievo.

 

Arturo Dell'Acqua Bellavitis:
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