Vaccini Covid, Draghi: obiettivo 500mila al giorno

Pubblicato il 26 Marzo 2021 in , da redazione grey-panthers

Nel suo discorso al Parlamento alla vigilia del Consiglio UE del 25 e 26 marzo, il premier Mario Draghi ha ripreso i punti programmatici già individuati in sede di richiesta di fiducia alle Camera al nuovo esecutivo: la priorità è “una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria», che va perseguita innanzitutto con la campagna vaccinale anti Covid. L’obiettivo del Governo resta quello sottolineato nelle ultime settimane: «portare presto il ritmo di somministrazioni a mezzo milione al giorno”. Al momento, invece il ritmo delle vaccinazioni è di quasi 170mila dosi al giorno, con riferimento alle somministrazioni di marzo, comunque più che raddoppiate rispetto ai mesi precedenti.  “Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state in parte compensate con un aumento delle vaccinazioni con Pfizer”. Dunque, l’Italia è sulla strada giusta ma c’è la necessità di accelerare. Il concetto è quello a più riprese ribadito, che viene nuovamente sottolineato. “Vaccinare più persone possibile, nel più breve tempo possibile. E’ cruciale vaccinare prima i nostri concittadini anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus”.

Ma in generale, sulla “copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. C’è quindi una critica all’andamento non omogeneo sul territorio nazionale della campagna, a discapito delle fasce di popolazione più deboli. La soluzione: “tutte le Regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute”. Attenzione: non c’è solo il richiamo alle Regioni, c’è anche la piena assunzione di responsabilità da parte del Governo: “sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni, in nome dell’Unità d’Italia, il successo sarà pieno”.

Oltre al programma COVAX, il Premier dedica quindi alcuni passaggi chiave all’importanza di investire nella capacità produttiva di vaccini in Europa, per “costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall’esterno. La ricerca e l’industria italiana nel settore delle scienze della vita sono già in prima linea a livello europeo e mondiale, e faremo di tutto perché continuino a restarvi”, ha aggiunto. Anche sul fronte del potenziamento della ricerca e del settore biofarmaceutico ci sono le prime agevolazioni finanziarie nel decreto Sostegni. E, per quanto riguarda le norme anti Covid, sottolinea che «se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua”.

Attualmente, lo ricordiamo, il decreto anti Covid in vigore ha eliminato fino al 6 aprile le zone gialle, quindi l’Italia è interamente in zona arancione o rossa. E, nelle zone rosse, sono sospese tutte le attività scolastiche in presenza, nelle scuole di ogni ordine e grado, sono chiuse le scuole per l’infanzia, è sospesa l’attività formativa e curriculare in presenza nelle università. Nelle zone arancioni, sono aperti asili nido, scuole materne, elementari e medie, mentre le superiori devono prevedere attività in presenza per un minimo del 50% degli studenti e un massimo del 75%, mentre per il resto applicano la didattica a distanza. Le università predispongono misure adeguate all’andamento dell’epidemia e in linea con le linee guida ministeriali. In generale, le ordinanze Regionali possono predisporre ulteriori restrizioni sempre in considerazione dell’andamento del contagio.

=> Restrizioni Covid: guida alle zone rosse e arancioni

Infine, le conclusioni. “L’uscita dalla pandemia rappresenta la principale sfida di tutti i governi europei, ma non è l’unica”. Ci sono i temi del futuro dell’Europa: mercato unico, politica industriale, innovazione, profondi cambiamenti nella formazione dei lavoratori, nella cultura degli imprenditori e nei processi della pubblica amministrazione, Next generation EU, occupazione giovanile, pari opportunità, diritti sociali.