Tremore alle mani: un sintomo non allarmante che va indagato

Il tremore alle mani indica un tipico movimento involontario caratterizzato da oscillazioni ritmiche che sono il risultato della contrazione alternata dei muscoli dell’arto superiore

Un movimento involontario che dipende dall’invecchiamento del cervelletto

Il tremore alle mani si manifesta per lo più in età avanzata, anche se in alcuni individui compare già dalla mezz’età. Quasi sempre il tremore è definito essenziale. Questa definizione si riferisce a un tremore benigno, non evolutivo che si manifesta come un movimento involontario della mano ed è causato dall’invecchiamento para-fisiologico di alcune strutture celebrali deputate ai movimenti così detti fini, quali il cervelletto.

È importante sottolineare che, sebbene tale sintomo non sia dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, a patologie con elevata mortalità, la sua presenza può rendere difficile l’esecuzione di semplici attività quotidiane (bere, mangiare) con importanti ripercussioni sulla qualità della vita del soggetto.

La classificazione del tremore come essenziale è un compito medico. È fondamentale, tuttavia, che il paziente riconosca la tipologia e le sue modalità di comparsa poiché queste aiutano il medico a formulare una diagnosi corretta.

Di fatto, si riconoscono diverse condizioni in relazione alle quali compare questo fenomeno.

Se il tremore alle mani è presente anche a riposo, ipotesi Parkinson, ma non solo

Questa condizione è tipica del morbo di Parkinson che sappiamo essere una patologia neurodegenerativa a carattere evolutivo e marcatamente invalidante. Anzi, il tremore a riposo è quasi sempre uno dei primi sintomi con i quali questo morbo si manifesta. Esistono poi altre forme del sintomo non legate necessariamente al morbo di Parkinson. Infatti, può comparire solo quando si compie un movimento con le mani. Questa condizione è detta “tremore alle mani in azione” e può comparire a seguito di diverse azioni: tale tremore è detto cinetico.

Può però iniziare quando si assume una determinata posizione dell’arto. In questo caso si parla di “tremore posturale“. Esiste anche il quello “intenzionale” che compare quando si effettua un movimento intenzionale con lo scopo di raggiungere un punto ben preciso. Un classico esempio è quando si solleva la mano per strofinarsi l’occhio con le dita.

Infine può comparire quando si effettua un movimento che richiede una certa forza, è detto quindi “isometrico”.

Per una diagnosi immediata e corretta è inoltre importante che il paziente noti se il sintomo è associato ad altre variabili. Ad esempio, si deve notare se è accompagnato dalla perdita di olfatto, disturbi del sonno con agitazione notturna, stipsi di recente insorgenza, rallentamento dei movimenti, incluso la difficoltà di parola e la difficoltà a camminare. Se associato a questi sintomi il tremore a riposo è quasi certamente dovuto al morbo di Parkinson.

Identificare se il tremore rimane costante nel tempo o tende a peggiorare

E’ inoltre importante notare se esso tende a peggiorare o rimane costante nel tempo. Se il sintomo rimane costante verosimilmente è un fenomeno al quale dobbiamo dare peso relativo. Il medico tuttavia deve identificare e curare la causa di tale sintomo che può convivere in patologie importanti quali epatopatia acuta, ictus celebrale, sclerosi multipla, ipertiroidismo, alcolismo e/o astinenza da alcol, esposizione a sostanze tossiche o significativi episodi psicologici.

Il tremore alle mani può dipendere anche dai farmaci che si assumono

Dobbiamo infine ricordare che anche l’uso di particolari farmaci può causare tremori. Tra di essi, l’amiodarone, gli antidrepressivi in generale, le benzodiazepine (in particolare quando vengono sospese bruscamente) , il salbutamolo, il sovradosaggio di farmaci sostitutivi degli ormoni tiroidei (levotiroxina).

In conclusione, il tremore è un sintomo frequente nelle persone anziane. Esso è molto spesso benigno. Tuttavia, deve essere sempre segnalato al medico di medicina generale, il quale dopo una attenta anamnesi e valutazione oggettiva deciderà se inviare il paziente dallo specialista neurologo per la diagnosi definitiva e l’impostazione della terapia adeguata che risulta spesso efficace.

Di fatto il tremore essenziale lieve e non invalidante non necessita di terapia. Al contrario, se mal tollerato dal paziente, esso risponde molto bene alla terapia con il beta-bloccante propranololo o del primodone.

Se il tremore è particolarmente accentuato e invalidante si possono eseguire iniezioni di botulino per ridurre il tono muscolare dell’arto colpito. Nelle forme gravi si può anche ricorrere all’impianto, in particolari strutture celebrali, di stimolatori ad altra frequenza per poter eseguire azioni celebrali profonde.

Va tuttavia ricordato che non sempre la terapia messa in atto si rivela totalmente efficace nel risolvere il sintomo. Dipende dalle patologie di base che in alcuni casi sono croniche, degenerative ed evolutive come, ad esempio, il morbo di Parkinson, nella quale il tremore alle mani e in altre aree del corpo non si arresta nel tempo, ma può essere eventualmente solamente ritardato nella sua evoluzione.

Bibiografia

-Deuschl G. et al. Tremor in the elderly: Essential and aging-related tremor. Mov Disord. 2015;30(10):1327-1334.

-Samii A. et al.  Parkinson’s disease. Lancet. 2004;363(9423):1783-1793.

-Tolosa E. et al. The diagnosis of Parkinson’s disease. Lancet Neurol. 2006;5(1):75-86.

 

 

 

 

 

Evasio Pasini:
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