In diretta dal Ministero della Salute e dal Governo (Coronavirus, oggi 10/4)

Pubblicato il 11 Aprile 2020 in , , da redazione grey-panthers

Ultimissime dell’11 aprile

Il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte nella conferenza stampa, ha confermato di aver predisposto un nuovo DPCM per prorogare le misure restrittive fino al 3 maggio.

“Una decisione difficile – ha detto il Presidente Giuseppe Conte – ma una decisione necessaria, di cui mi assumo la responsabilità dopo essermi confrontato con il Comitato Tecnico Scientifico. I risultati della curva epidemiologica sono incoraggianti e ciò conferma che le misure restrittive stanno funzionando, ma non possiamo cedere adesso, rischiamo di perdere i risultati fin qui raggiunti.”

Il Presidente del Consiglio dei ministri ha raccomandato di tenere alta la soglia dell’attenzione anche in questi giorni di festa, per Pasqua come per i ponti del 25 aprile e del 1° maggio.

Riaprono librerie, cartolibrerie e negozi per neonati e bambini

La proroga prevista dal DPCM, appena firmato, vale anche per le attività produttive. L’intenzione è di allentare il primo possibile le misure per far ripartire le attività economiche, ma non ci sono ancora le condizioni perché ciò sia possibile.

Rispetto alle precedenti misure restrittive relative alle attività commerciali, nel DPCM ci sono alcune piccole variazioni, che riguardano parziali riaperture. In particolare, riapriranno dal 14 aprile sempre nel rispetto delle indicazioni di distanziamento sociale: le librerie, le cartolibrerie, i negozi per neonati e per bambini, la silvicoltura, cioè il taglio dei boschi necessario per il rifornimento dei combustibili, e altre attività forestali.

La fase due

Giuseppe Conte ha poi ricordato che “il Governo è già al lavoro per programmare la fase due, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro Paese. Il programma – ha dichiarato Conte – poggia su due pilastri: l’istituzione di un Gruppo di lavoro di esperti e il Protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Il Gruppo di esperti sarà presieduto da Vittorio Colao e costituito da professionalità diverse, selezionate fra le eccellenze italiane. Il Gruppo di esperti dialogherà con il Comitato Tecnico Scientifico, per disegnare un nuovo modello organizzativo.

Il secondo pilastro è il rafforzamento del Protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro, già siglato il 14 marzo.


Ultimissime del 10 aprile

Covid-19, Ministro Speranza: “Vicini a R con zero inferiore a 1, ma la sfida non è vinta”

“In questo momento – sostiene il ministro della Salute Roberto Speranza – è molto probabile che siamo nella fase leggermente sotto il dato 1, un dato straordinario se si pensa che solo poche settimane fa eravamo oltre il 3 e in alcune aree del paese siamo arrivati addirittura a 4, questo significa che ogni persona contagiata ne contagiava altre 3 o 4, quindi c’era una moltiplicazione di tipo esponenziale e la curva cresceva in maniera drammatica. Le misure quindi hanno funzionato e finalmente possiamo provare a programmare il futuro nella consapevolezza che la sfida non è vinta e che dobbiamo continuare a rispettare le regole e mantenere il massimo del rigore. Al momento, infatti, non si può dire quando si avrà un calo dei casi giornalieri perché potrebbero aprirsi nuovi focolai”.

La commissaria Ue Stella Kyriakides, in un colloquio telefonico dell’8 aprile col ministro Speranza, ha discusso il documento dell’Ecdc in cui si manifesta seria preoccupazione per un eventuale allentamento delle misure restrittive nei Paesi in piena emergenza Covid. “Siamo ancora nel pieno dell’emergenza, occorrono cautela e gradualità per non vanificare i grandi sacrifici fatti finora” – ha dichiarato il ministro Speranza.

Ma cos’è R con zero?

Il valore R0 (si legge R con zero) è un parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. Il valore R0=1 indica che un singolo malato contagerà una persona, se il valore è R0=2 un singolo malato infetterà due persone. Quanto maggiore è il valore R0, quindi, tanto risulta più elevato il rischio di diffusione dell’agente infettivo.  Il tasso di contagiosità dipende dalle caratteristiche biologiche del patogeno. Ad esempio il virus del morbillo è molto più contagioso del nuovo coronavirus, con un valore di R0 che può arrivare anche a 18, mentre quello dell’influenza è pari a circa 1,3.

R0 varia anche in funzione del numero dei contatti della persona infetta, ossia bisogna considerare anche quante persone incontra e per quanto tempo. In Lombardia, prima dell’introduzione delle misure restrittive, il tasso di contagiosità è stato anche R0=4.

L’obiettivo delle misure di contenimento come, ad esempio, il distanziamento sociale è, quindi, la riduzione di R0 ad un valore inferiore a 1. Se R0 fosse ad esempio pari a 0,7, significherebbe che una persona non contagerà più nessuno e l’epidemia sarebbe contenuta.


Ultimissime del 9 aprile


Covid-19, raccomandazioni per le persone in isolamento domiciliare e per i familiari che le assistono

Come più volte sottolineato da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) della Protezione civile, è fondamentale porre massima attenzione al contagio interfamiliare. Ad oggi i soggetti in isolamento domiciliare positivi al tampone sono infatti oltre 60mila.
Il ministero della Salute ha realizzato una nuova infografica con indicazioni pratiche per le persone che si trovano in isolamento domiciliare e per coloro che le assistono. In questo momento è importante non solo garantire il benessere del malato, ma anche tutelare la salute delle persone che si trovano a condividere gli stessi ambienti.

Queste le raccomandazioni che vengono riassunte nell’infografica.

Per chi è in isolamento domiciliare con sospetta o confermata COVID-19

  • La persona con sospetta o confermata Covid-19 deve stare lontana dagli altri familiari, se possibile in una stanza singola ben ventilata e non deve ricevere visite.
  • La persona malata deve riposare, bere molti liquidi e mangiare cibo nutriente, indossare una mascherina chirurgica da cambiare ogni giorno. Se non la tollera deve adottare una rigorosa igiene respiratoria: coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta monouso quando tossisce o starnutisce e gettarlo immediatamente o lavarlo dopo l’uso. Lavare le mani con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica.

Per i familiari che assistono persone in isolamento domiciliare per sospetta o confermata Covid-19

  • La persona che presta assistenza deve essere in buona salute, non avere malattie che la mettano a rischio, indossare una mascherina chirurgica accuratamente posizionata sul viso quando si trova nella stessa stanza del malato.
  • Le mani vanno accuratamente lavate con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica dopo ogni contatto con il malato o con il suo ambiente circostante, prima e dopo aver preparato il cibo, prima di mangiare, dopo aver usato il bagno e ogni volta che le mani appaiono sporche.
  • Stoviglie, posate, asciugamani e lenzuola devono essere dedicate esclusivamente alla persona malata. Devono essere lavate spesso con acqua e detersivo a 60/90 °C.
  • Le superfici toccate frequentemente dalla persona malata devono essere pulite e disinfettate ogni giorno.
  • Se la persona malata peggiora o ha difficoltà respiratorie chiamare immediatamente il 112 o il 118.

Ultimissime dell’8 aprile

Arcuri: “A Pasqua nessun ‘liberi tutti’, attenti ai pericolosi miraggi”

“State attenti alle illusioni ottiche, ai pericolosi miraggi, non siamo a pochi passi dall’uscita dell’emergenza. Nulla di più sbagliato che immaginare un imminente ‘liberi tutti’ dove ciascuno di noi da un giorno all’altro torna alle vecchie abitudini”. È il messaggio che il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha rivolto agli Italiani nella conferenza stampa dalla Protezione civile. “I dati, come per esempio la riduzione dei contagiati in terapia intensiva, ci dicono che le severe misure che abbiamo adottato iniziano a dare i frutti che speravamo, ma attenzione – ha puntualizzato Arcuri -, al più siamo all’inizio di una lunga fase di transizione. Sarebbe imperdonabile non perseverare rendendo inutili i sacrifici fatti nei giorni che abbiamo alle nostre spalle”. In vista della Pasqua, il commissario ha richiamato i cittadini sulla necessità di “continuare a rispettare rigorosamente il distanziamento sociale e le misure di prevenzione”. Nel corso del punto stampa il commissario ha denunciato la speculazione sui prezzi delle mascherine. “Alcuni cittadini mi segnalano casi di vendita delle mascherine a prezzi esorbitanti – ha affermato -. Questi casi sono intollerabili, vanno denunciati e combattuti. Questa non è libertà di mercato, ma speculazione insopportabile. Voglio rassicurare che nemmeno una delle segnalazioni che è pervenuta e perverrà a me o ai nostri uffici resterà inevasa. Le forze dell’ordine, che ringrazio per il lavoro che stanno facendo, sono già intervenute e continueranno a farlo anche sulla base di nostre puntuali segnalazioni”.

“Le aziende che venderanno mascherine grazie al contributo pubblico degli incentivi #curatalia e quelle che stanno riconvertendo le loro produzioni, svolgeranno anche una fondamentale funzione calmieratrice sui prezzi di vendita – ha aggiunto Arcuri -. Al momento sono arrivate 479 domande, 36 sono state approvate, per 16.3 milioni di investimento. Ricordo che i requisiti del proponente saranno per sempre la prima barriera che separa una proposta di investimento dall’accesso agli incentivi pubblici”.

Riguardo la produzione giornaliera di dispositivi di protezione individuale, il commissario ha fatto il punto su alcune aziende: “La Parmon, ha ottenuto l’insieme delle autorizzazioni necessarie e da oggi produrrà 350mila mascherine e nelle prossime due settimane arriverà a 600mila mascherine al giorno, che verranno interamente consegnate alla Protezione civile e agli uffici del commissario; la Fater ha ricevuto lo scorso sabato l’autorizzazione alla commercializzazione da parte dell’Istituto superiore di sanità e ieri ha iniziato la distribuzione di 250mila mascherine al giorno, anche esse verranno interamente acquisite dagli uffici del commissario; la Blue Service del settore medicale ha appena ottenuto l’autorizzazione e inizia a produrre e a commercializzare 250mila mascherine al giorno; infine la Fippi ha ottenuto l’autorizzazione dall’Iss a mettere in commercio 900.000 mascherine al giorno, stiamo negoziando la loro disponibilità a fornire anche gli uffici del commissario oltre alla Regione Lombardia”.

Poi il Commissario ha comunicato un’importante novità concordata con l’Istituto superiore di sanità: “Le richieste di produzione di nuove mascherine, se supportate da uno studio di conformità redatto da una università italiana che evidenzi il rispetto dei requisiti necessari, potranno essere autorizzate, da subito, non solo alla produzione ma anche alla commercializzazione. Porte aperte, dunque, a tutte le possibili semplificazioni per non perdere nemmeno un giorno, porte rigorosamente chiuse anche al più minimo abbassamento del livello di piena conformità previsto per le mascherine”.

Infine i dati aggiornati sugli approvvigionamenti: “Oggi abbiamo distribuito 4,8 milioni di mascherine. Con gli accordi firmati negli ultimi giorni siamo, al netto di quanto già distribuito, a una disponibilità aggiuntiva di 650 milioni di mascherine. In questo modo ieri è stato possibile dare una scorta aggiuntiva di 620.000 mascherine ffp2 all’ordine dei medici. Presto faremo lo stesso con gli infermieri, come richiesto dal ministro Speranza. Per accelerare l’importazione di mascherine dall’estero nelle ultime ore abbiamo organizzato 10 voli cargo da 650 metri cubi l’uno e 7 voli da circa 200 metri cubi. Fino a ieri avevamo consegnato e installato nelle regioni 1904 ventilatori. Solo nell’ultima settimana 368, 53 al giorno. Ma per quanto riguarda le forniture il peggio è oramai alle nostre spalle”.

La conclusione verte sul Mezzogiorno e illustra una chiara linea di indirizzo ricevuta dal Governo: “Il fatto che da qualche giorno le nostre terapie intensive siano in misura minore sotto stress non modifica il nostro piano di implementazione. Soprattutto non modifica le nostre previsioni verso le regioni del Sud. Non vogliamo aggiungere un’altra diseguaglianza di dotazioni tra il Nord e il Sud del nostro Paese”.


Il Decreto legge sulla scuola

Il Consiglio dei Ministri ha dato, il 6 aprile, il via libera al decreto legge che contiene le norme relative agli Esami di Stato e alla valutazione delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020. Provvedimenti che tengono conto dell’emergenza coronavirus.

La didattica a distanza

“La scuola ha affrontato questa emergenza con grande capacità di reazione, il Paese deve esserne fiero – sottolinea la Ministra Lucia Azzolina -. Ringrazio di nuovo tutto il personale, le famiglie, gli studenti. C’è stato uno sforzo importante da parte di tutti. La didattica a distanza ci ha aiutato a salvare l’anno scolastico. Non sostituisce e non potrà mai sostituire del tutto, ovviamente, la didattica in presenza. Ma era l’unica risposta possibile per non lasciare soli bambini e ragazzi e garantire loro il diritto allo studio previsto dalla Costituzione”.

“I problemi non sono mancati e sarà necessario aprire presto una riflessione sullo stato di digitalizzazione del Paese e della scuola stessa, ma il Ministero è stato e resta al fianco delle scuole per risolverli – prosegue la Ministra -. Gli 85 milioni stanziati per supportare la didattica a distanza, messi subito a disposizione degli istituti che li stanno già utilizzando, ne sono una dimostrazione. Con il decreto approvato oggi facciamo un altro passo avanti e tracciamo la strada per accompagnare la scuola fino in fondo a questo anno scolastico e per cominciare a disegnare il prossimo, che ne rappresenterà una naturale prosecuzione”.

Il passaggio verso il prossimo anno scolastico

Il decreto mette in sicurezza l’anno scolastico 2019/2020 e traghetta le scuole verso il 2020/2021.

ll decreto legge prevede, infatti, per garantire l’ordinata conclusione dell’anno scolastico 2019/2020, che, con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione, siano dettate specifiche misure finalizzate ad adeguare la valutazione degli alunni e gli esami di Stato alla situazione emergenziale. La graduazione tra le diverse misure adottabili sarà determinata dalla ripresa o meno delle attività didattiche in presenza entro la data del 18 maggio 2020.

Esame di terza media

L’esame si svolgerà se possibile in presenza, ma eventualmente semplificato; in alternativa si svolgerà con una tesina che i ragazzi dovranno inviare ai loro professori prima della fine dell’anno scolastico.

Esame di maturità

Il decreto indica una doppia possibilità: esame con commissione interna, se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio o in alternativa, se non potranno rientrare a scuola, è previsto il solo colloquio orale.

Ammissione all’anno successivo

Per entrambi i cicli di istruzione, le ordinanze potranno adattare i requisiti di ammissione alla classe successiva.Tutti gli alunni ammessi all’anno successivo saranno valutati. A inizio settembre sarà possibile recuperare e integrare gli apprendimenti.

Avvio del nuovo anno

Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico.
Approvato anche il DPR che sblocca le assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione.

Per approfondire consulta il sito del Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Università e della ricerca e in particolare la sezione dedicata e le FAQ su Nuovo Coronavirus


Ultimissime del 7 aprile

Fumare fa male sempre, ancor di più ai tempi di Covid-19

Il fumo di tabacco attivo e passivo nuoce gravemente alla salute e favorisce le infezioni respiratorie. Recenti studi condotti in Cina hanno evidenziato, infatti, un aumento di almeno tre volte del rischio di sviluppare polmonite severa da Covid-19 in pazienti con storia di uso di tabacco rispetto a non fumatori. Inoltre, un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presentava all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori, con rischio più che doppio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica.

Tra i fumatori sono diverse le malattie a trasmissione aerea più frequenti e spesso di maggiore gravità: non solo Tubercolosi e Influenza, ma anche SARS (Sindrome Acuta Respiratoria Severa), MERS (Sindrome Respiratoria Mediorientale) e infezioni da Coronavirus.

Il fumo facilita le infezioni respiratorie veicolando più volte al giorno nell’apparato respiratorio 7000 e più sostanze tossiche e favorendo la paralisi delle ciglia vibratili, uno dei principali meccanismi di difesa della mucosa bronchiale. Il conseguente ristagno di muco e la riduzione delle difese immunitarie causata dal fumo, facilitano infezioni da parte di virus e batteri.

Smettere di consumare qualsiasi prodotto del tabacco, o almeno ridurre il numero di sigarette fumate, è quindi sempre importante, ma oggi lo è ancora di più. Smettendo di fumare  si  guadagna salute subito e si ottengono molti benefici a lungo termine perché già dopo pochi giorni migliorano gli scambi gassosi a livello polmonare, migliorano la tosse e altri sintomi respiratori.

E’ fondamentale, inoltre, evitare assolutamente di esporre al fumo passivo familiari e/o persone che sono in casa con noi, soprattutto i più vulnerabili, come bambini e anziani, specie se affetti da patologie croniche. Si deve, inoltre, ridurre l’inquinamento dell’aria che respiriamo in casa, cercando di astenersi dal fumo in tutti gli ambienti domestici.

Va evitato anche l’uso di sigarette elettroniche e di altri prodotti a tabacco riscaldato, comunque dannosi per la salute.

L’istituto superiore di sanità in un Poster ha evidenziato, anche, che i fumatori potrebbero avere una maggiore vulnerabilità a contrarre l’infezione da nuovo coronavirus rispetto ai non fumatori. Questo deriverebbe dall’atto stesso del fumo: le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra, e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca.

Smettere di fumare è possibile in qualsiasi momento e quando lo si fa si  guadagna salute subito e si ottengono molti benefici a lungo termine: già dopo pochi giorni migliorano gli scambi gassosi a livello polmonare, migliorano la tosse e altri sintomi respiratori.

Anche in questi giorni per avere informazioni e sostegno nel cercare di smettere di fumare è possibile rivolgersi al Numero Verde contro il fumo 800 554088 dell’Istituto Superiore di Sanità, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16. Si può contattare, naturalmente, anche il proprio Medico di medicina Generale. Non appena l’attuale situazione epidemica lo consentirà sarà possibile, inoltre, recarsi al più vicino dei Centri Antitabacco, presenti su tutto il territorio nazionale, dove operano specialisti in grado di aiutare i fumatori nel percorso della cessazione dal consumo dei prodotti del tabacco anche attraverso interventi personalizzati o di gruppo.

I 10 consigli degli esperti per smettere di fumare

  1. Ricorda che smettere di fumare è possibile
  2. Il desiderio impellente della sigaretta dura solo pochi minuti
  3. I sintomi dell’astinenza si attenuano già nella prima settimana
  4. Già dopo 20 minuti dalla cessazione del fumo si hanno i primi effetti benefici
  5. Non tutti ingrassano quando si smette di fumare e comunque l’incremento di peso è moderato (2-3 Kg)
  6. Quando si smette di fumare è bene bere abbondantemente, aumentare il consumo di frutta e verdura e muoversi di più
  7. Se non si riesce a smettere da soli è bene farsi aiutare, consultando il medico di Medicina Generale, chiamando il Numero Verde contro il fumo 800554088 dell’Istituto Superiore di Sanità o rivolgendosi al più vicino Centro Antitabacco
  8. Alcuni farmaci e un supporto psicologico sono validi aiuti per mantenere le proprie decisioni
  9. Le ricadute non devono scoraggiare; ogni tentativo di smettere fa acquistare consapevolezza e può costituire uno stimolo per riprovare ancora
  10. Non fumare influenza positivamente la salute, è un risparmio economico e salvaguarda la salute di chi ci sta intorno, soprattutto quella dei bambini e degli anziani

#LiberaPuoi, campagna per donne vittime di violenza domestica. Chiama il 1522. Informazioni anche in farmacia

Continuano le iniziative del Dipartimento per le pari oppurtunità a sostegno delle donne oggetto di violenza domestica o stalking in questo difficile momento legato all’emergenza coronavirus.

Protocollo con le farmacie

Per potenziare l’informazione e per fornire ulteriori indicazioni su come chiedere aiuto e denunciare la violenza domestica in sicurezza è stato firmato un protocollo di intesa tra la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, e la Federazione Ordini dei Farmacisti, Federfarma e Assofarm.

Le farmacie presenti sul territorio nazionale riceveranno materiale informativo che consentirà alle donne di accedere alle prime indicazioni utili per prevenire ed affrontare in modo efficace eventuali situazioni di violenza o stalking da parte maschile. A questo scopo sono state predisposte delle linee guida informative, che saranno rese disponibili nelle farmacie. Inoltre, sarà rafforzata la diffusione, anche attraverso l’esposizione di un cartello, del numero verde antiviolenza 1522, attivo h24. Le informazioni nelle farmacie affiancano i centri antiviolenza, il numero e l’App 1522.

#Liberapuoi

L’invito a chiamare in caso di aiuto è al centro della campagna per le donne vittime di violenza domestica e stalking durante l’emergenza Coronavirus “LiberaPuoi”, promossa dal Dipartimento per le pari oppurtunità.

La campagna nasce grazie al contributo degli artisti: Caterina Caselli, Paola Cortellesi, Marco D’Amore, Anna Foglietta, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Vittoria Puccini, Giuliano Sangiorgi, Paola Turci, che hanno generosamente risposto all’invito della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, a condividere e diffondere con ogni sforzo il messaggio che anche durante l’emergenza da coronavirus è possibile sottrarsi alla violenza e chiedere aiuto rivolgendosi al numero 1522.

Guarda il video


Ultimissime del 6 aprile

Covid-19, i casi in Italia alle ore 18 del 5 aprile. Diminuisce il numero dei morti

Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio nazionale, i casi totali nel nostro Paese sono 128.948, al momento sono 91.246 le persone che risultano positive al virus.

Le persone guarite sono 21.815. I pazienti ricoverati con sintomi sono 28.949, ancora in diminuzione i pazienti ricoverati in terapia intensiva 3.977, mentre 58.320 si trovano in isolamento domiciliare. I deceduti sono 15.887, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

Il capo della protezione civile Borrelli ha sottolineato come oggi si sia registrato il numero più basso, a partire dal 19 marzo, di deceduti e come ancora oggi vi sia una diminuzione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Borrelli ha anche segnalato che si interrompe da oggi il trasferimento di pazienti dalla Lombardia ad altre regioni, perchè la situazione negli ospedali in Lombardia non lo rrichiede. Un’altra buona notizia arriva dallo Spallanzani che registra un numero di pazienti dimessi maggiore di quello dei ricoverati.


Il ministro Speranza: “Il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus”

“Dobbiamo dire la verità. La situazione resta drammatica. L’emergenza non è finita. Il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus. Ecco, il verbo giusto è convivere. Almeno fino a quando non avremo il vaccino o una cura”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, torna ad invitare al rispetto delle misure di contenimento, pur cominciando a tracciare gli scenari futuri di convivenza con il Virus, oggi come ieri nelle interviste con la stampa e nei tg.

Lo fa mentre i dati confermano efficacia delle misure di contenimento. Ecco la lettura che ha fatto il Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla conferenza del 4 aprile:

“Senza le misure intraprese, uno studio autorevole ha definito che avremmo perso almeno 30mila vite. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva”.
“Il ministro Speranza – ha detto Locatelli – ha ricordato l’importanza di rispettare le norme di distanziamento sociale. Ma il sindaco di Milano ha sottolineato l’incremento degli spostamenti. Ognuno di noi deve avere dei comportamenti improntati al più alto senso di responsabilità individuale. È l’unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita”.
Il presidente del Css ha poi evidenziato come “in Italia centrale e meridionale c’è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato”.

“Il primo obiettivo – ha aggiunto – era abbassare R con zero per portarlo a uno, ossia ogni positivo ne contagia solo un altro. Questo obiettivo è stato raggiunto, ora vogliamo andare oltre, ancora di più ridurre questo dato e portarlo sotto uno, per avere l’evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno assestata come incremento giornaliero, meglio ancora declina. Per un po’ di mesi dovremo convivere con questa infezione, ovviamente l’obiettivo è ridurre sempre di più questo numero”.


Ultimissime del 5 aprile


Covid-19, emanata circolare del Ministero sui test diagnostici e su criteri per definire le priorità

 

Emanata dal ministero della Salute la circolare che fornisce l’aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità e l’aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio.

Il documento, seguendo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e della Commissione europea (EUCOMM), ravvisa la necessità di adattare una strategia che individui priorità per l’esecuzione dei test diagnostici per il nuovo coronavirus al fine di assicurare un uso ottimale delle risorse e alleviare la pressione sui laboratori designati dalle Regioni/Province autonome (PA).

La circolare fornisce informazioni su test molecolari rapidi CE-IVD e/o EUA/FDA (Point of Care tests, POCT) sottolineando che “basati sulla rilevazione dei geni virali direttamente nelle secrezioni respiratorie permetterebbero di ottenere risultati in tempi brevi. Secondo il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), questi test, in grado attualmente di processare solo pochi campioni contemporaneamente, potrebbero essere utili nei casi in cui la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus assuma carattere di urgenza”. Il documento fornisce l’elenco dei kit diagnostici e delle aziende certificate produttrici e/o distributrici, predisposto dal gruppo di lavoro “diagnostici in vitro” del CTS ed evidenzia che “la diagnosi molecolare per casi di infezione da SARS-CoV-2 va eseguita presso i laboratori di riferimento regionali e laboratori aggiuntivi individuati dalle regioni secondo le modalità concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità”.

Il documento interviene anche sui test sierologici ritenendo che siano “molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. Diversamente, come attualmente anche l’OMS raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”.

Qualora in aree con diffusa trasmissione di COVID-19 la capacità di laboratorio non consenta di effettuare le analisi diagnostiche previste dalla circolare del 20 marzo 2020, andrà valutata, inoltre, la possibilità di ampliare ulteriormente il numero di laboratori aggiuntivi identificati dalle Regioni/PA e coordinati dai laboratori di riferimento regionali, considerando la possibilità di utilizzare laboratori mobili o drive-in clinics, consistenti in strutture per il prelievo di campioni attraverso il finestrino aperto dell’automobile su cui permane il paziente. Secondo la Commissione europea, queste strutture permettono di ridurre il rischio di infezione al personale sanitario o ad altri pazienti.


Ultimissime del 4 aprile

Brusaferro: “La curva dei nuovi casi in discesa, le misure stanno funzionando, vanno mantenute per non farla ripartire”

“La curva dei nuovi casi decresce progressivamente, le misure stanno funzionando, vanno mantenute. Se non si controlla bene la curva nella fase discendente, infatti, può tornare a crescere rapidamente”. Cosi il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro alla terza conferenza stampa per presentare l’analisi sull’andamento epidemiologico relativo al COVID-19 in Italia, realizzato dall’ISS.

Hanno partecipato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, e il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISS, Giovanni Rezza.. Confermate le caratteristiche della popolazione colpita da coronavirus. I pazienti presentano una severità nel 20% dei casi e criticità nel 3%. Restano costanti età mediana dei casi positivi, 62 anni, prevalenza di sesso maschile e co-morbidità.

Si conferma che tra i deceduti le donne sono il 30% e mantengono un’età più elevata, 82 anni, rispetto agli uomini (78) .

Senza misure in 6 mesi – ha sottolineato invece l’epidemiologo Giovanni Rezza – avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti. Se avessimo ceduto – ha proseguito Rezza – al Sud avremmo avuto tante Codogno”. L’epidemiologo ha parlato di “moderato ottimismo” per le regioni del Sud-Italia e spiegato che “se ci sarà una fase 2, questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi”.

Il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha dichiarato che “Fortunatamente le regioni del Centro-Sud del Paese sono state risparmiate dall’ondata epidemica che ha colpito Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Indubbiamente è un successo della sanità italiana ma non dobbiamo abbassare la guardia, soprattutto nei giorni delle festività pasquali, è importante ribadire che dobbiamo stare a casa per riuscire a gestire l’epidemia e per proteggere i soggetti più fragili.” inoltre ha ricordato che “Sono otto gli studi sui farmaci anti-Covid-19 al momento approvati dall’Agenzia italiana per il farmaco. Occorreranno ancora pochi giorni per completare la validazione dei test sierologici per la riceca degli anticorpi contro il nuovo coronavirus, che vanno validati in modo metodologicamente rigoroso. Inoltre dal 6 aprile, è aperta la partecipazione al bando per la ricerca su Covid-19 che dà accesso a 7 milioni di finanziamento complessivo del ministero”.


Ultimissime del 3 aprile

Nuove bufale in agguato

Dall’acqua del rubinetto al bagno con l’acqua bollente, dalle mascherine fatte in casa agli essiccatori ad aria calda per le mani. Le fake news non risparmiano in fantasia.

Ecco le 10 bufale sfatate questa settimana dal ministero.

1. Ci si può infettare con il nuovo coronavirus bevendo l’acqua del rubinetto- FALSO
Bere l’acqua del rubinetto è sicuro. Le pratiche di depurazione cui è sottoposta l’acqua del rubinetto sono efficaci nell’abbattimento dei virus, insieme a condizioni ambientali che compromettono la vitalità dei virus (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati) e alla fase finale di disinfezione.
2. Il virus si trasmette per via alimentare- FALSO
Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto tra alimenti crudi e cotti.
3. Gli essiccatori per mani ad aria calda uccidono il nuovo coronavirusFALSO
Non ci sono evidenze scientifiche che gli essiccatori per mani ad aria calda siano in grado di uccidere il nuovo coronavirus. Per proteggersi dall’infezione il metodo più sicuro è quello di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base di alcol. Dopo aver pulito le mani bisogna asciugarle accuratamente.
4. Le mascherine fatte in casa proteggono dal nuovo coronavirus- FALSO
L’uso di maschere fatte in casa o di stoffa (ad esempio sciarpe, bandane, maschere di garza o di cotone) non è consigliato: non sono dispositivi di protezione (DPI) e quindi non hanno i requisiti richiesti ai DPI e la loro capacità protettiva non è nota.
5. Se mi metto due o tre mascherine una sull’altra sono più protetto dal nuovo coronavirusFALSO
Indossare più mascherine sovrapposte non è utile. Le mascherine aiutano a limitare la diffusione del virus ma il loro utilizzo deve essere adottato in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Inoltre l’uso razionale delle mascherine è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.
6. Non è vero che i fumatori rischiano più degli altri di ammalarsi di Covid-19 FALSO
Secondo L’OMS è probabile che i fumatori siano più vulnerabili al virus SARS-CoV-2 in quanto l’atto del fumo fa sì che le dita (ed eventualmente le sigarette contaminate) siano a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. I fumatori, inoltre, possono anche avere già una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite.
7. Le zampe dei cani possono essere veicolo di coronavirus e vanno sterilizzate con la candegginaFALSO
Non ci sono attualmente evidenze che i cani e gli animali d’affezione in generale possano trasmettere il coronavirus. La candeggina non va assolutamente usata per disinfettare le zampe dei cani al rientro da una passeggiata, nemmeno se molto diluita in acqua. Quando si rientra in casa è opportuno provvedere alla sua igiene pulendo prima le zampe con prodotti senza aggiunta di profumo (es. acqua e sapone neutro) e poi asciugandole bene. Non vanno usati prodotti aggressivi né quelli a base alcolica perché possono indurre fenomeni irritativi, causando prurito. Il mantello va, invece, spazzolato e poi passato con un panno umido.
8. Fare un bagno caldo previene il COVID-19FALSO
Fare il bagno caldo non previene lo sviluppo di COVID-19. La normale temperatura corporea rimane tra 36,5° e 37° C, indipendentemente dalla temperatura del bagno o della doccia che facciamo. Fare un bagno con acqua estremamente calda può essere dannoso e provocare bruciature alla pelle. Il modo migliore per proteggersi da COVID-19 è lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone o con soluzione a base di alcol. In questo modo si eliminano i virus eventualmente presenti sulle mani e non si corre il rischio di infezioni che potrebbero verificarsi toccando naso, bocca e occhi.
9. Chi abita in zone con clima caldo umido è più a rischio di infezione da nuovo coronavirusFALSO
Le evidenze attuali indicano che il nuovo coronavirus può essere trasmesso in tutte le aree, comprese quelle con clima caldo e umido.
10. Se si hanno avuto contatti con soggetti positivi al virus si possono prendere dei medicinali che prevengono l’infezioneFALSO
Non esiste ancora nessuna terapia utilizzabile in via preventiva. L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha autorizzato diversi studi per la sperimentazione di medicinali per il trattamento di Covid-19 e l’Agenzia europea del Farmaco (EMA) ha comunicato che attualmente ci sono 40 medicinali e 12 vaccini in via di sviluppo e che su due vaccini sono stati avviati studi clinici di Fase I. Sono ancora tutti studi sperimentali e nessun farmaco ha ancora dimostrato la sua efficacia nel trattamento di COVID-19.

Ultimissime del 2 aprile

Covid-19, Ema: nessun farmaco in sperimentazione ha ancora dimostrato la sua efficacia. Per vaccino almeno un anno

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) comunica  che al momento, e sulla base dei dati preliminari presentati all’Agenzia, nessun farmaco ha ancora dimostrato la sua efficacia nel trattamento del COVID-19.

L’Agenzia nelle ultime settimane e negli ultimi mesi ha avviato un dialogo con numerosi sviluppatori di farmaci con finalità terapeutiche e una serie di sviluppi sono già in corso. Il team di risposta al COVID-19 di EMA è attualmente in contatto con gli sviluppatori di circa 40 terapie farmacologiche per consentire una migliore comprensione dei potenziali trattamenti. Per quanto riguarda i vaccini l’EMA stima che potrebbe essere necessario almeno un anno prima che un vaccino contro il COVID-19 sia pronto per essere approvato e sia disponibile in quantità sufficienti per consentirne un utilizzo diffuso. Attualmente su due vaccini si stanno conducendo sperimentazioni di fase I.

Di seguito l’aggiornamento su farmaci e vaccini in sperimentazione.

Farmaci

I farmaci attualmente sottoposti a sperimentazione clinica includono:

  • remdesivir (medicinale sperimentale)
  • lopinavir/ritonavir (al momento autorizzato come medicinale anti-HIV)
  • clorochina e idrossiclorochina (al momento autorizzate a livello nazionale per il trattamento della malaria e di alcune malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide)
  • interferoni sistemici e in particolare interferone beta (al momento autorizzato per il trattamento di malattie come la sclerosi multipla)
  • anticorpi monoclonali con attività contro componenti del sistema immunitario.

Vaccini

L’Agenzia è in contatto con gli sviluppatori di circa dodici potenziali vaccini contro COVID-19.Per due di questi sono già stati avviati gli studi clinici di fase I, che rappresentano i primi studi necessari e sono condotti su volontari sani. L’EMA stima che potrebbe essere necessario almeno un anno prima che un vaccino contro il COVID-19 sia pronto per essere approvato e sia disponibile in quantità sufficienti per consentirne un utilizzo diffuso.

L’EMA informa che continuerà a interagire con gli sviluppatori di potenziali terapie o vaccini contro il COVID-19. L’obiettivo è fornire assistenza sui requisiti regolatori affinché ogni medicinale potenzialmente efficace possa essere messo a disposizione dei pazienti il più rapidamente possibile, prima nel contesto della sperimentazione clinica e poi, una volta autorizzato, anche sul mercato.


Il presidente Conte firma Dpcm che proroga al 13 aprile le misure di contenimento del coronavirus

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato in una conferenza stampa di aver firmato il Dpcm che proroga fino al 13 aprile 2020 le misure fin qui adottate per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19, come già anticipato dal ministro Roberto Speranza nell’informativa al Senato e alla Camera.

“Il nostro Paese sta attraversando la fase acuta dell’ emergenza.- ha detto il Presidente Conte – Oggi abbiamo superato 13155 decessi. Questa è una ferita che ci addolora particolarmente, una ferita che mai potremo sanare. Ecco, non siamo nella condizione, lo voglio chiarire, di poter allentare le misure restrittive che abbiamo disposto. Non siamo nella condizione di poter alleviare i disagi e di risparmiare i sacrifici a cui si è sottoposti.” ha dichiarato il Presidente.

“Siamo sempre in stretto contatto con gli esperti del Comitato tecnico-scientifico, – ha proseguito Conte – i quali ci rappresentano che si iniziano a vedere gli effetti positivi delle misure restrittive sin qui adottate. Ma, ripeto, non siamo ancora nella condizione di potere iniziare ad abbracciare una prospettiva diversa, cioè la fase due, di convivenza con il virus, per poi successivamente passare alla fase tre di rilancio del Paese.”

Il presidente ha annunciato che il decreto sospende anche le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo e ha espresso il proprio rammarico per il fatto che le misure di contenimento coinvolgeranno anche le festività di Pasqua.


Ultimissime del primo aprile 2020

Covid-19, Brusaferro: “La curva dei casi diagnosticati verso il plateau, continuare con misure”

“La curva dei casi diagnosticati va verso il plateau, il dato ci dice che le misure stanno funzionando, ma dobbiamo ancora iniziare la discesa e la discesa si comincia continuando ad applicarle”. Lo ha detto il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro al secondo appuntamento con la stampa per presentare l’analisi dell’andamento epidemiologico e gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi a Covid-19 nel nostro Paese, realizzati dall’Istituto superiore di sanità. Hanno partecipato il prof. Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà, e Ranieri Guerra, Vicedirettore generale iniziative strategiche Oms.

Secondo l’analisi, il Paese si conferma diviso in tre aree: un’area a più alta circolazione nel Nord, delle aree a circolazione intermedia e altre regioni con un numero contenuto di casi che possiamo definire a circolazione limitata. Il dato comunque deve far mantenere alta l’attenzione in tutte le aree del Paese perché la circolazione deve rimanere bassa.

Si confermano le tendenze già riscontrate: le persone più colpite sono di sesso maschile, sono persone anziane e con almeno una patologia (il 2% non ha riportato patologie, il 98% ha riportato almeno una patologia).

L’indagine nelle RSA

Proprio riguardo alle persone più fragili, gli anziani con più malattie croniche o disabilità che vivono nelle Rsa e nelle case di cura, l’Istituto superiore di sanità sta conducendo dal 24 marzo un’indagine nelle strutture residenziali e sociosanitarie in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Nel corso dell’incontro sono stati anticipati alcuni risultati riferiti a un campione di 236 strutture su 2556 facenti parte dell’Osservatorio demenze dell’ISS. Il presidente Brusaferro ha sottolineato come siano “strutture importanti e fragili nella dinamica di questa epidemia” per le quali “oltre alle misure in essere è molto importante adottare una speciale attenzione nella prevenzione e controllo”.

Di seguito le principali criticità evidenziate dall’indagine:

  • 204 RSA (86%) hanno riportato difficoltà nel reperimento di Dispositivi di Protezione Individuale
  • 53 (22%) hanno richiesto maggiori informazioni circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione
  • 85 (36%) riferiscono difficoltà per l’assenza di personale sanitario (per malattia)
  • 28 (12%) difficoltà nel trasferire i residenti affetti da COVID-19 in strutture ospedaliere.
  • 63 strutture (27%) dichiarano di avere difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti da COVID-19

Iniziative di supporto dell’ISS:

  • Decalogo per contrastare COVID-19 nelle strutture residenziali sociosanitarie (strutture e operatori)
  • Check-list di autovalutazione sulla preparazione per il contenimento delle infezioni COVID-19
  • Corso FAD specifico per il personale sanitario su prevenzione e controllo delle infezioni COVID 19 (online su eduISS da ieri)
  • Preparazione e distribuzione di rapporti tecnici dedicati
  • Supporto ai referenti indicati dalle regioni per il contesto delle RSA per la segnalazione delle situazioni più critiche
  • Supporto telefonico/email fornito da personale infermieristico specializzato nella gestione del rischio infettivo

Il video dedicato agli anziani

“Amare a distanza” è il video dedicato agli anziani che la casa di produzione Clevercut ha realizzato gratuitamente in collaborazione con l’Ufficio stampa dell’ISS, per invitare a stare accanto alle persone anziane in modo nuovo anche durante questa emergenza e proteggerle spiegando l’importanza del distanziamento sociale anche per questa fascia particolarmente fragile e bisognosa di cure.

Un grazie speciale a Claudio Baglioni per aver concesso l’utilizzo della musica “I Vecchi” e al giovane pianista Massimo Murri che ha dedicato la sua esecuzione alle generazioni che lo hanno preceduto.


Covid-19, i consigli dei veterinari per la corretta pulizia delle zampe

I cani e gli animali d’affezione in generale non trasmettono il corona virus. L’assistenza veterinaria rientra tra i servizi essenziali previsti dalla recente normativa. Quindi ci si può rivolgere al veterinario per conoscere le misure da adottare per portare il proprio animale in clinica o ambulatorio.

NORME IMPORTANTISSIME: La candeggina non va assolutamente usata per disinfettare la zampe dei cani al rientro da una passeggiata, nemmeno se molto diluita in acqua. Al ritorno dalle passeggiate, per proteggere il proprio animale è opportuno provvedere alla sua igiene, pulire soprattutto le zampe, evitando però prodotti aggressivi e quelli a base alcolica che possono indurre fenomeni irritativi, provocando prurito. Usare, invece, prodotti senza aggiunta di profumo (es. acqua e sapone neutro). Per il mantello si consiglia di spazzolarlo e poi passare un panno umido.  L’istituto Superiore della Sanità si era già espresso a riguardo, consigliando, al rientro da una passeggiata, di “lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto”.

Altre domande

1. Le persone possono contrarre l’infezione da nuovo Coronavirus dagli animali?

Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli esseri umani e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli esseri umani. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più Coronavirus. La fonte animale del nuovo Coronavirus non è stata ancora identificata. Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati da una fonte animale.

2. Posso contrarre l’infezione dal mio animale da compagnia?

No, al momento non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla. Si raccomanda di lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche dopo il contatto con gli animali.

3. Sono possibili importazioni di animali o di prodotti di origine animale dalla Cina?

A causa della presenza di alcune malattie degli animali contagiose in Cina, solo pochi animali vivi e prodotti animali non trasformati sono autorizzati per l’importazione nell’Unione europea dalla Cina. Non vi è alcuna prova che uno qualsiasi degli animali, o dei prodotti di origine animale, autorizzati all’entrata nell’Unione europea rappresenti un rischio per la salute dei cittadini dell’UE a causa della presenza di SARS-CoV-2 in Cina.

4. È possibile importare prodotti alimentari dalla Cina?

Come per le importazioni di animali e prodotti di origine animale, a causa della situazione sanitaria degli animali in Cina, solo pochi prodotti alimentari di origine animale sono autorizzati per l’importazione nell’UE dalla Cina, a condizione che soddisfino rigorosi requisiti sanitari e siano stati sottoposti a controlli. Per gli stessi motivi, i viaggiatori che entrano nel territorio doganale dell’UE non sono autorizzati a trasportare nel bagaglio carne, prodotti a base di carne, latte o prodotti lattiero-caseari.

5. Quali sono gli accorgimenti da attuare al ritorno della passeggiata con il mio cane?

Nel rispetto delle misure precauzionali previste dalle recenti disposizione normative, si può portare il cane fuori per le sue necessità. Al ritorno dalle passeggiate, per proteggere il nostro animale è opportuno provvedere alla sua igiene, pulire soprattutto le zampe evitando prodotti aggressivi e quelli a base alcolica che possono indurre fenomeni irritativi, provocando prurito e usando invece prodotti senza aggiunta di profumo (es. acqua e sapone neutro). Per il mantello si consiglia di spazzolarlo e poi passare un panno umido. In questo periodo in cui siamo costretti a stare in casa e anche le passeggiate durano meno tempo, per distrarlo possiamo fargli fare esercizi di concentrazione ad esempio nascondere croccantini, biscottini e i suoi giochi preferiti.

6. Devo cambiare la sua alimentazione?

Si consiglia di non variare l’alimentazione, si potrebbe diminuire leggermente la dose giornaliera, considerando che in questo periodo l’attività all’aperto è ridotta.

7. Se il mio animale sta male, a chi posso rivolgermi?

L’assistenza veterinaria rientra tra i servizi essenziali previsti dalla recente normativa. Quindi ci si può rivolgerle al veterinario che indicherà le misure da adottare per portare l’animale in clinica o ambulatorio.


 

Archivio dal 14 marzo al 31 marzo (e anche in precedenza)