La Sanità del Futuro: l’approccio multidisciplinare e le fasi della Cura Integrata

Il panorama sanitario moderno sta evolvendo rapidamente, allontanandosi da un modello medico-centrico per abbracciare una filosofia paziente-centrica. In questo nuovo approccio, l’atto medico principale non rappresenta l’unica fase determinante del percorso di cura. Il successo terapeutico e il recupero ottimale del paziente dipendono sempre più da un processo strutturato, programmabile e gestito da un team multidisciplinare con ruoli e competenze ben definite che lavorano in modo integrato

 

Tale tipologia di cure richiede il coinvolgimento attivo di diverse figure professionali sanitarie, ognuna portatrice di una specifica professionalità essenziale. L’efficacia di questo modello risiede nella sinergia e nella comunicazione strutturata tra diversi specialisti.

La parte più importante del processo è sicuramente rappresentata del Medico Specialista che definisce la diagnosi con l’indicazione terapeutica principale da lui stesso svolta (esempio: l’atto medico chirurgico). Ma nel nuovo modello di cura paziente-centrica hanno un ruolo fondamentale anche altre figure professionali quali l’Infermiere, che gestisce l’assistenza diretta, il monitoraggio continuo, l’educazione terapeutica e funge da ponte comunicativo con il paziente, il Dietista/Nutrizionista Clinico, che valuta e ottimizza lo stato nutrizionale e metabolico del paziente sia prima dell’intervento sia dopo, lo Psicologo/Psicoterapeuta il quale offre supporto emotivo, gestisce l’ansia pre-procedura e facilita l’adattamento post-trattamento, e il  Fisioterapista in quanto figura essenziale per il recupero della mobilità e della funzionalità fisica. Dobbiamo altresì ricordare che in particolari procedure e/o condizioni mediche altre figure sanitarie, quali ad esempio il Logopedista e/o l’Assistente Sociale, possono intervenire in base alle specifiche necessità.

La collaborazione tra queste figure garantisce una visione olistica del paziente, dove la patologia non è isolata, ma inserita nel contesto della Persona, delle sue comorbidità e del suo benessere psico-fisico complessivo.

Pertanto, quando un intervento di cura è programmabile (ad esempio, un intervento chirurgico maggiore o l’inizio di una terapia oncologica complessa), è fondamentale articolarlo in tre fasi distinte per massimizzare l’esito clinico e la qualità di vita (QdV) del paziente:

Fase 1. Attività Pre-Procedura

Questa fase, che precede l’atto medico principale, è nota come preabilitazione o ottimizzazione preoperatoria. Questo periodo è cruciale per portare il paziente nelle migliori condizioni possibili per affrontare la procedura medica programmata.

Essa dovrebbe comprendere specifiche attività quali:

  • La valutazione completa con una attenta anamnesi che dovrebbe includere l’analisi dello stato nutrizionale, della capacità funzionale (test del cammino, forza muscolare) e del profilo psicologico.
  • La reparazione psicologica che ha lo scopo di ridurre l’ansia e aumentare la resilienza del paziente attraverso il counselling migliora la compliance e i risultati post-operatori.
  • L’ ottimizzazione metabolica e nutrizionale che prevede interventi mirati (es. integrazione proteica, controllo glicemico rigoroso, sospensione del fumo…) con l’obiettivo di ridurre significativamente le complicanze post-operatorie, l’incidenza di infezioni e la durata della degenza.

Fase 2: L’Atto Medico Principale

Questa è la fase centrale, eseguita dallo specialista (esempio: intervento chirurgico). Nonostante la sua importanza, il suo successo è fortemente influenzato dalla qualità della preparazione avvenuta nella fase precedente anche se questa fase necessita di massima attenzione al dettaglio e l’aderenza ai protocolli clinici

Fase 3: Post-Procedura con Riabilitazione Personalizzata

La fase post-procedura va oltre le dimissioni dall’ospedale. Si tratta di un processo dinamico che risponde in modo personalizzato alla risposta individuale del paziente all’intervento medico principale.

Questa fase dovrebbe comprendere:

La gestione del dolore e delle complicanze che si basano sul monitoraggio intensivo e gestione proattiva, la nutrizione adeguata associata alla mobilizzazione precoce fondamentali per il recupero funzionale e per prevenire la perdita di massa muscolare o sarcopenia e la riabilitazione personalizzata che prevede programma riabilitativo (fisioterapia, logopedia, ecc.) cucito sulle esigenze specifiche del paziente, tenendo conto delle comorbidità e dell’esito della procedura. Da non scordare gli interventi a lungo termine e la programmazione del follow up o visite di controllo con l’obiettivo di reintegrare il paziente nella sua vita quotidiana e lavorativa con una accettabile qualità di vita, monitorando nel tempo la sua condizione fisica e intervenendo con specifici atti medici se necessari.

Pertanto, possiamo dire che l’adozione di un modello di cura che coinvolge attivamente un team multidisciplinare e struttura il percorso del paziente in fasi di preabilitazione, procedura e riabilitazione personalizzata rappresenta un imperativo etico e clinico per la sanità contemporanea. Questa visione integrata non solo migliora gli esiti clinici (riduzione delle complicanze, degenze più brevi) ma pone anche la qualità di vita e i bisogni globali del paziente/Persone al centro di ogni decisione, definendo lo standard per la medicina del futuro che dovrebbe altresì basarsi sulle competenza cliniche dei vari operatori e sulla appropriatezza delle attività identificate e proposte finalizzate esclusivamente al bene del paziente/Persona.


Bibliografia

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  • Cathal Doyle, Laura Lennox, Derek Bell. A systematic review of evidence on the links between patient experience and clinical safety and effectiveness. BMJ Open 2013 Jan 3;3(1):e001570. doi: 10.1136/bmjopen-2012-001570
  • Chelsia Gillis,∙Olle Ljungqvist, Francesco Carli. Prehabilitation, enhanced recovery after surgery, or both? A narrative review. British Journal of Anaesthesia 2022. 128 (3): 434e448

 

 

 

Evasio Pasini:
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