Parliamo di gambe, di vene e… di tempo

Nella gestione delle patologie venose negli ultimi tempi l’attenzione dei Clinici si è rivolta in particolare al fattore tempo: per quanto tempo deve essere praticata una certa terapia in un dato quadro clinico che riguarda la circolazione e le vene in particolare?? Per quanto tempo deve essere indossata una determinata calza elastica dopo una patologia o un intervento chirurgico? E’ un interesse sicuramente clinico ma anche con evidenti risvolti economici e sociali nella ricerca di un corretto rapporto costo-beneficio.
Le Società Scientifiche attraverso la redazione di linee guida forniscono una esauriente risposta a queste esigenze; peraltro rimangono in questo ambito alcune aree di dibattito.
Ad esempio, il trattamento della trombosi venosa profonda è un argomento prioritario per chi si occupa di Flebologia: le linee guida raccomandano in caso di trombosi venosa profonda prossimale un trattamento di 3 mesi se la causa è nota, di durata superiore se la trombosi è idiopatica e non vi è un alto rischio di sanguinamento. Le trombosi venose distali non riconoscono invece una terapia unanimemente riconosciuta, verosimilmente per il basso rischio di propagazione del trombo alla vena poplitea; e di conseguenza anche la durata del trattamento non è univoca: studi recenti indicano come sufficiente un periodo di 4-6 settimane.
Il tempo diventa un parametro di riferimento anche per la prevenzione della trombosi; basti pensare alle gravidanze a rischio o ai lunghi viaggi: quando iniziare e per quanto tempo dopo ( il parto o l’arrivo )? Una settimana appare un periodo sufficiente se si ha una ripresa regolare della deambulazione.
E ancora: nella sindrome post-trombotica per quanto tempo indossare un gambaletto elastico? E’ consigliabile per almeno 2 anni.
Meno univoca è la raccomandazione del tempo di contenzione dopo un intervento di abolizione del reflusso superficiale: un atteggiamento diffuso è prescrivere una calza da 18 mmHg per un mese.
Il tempo va considerato anche come uno spazio durante il quale osservare e modificare atteggiamento terapeutico. E’ il caso dell’ulcera venosa e della medicazione che va scelta e modificata in relazione all’evoluzione del quadro clinico.
Gli esempi possono essere tanti, ma forse uno vale per tutti: quanto tempo occorre per essere un bravo Flebologo? E’ una domanda senza risposta, almeno per ora, perché non esiste una disciplina autonoma di Flebologia e quindi non sono disponibili programmi condivisi. Per ora è necessario solo studiare, confrontarsi, ascoltare e non improvvisare.
Anche in questo caso è questione di tempo…..

(Fonte: Flebologia oggi– by G: Guarnera)

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