Il fenomeno dell’invecchiamento tra biologia e cultura

Pubblicato il 29 Agosto 2017 in , , da Evasio Pasini

All’Età delle Pietra (nel Paleolitico) l’attesa di vita per il “Progetto Essere umano” era di 25 anni. Questo era verosimilmente il limite di vita previsto dalla Natura, ma il progetto era buono e con un poco di aiuto oggi l’aspettativa di vita  è di oltre 80 anni.

Con il trascorrere del tempo, l’uomo si è evoluto dal punto di vista culturale, ma non ha aumentato con la stessa intensità la sua aspettativa di vita né le potenzialità delle sue caratteristiche fisiche. All’Età della Pietra, infatti, quando l’uomo era cacciatore e raccoglitore, l’altezza media dell’essere umano era di circa 175 cm e l’aspettativa di vita di circa 25 anni.

Nella successiva Età del Bronzo, invece, quando l’Uomo si dedicò alla pastorizia e all’agricoltura, l’aspettativa di vita si ridusse addirittura a 19 anni.

Circa 3000 anni fa nella Grecia antica l’altezza media dell’uomo era di circa 150 cm e l’aspettativa di vita era, più o meno, di 28 anni.

La causa di questa apparente incongruenza è stata identificata dalla archeo-antropologia nell’aumento delle malattie dovute alla vita in comune e nella riduzione alcuni micronutrienti non più presenti nella dieta, che all’epoca era rappresentata solamente da animali allevati, cereali e verdure coltivate.

Di fatto se analizziamo le aspettative di vita dell’Uomo in epoche diverse e lontane tra loro vediamo che:

  • Nell’Età delle Pietra l’aspettativa di vita era di circa 25 anni
  • Nell’Età del Bronzo di 19 anni
  • Nella Grecia e nella Roma antica si è notato un leggero aumento. Infatti la vita media era di 28 anni
  • Nel Medioevo si sono poi raggiunti i 40 anni
  • All’inizio del ‘900 la vita media era di poco aumentata sino a raggiungere i 50/60 anni
  • Oggi l’aspettativa di vita è drasticamente aumentata sino a oltre gli 80 anni.

Questo significativo aumento negli ultimi 50 anni è di fatto dovuto alla disponibilità nello scenario sanitario degli antibiotici. Nei secoli scorsi, infatti, le morti erano quasi tutte dovute a patologie infettive spesso contagiose.

Di fatto, ai giorni nostri le morti per infezione si sono fortemente ridotte, ma sono aumentate quelle dovute ai cambiamenti ambientali, come i tumori.

Nei prossini decenni è previsto un aumento delle morti causate dalla cosiddette malattie del benessere come obesità, diabete e sedentarietà.

Si potrebbe azzardare che l’orologio biologico corre molto più lentamente rispetto a quello culturale. La Natura, infatti, non aveva previsto i danni da fumo di sigaretta, gli eccessi da frigorifero troppo pieno, i torpori giocati guardando la televisione o sul divano.

Tutto questo per dire che i cambiamenti genetici che regolano la nostra vita mutano con ritmi millenari, mentre la cultura o la tecnologia spesso in un paio di generazioni propongono realtà e situazioni che la natura non aveva previsto! (Stesso discorso si potrebbe fare con l’ambiente, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento, tutte operazioni dovute all’attività dell’uomo, ma non progettate dalla Natura).

Il nostro patrimonio genetico fondamentale, il nostro metabolismo, il nostro DNA è di fatto quello dell’uomo primitivo che correva nella Savana africana decine di migliaia di anni fa… Se cacciava o trovava qualche frutto o bacca mangiava. Altrimenti camminava sino a che non trovava qualcosa di commestibile …. è chiaro che in queste condizioni il metabolismo era tarato per assimilare tutto quello che veniva mangiato e anche la condizione di sazietà era molto primordiale…

Oggi non si deve più correre o saltare il pasto…basta aprire il frigorifero, entrare in un negozio di alimentari o in un supermercato e, senza fare alcun movimento o attività fisica, senza sostenere digiuni protratti, possiamo mangiare tutto quello che vogliamo…incluso certi prodotti alimentari trash, che di naturale hanno poco. Un esempio per tutti: alcuni grassi presenti in alcuni prodotti alimentari, non sono nemmeno presenti in Natura ma sono stati “inventati” dall’industria alimentare e usati solo perché più stabili (quindi meno deteriorabili) o perché appaiono più gustosi…

Cosa riserverà il futuro non è noto…il progetto fatto dalla Natura era molto buono…speriamo che il progettato (cioè l’uomo) non si ostini a mettersi contro Natura e sconfiggerla, naturalmente a suo danno.

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