Il Paese dei senior

Pubblicato il 26 Gennaio 2011 in , da Vitalba Paesano

In Italia sono in aumento gli over64: la qualità della vecchiaia diventa, dunque, un obiettivo da conquistare

Lo attesta il monitoraggio dell’Onu sull’invecchiamento degli Stati membri: l’Italia è uno dei Paesi che più vede innalzarsi l’età media della sua popolazione. Le più recenti proiezioni ISTAT indicano inoltre che, nel 2051, un italiano su tre avrà più di 64 anni.

A fronte di tale scenario, l’OMS ha di recente tracciato una strategia di promozione della salute e valorizzazione della persona ultra sessantaquattrenne, intitolata “Active Ageing” che intende favorire una diversa concezione dell’invecchiamento a partire da un nuovo ruolo dei senior all’interno della società. A supporto di questa strategia, l’indicazione dell’OMS è stata di mettere in atto, in ogni Stato, un’attività di sorveglianza della popolazione anziana per procedere a interventi sanitari e sociali mirati.

Alla luce di tali raccomandazioni, anche il Ministero della Salute italiano ha recentemente dimostrato un interesse maggiore a questa tematica e, sebbene poche siano le iniziative già concretizzatesi in pratica, sono in atto studi statistici, ricerche e progetti orientati nella direzione di nuovi servizi dedicati alla salute e alla qualità della vita dei senior. Tra le conquiste più importanti di questa presa di coscienza vi è la nuova consapevolezza, confermata dall’osservazione finalmente sistematica della popolazione anziana, che la categoria degli over 64 è un insieme  complesso, attivo e, soprattutto, decisivo per la dinamicità della società italiana contemporanea.

Gli anziani: un insieme complesso, nel quale si distinguono quattro categorie

Nell’ottica di una rivoluzione demografica orientata verso l’invecchiamento della società, non è dunque più possibile definire in modo univoco gli anziani; alla luce di un monitoraggio approfondito sono state individuate almeno quattro tipologie di senior:

  1. in buone condizioni di salute,
  2. a rischio di fragilità,
  3. con segni di fragilità,
  4. in condizioni di disabilità.

Questa differenziazione e altre osservazioni sul grado di partecipazione alla vita sociale e di utilità per la famiglia e la collettività, sono il risultato di un biennio di lavoro sperimentale, prossimo alla sua conclusione, battezzato nel 2008, come Progetto Passi d’Argento.

 Il Progetto Passi d’Argento

Il Progetto Passi d’Argento è stato commissionato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, attraverso il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ccm), alla Regione Umbria, con l’indicazione di definire un modello di indagine periodica  – missione oggi estesa a quasi tutto il territorio nazionale – sulla qualità della vita nelle persone con più di sessantaquattro anni.

Come recita il sito ufficiale del Progetto, “lo scopo al quale è stato improntato è quello di elaborare e sperimentare un modello di indagine sulla qualità della vita, sulla salute e sulla percezione dei servizi nella terza età, che sia ripetibile nel tempo e sostenibile con le risorse dei servizi sanitari e sociali, a uso delle Aziende Sanitarie, dei Servizi Sociali e delle Regioni”.

Il progetto consentirà, quindi, una volta eseguito il numero necessario di interviste rivolte a gruppi significativi di ultra sessantaquattrenni per ogni territorio regionale, che i dati di questi sondaggi vengano messi a disposizione della amministrazioni locali, perché possano essere realizzati sistemi di sorveglianza attiva della popolazione anziana, secondo le specifiche esigenze delle diverse realtà regionali.

 Il Progetto a oggi: la fotografia dei  senior

I risultati della prima indagine multiregionale, svoltasi nel 2009 in Sicilia, Puglia, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e Valle d’Aosta, su più di tremila soggetti, hanno evidenziato alcuni dati eloquenti, descrivendo una panoramica interessante dell’universo dei senior.

  • In primo luogo è stata confermata la così detta “femminilizzazione” della popolazione anziana nel nostro Paese, questo per via della più lunga durata della vita media nel sesso femminile.
  • Per ciò che riguarda la vivacità culturale dei senior è risultato che le attività sociali vedono coinvolti solo il 29% degli ultra sessantaquattrenni, mentre appena il 4 % ha dichiarato di frequentare corsi di cultura o formazione.
  • Al contrario ben il 13% degli anziani vive in condizioni di isolamento sociale.
  • L’essere risorsa per la propria famiglia e per la società è risultata essere una condizione trasversale a tutti i 4 sottogruppi, pur in proporzioni diverse in rapporto alle condizioni di salute.
  • Riguardo alla percezione della qualità del proprio benessere fisico, la maggior parte delle persone (51%) ha giudicato il proprio stato di salute positivamente, sebbene una percentuale non trascurabile di intervistati (il 20%), in particolare le donne e le persone d’età più avanzata, abbia dichiarato la propria scontentezza.
  • Indagando “stili di vita e  fattori di rischio comportamentali”, sono emersi dati scoraggianti: la maggioranza (il 60%) ha dichiarato di svolgere un’attività fisica insufficiente, oltre la metà ha ammesso di consumare almeno un’unità alcolica al giorno, il 54% è stato classificato in eccesso ponderale in base ai dati riferiti di peso e altezza, mentre solo il 7% ha affermato di consumare adeguate quantità di frutta e verdura.
  • La proporzione delle persone che hanno riferito sintomi riconducibili a depressione è stata pari al 17%, mentre ben il 32% ha lamentato problemi di masticazione, il 16% disturbi di vista e il 24% di udito, per altro, non compensati con l’uso di protesi.
  • Le cadute, indagate con riferimento agli ultimi trenta giorni, hanno riguardato in media il 10% degli intervistati.
  • Per quel che riguarda la capacità di reddito, sebbene quasi tutti gli anziani ricevano una pensione e l’8% abbia un lavoro retribuito, la maggioranza ha sostenuto di percepire il proprio reddito come insufficiente.
  • Tra gli intervistati in buona salute, la maggior parte rappresenta un supporto per famiglia, conoscenti e collettività; ancor più significativo è che questa funzione di sostegno continua, pur riducendosi, a riguardare anche gli anziani con segni di fragilità e persino quelli disabili.

Il Progetto nel futuro

Passi d’Argento non è un test che si conclude allo scadere del biennio sperimentale, tutt’altro: sarà proprio dopo la fase di rodaggio che avrà inizio un attività duratura e di continuo rinnovamento.

Sempre meglio si conferma e si delinea il ruolo decisivo dei senior nell’ Italia contemporanea, così come la tutela di questa preziosissima risorsa collettiva diviene irrinunciabile per la vitalità del Paese. Queste intenzioni si concretizzeranno a diversi livelli: dall’ambito sociale (ad esempio, con la promozione di attività culturali ed educative volte a favorire la trasmissione della memoria storica, lo sviluppo di relazioni sociali e l’impegno solidale) a quello familiare (con un sostegno attivo delle persone che scelgono di prestare cura ai propri parenti).

Il Progetto Passi d’Argento è dunque il trampolino per una rivoluzione, innanzitutto istituzionale, nonché della mentalità dell’intera cittadinanza che condurrà a una solida integrazione degli aspetti sociali e sanitari, con una strategia per eliminare i fattori che ancora ostacolano la sorveglianza sanitaria e l’autotutela della salute.

Link utili

Sul sito del Ccm (Il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie)  si possono consultare il Piano Nazionale della Prevenzione del triennio 2010-2012 ed anche la traduzione del “Piano d’Azione OMS per le malattie non trasmissibili”, utile per acquisire informazioni su malattie croniche, loro prevenzione, cura e sulla ricerca scientifica che le riguarda.

Il sito di EpiCentro (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) http://www.epicentro.iss.it/passi-argento/default.asp è la vetrina ufficiale del Progetto e vi sono descritte e periodicamente aggiornate tutte le informazioni a riguardo.

 

Sul sito del Servizio Sanitario Regionale umbro, alla pagina http://sanita.regione.umbria.it/news.asp?id=924 è possibile trovare i contatti di tutti i referenti che si occupano del progetto.

 di O.O.