Come migliorare vita sessuale e intimità nella coppia senior

Irritazione, bruciore, prurito, infiammazione e dolore durante i rapporti sessuali: ecco i principali sintomi dell’atrofia vulvo-vaginale (AVV), un disturbo poco conosciuto e sotto diagnosticato che insorge mediamente tra i 40 e i 50 anni e riguarda circa una donna su due in post menopausa. L’AVV consiste nella progressiva modificazione della struttura del tessuto vaginale e vulvare in conseguenza della carenza di estrogeni, che portano ad un assottigliamento delle pareti della vagina che diventano più fragili e meno lubrificate.

L’ AVV porta ad un’importante riduzione della lubrificazione vaginale. Inoltre può anche associarsi a lievi perdite ematiche, condurre ad infezioni e comportare dolore durante i rapporti sessuali. A causa dall’incremento dell’alcalinità vaginale (aumento del pH), spesso i sintomi dell’AVV vengono scambiati per infezioni. L’atrofia vulvo-vaginale, oltre ad intaccare la qualità di vita delle donne in post-menopausa, ha conseguenze molto forti anche sulla vita di coppia, sia da un punto di vista relazionale che rispetto all’intimità sessuale. Ben il 67% delle donne con atrofia vulvo-vaginale evita l’intimità con il proprio partner1.

Le donne in post-menopausa sono ancora sessualmente attive: un sondaggio americano, condotto su 1.235 donne di età compresa tra i 60-e gli 89 anni, in cui la maggior parte delle intervistate con età <80 anni, sposate o impegnate in una relazione, ha dichiarato di aver avuto attività sessuale nei 6 mesi precedenti. Secondo un altro sondaggio[3] su 874 donne in post-menopausa di età nella fascia 45-64 anni, il 64% ha dichiarato di avere un’attività sessuale.

Che l’atrofia vulvo-vaginale possa diventare facilmente un problema “di coppia” emerge anche da uno studio socio-antropologico delle conversazioni online, che ha visto l’analisi di 861 messaggi associati alla menopausa, che hanno raccontato 337 storie di vita. “La secchezza vaginale è un problema presente in quasi il 30% delle storie online analizzate – spiega Cristina Cenci, Founder del Center for Digital Health Humanities e Curatrice del Blog Digital Health, Nòva Il Sole 24Ore –  “Dopo il calo del desiderio è uno dei problemi più sentiti della sessualità in menopausa. Nel 43% dei racconti, la secchezza interferisce nel rapporto sessuale”.

L’atrofia vulvo-vaginale in Italia è un disturbo ancora sotto diagnosticato: oltre alla reticenza delle donne nel discuterne con il proprio ginecologo, anche da parte del medico non esiste proattività in tal senso e raramente affrontano loro per primi il problema con le pazienti. “Più del 50% dei medici non chiede nemmeno se esista il problema e, quand’anche la donna ne parli, la risposta terapeutica è soddisfacente solo nel 14% dei casi. Bisogna  parlarne con franchezza al medico curante”. –  aggiunge Graziottin.  

Benché nella pratica quotidiana i medici effettuino diagnosi di atrofia vulvo-vaginale grazie al loro giudizio clinico e con l’ispezione visiva, oggi esiste uno strumento di misurazione più obiettivo: il Vaginal Health Index che, attraverso l’analisi di 5 parametri (elasticità vaginale, secrezioni vaginali, ph, mucosa epiteliale, umidità della vagina) consente di arrivare ad un punteggio finale che definisca la presenza e il livello di AVV.

Esistono delle terapie per alleviare i sintomi dell’atrofia vulvo-vaginale?

E’ attualmente disponibile il trattamento ormonale sostitutivo per via sistemica o la terapia estrogenica vaginale locale, da preferire quando quella sistemica non è necessaria per altre ragioni. A questi trattamenti si affiancano i lubrificanti non ormonali, sebbene oltre il 40% delle donne ne sperimenta un sollievo dai sintomi considerato insufficiente.

 

 

redazione grey-panthers:
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