Ma cosa è questo CLOUD?

Pubblicato il 8 Luglio 2013 in , da Attilio A. Romita

CloudCloud….tanti ne parlano, molti fanno valutazioni, mi viene voglia di dire anche la mia: io sono ottimista e forse le chiacchiere che seguono possono aiutare a capire qualcosa. Se proprio non sarò capace spiegare questa nuova tecnica di condivisione di dati e servizi, almeno spero di istillare qualche dubbio positivo.

Comincio con una domanda, cui vi chiedo di dare la risposta al termine di questa notarella: “E’ meglio avere un piccolo pasticcino preso da un grande piatto variegato oppure una parte di una grande torta che, anche nelle piccola porzione, ha tutti i sapori della grande torta?”.

Per  arrivare al Cloud vediamo prima come è fatto un computer, qualunque sia la sua dimensione. Chiamo il termine operatore  l’uomo o la strumentazione (vedi Internet delle Cose) che interagisce con il computer i cui  principali costituenti sono:

  • strumenti di collegamento locali con chi usa il computer e quindi schermo, tastiera, mouse, stampante;
  • la memoria interna nella quale risiedono il programma in esecuzione al momento e buona parte dei dati e delle informazioni attualmente in uso
  • gli archivi dei dati e dei programmi cui la memoria accede tramite gli ordini impartiti dall’operatore
  • una rete di collegamento che permette di interagire con operatori su computer lontani.

La tecnica CLOUD permette di “spostare e concentrare” gli archivi di dati e programmi di tutti i computer che vogliono partecipare alla Nuvola, Cloud appunto, in una unica  e ben protetta locazione cui il nostro “computer alleggerito” si collega e dialoga.

Per tentare di capire meglio il Cloud, cercherò ora di spiegare quali possono essere vantaggi e svantaggi suo uso.

Un suffisso comune a tutte le sigle che identificano il Cloud è –AAS cioè As A Service e quindi: SaaS  (Software as a Service), DaaS  (Data as a Service), HaaS (Hardware as a Service), PaaS (Platform as a Service), IaaS  (Infrastructure as a Service).

In pratica CLOUD significa condividere risorse e pagare solo un canone misurato sulla quantità di uso che si fa di quel servizio. Per esemplificare chi usa il computer non dovrà più pagare la licenza completa per es. di Microsoft™ Office™, ma pagherà a tassametro il suo uso.

Si, è vero – dice chi non si fida – perché esiste il Digital Divide ed io non sono sicuro di trovare i miei servizi dovunque sono. E’ vero per chi ha la necessità reale di lavorare da mille posti diversi, ma quanti dei miei amabili lettori hanno questa reale mobilità infinita che li porta a lavorare da un bosco in cima alla montagna all’ufficio nella grande città”. Quanti di noi rinunciano all’auto perché sono costretti a prendere l’autobus quando saltuariamente vanno in posti dove non si trova parcheggio? Poi ci sono sempre ed ovunque collegamenti satellitari.

Si, è vero – dicono molti responsabili pubblici – ma io voglio avere sempre il controllo dei miei dati e non mi fido di archivi “sparsi per il mondo”. Il Cloud è quanto di più stabile e sicuro possa esistere in ambito ICT in quanto si basa un certo numero di Centri Servizi Informatici costruiti in aree simili a dei caveau bancari (Fort KNOX, per capirci), protetti da procedure di sicurezza informatica avanzatissima. E, per gli amanti della Green Economy, posizionati in paesi con clima freddo per ridurre le necessità di raffreddamento.

Si è vero – dice l’utente timoroso -, ma io voglio che i dati pubblici italiani siano protetti da intrusioni – la famosa e fumosa privacy – e mi fido solo del mio sistema posto nella stanza accanto. A questo signore rispondo con una domanda: “se i devo mettere al sicuro qualche gioiello di famiglia, è più affidabile la cassetta di sicurezza posta al sottoscala della piccola filiale di banca all’angolo, oppure è meglio fidarsi del Caveau della Banca d’Italia?”.

La tecnologia Cloud è applicabile, con criteri e soluzioni simili e diversi, a tutti i settori dello ICT e chi vuole usarla, singolo cittadino o grande società, può scegliere quale parte del CLOUD usare. Se volete fare qualche prova potete usare GOOGLE™ Drive, cioè la funzione di Google™ che vi mette a disposizione gratuitamente un’area di disco di 5Gb dove poi potete memorizzare vostri testi, foto e musica cui potete accedere da dovunque senza il bisogno di portarvi appresso il vostro pesante ed ingombrante PC.

Come diceva un famoso promotore pubblicitario televisivo: “Provare per credere”.

Attilio A. Romita

One thought on “Ma cosa è questo CLOUD?

  1. molto interessante ! e, anche se non ho ancora deciso se preferisco il piccolo pasticcino o la parte della grande torta, vorrei, intanto sapere che tipo di collegamento internet è necessario per poter ben profittare del Cloud.
    I collegamenti satellitari ci sono – certamente – ovunque, ma sono spesso – per esempio in Francia, dove abito – costosi e non molto rapidi ; ed in campagna – anche in Italia, credo – ove particolarmente un buon collegamento internet sarebbe opportuno, l’ADSL è un mito, e difficilmente si raggiunge 1 Mbps …
    Certamente, se si il Cloud soltanto per conservar documenti, musica o immagini, la lentezza non penalizza troppo – anche se può esser scoraggiante ; ma per utilizzare i software, che velocità è, ragionevolmente, necessaria ?
    Grazie, e continui ad illuminarci !
    Maramaldo Serafino

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