Fotografare con lo Smartphone: 1- C’era una volta la Polaroid

Gli Smartphone presenti oggi sul mercato (e non solo i top di gamma) nel reparto fotografico offrono prestazioni fino a poco tempo fa impensabili. Abbiamo in tasca (e spesso senza neppure rendercene conto) apparecchi con il potenziale di una macchina professionale, strumenti ultra compatti che permettono di scattare foto a volontà, modificarle all’istante, inserire filtri e pubblicarle immediatamente sul web.

Indubbiamente questo ha inciso profondamente sui comportamenti di acquisto, sulle abitudini di chi “gioca” per diletto o per passione con la fotografia:

  • È tramontata la fotografia analogica (che sopravvive quasi solo in ambito professionale). Per i costi e per i tempi: numero limitato degli scatti della pellicola, necessità di tanta buona pazienza per catturare il momento giusto per scattare, impossibilità di controllare subito il risultato.
  • È in parte “morto” il mercato delle fotografie istantanee, le vecchie, care “polaroid”, per intenderci. Le fotografie scattate semplicemente premendo un bottone, che prendevano immediatamente vita, forma e colore, quasi per magia, sotto i nostri occhi, uscendo dal corpo macchina sono solo ricordi sbiaditi in qualche cassetto.

Il “far fotografia”, con l’avvento del digitale, insomma, è radicalmente cambiato. E l’avvento di Smartphone sempre più sofisticati ne è il testimone più evidente.

Stiamo dicendo che lo Smartphone ha ormai sostituito la macchina fotografica tradizionale? No, certo. È diventato, però, strumento secondario perché buona alternativa ergonomica alla macchina fotografica, nel momento del bisogno.Vediamo meglio i pro e i contro:

I “pro”:

  • comodità e leggerezza (cosa che non hanno le macchine fotografiche reflex e mirrorlens);
  • possibilità “in extremis” di scattare foto, rispetto alla macchina fotografica che va portata e attrezzata per tempo (anche con Smartphone assicurate foto di buona qualità)
  • molto utile per generi fotografici come la street-photography, reportage, macro e paesaggio (cioè per foto prese al volo per strada, veri e propri servizi a tema, zoomate su fiori o insetti, paesaggi e campi lunghi);
  • introduzione del formato RAW (cioè il negativo digitale che moltissime fotocamere permettono di creare e usare al posto del formato jpeg). Questo dà la possibilità di avere un formato migliore che permette di andare a regolare in modo più approfondito luci e ombre (successivamente vedremo come modificare il formato RAW con programmi appositi per smartphone);
  • video di alta qualità.

I contro:

  • velocità di scatto più lenta;
  • come strumento primario é difficile da utilizzare a scopo professionale (ci sono delle condizioni di luce in cui le prestazioni degli smartphone “crollano”, per esempio, in condizioni di scarsa luce, le foto possono risultare sgranate e rumorose), ma per un uso secondario e amatoriale può essere un ottimo strumento;
  • limite sulla qualità delle fotografie;
  • il flash non é una fonte di illuminazione regolabile e, quindi, facilmente “appiattisce” le foto, compromettendone pesantemente il risultato.

Anche guardando le tante mostre di eccellenti fotografi, emerge che la tecnologia è un aiuto indispensabile, ma… la differenza non è nella sofisticazione dello strumento disponibile. “L’occhio” rimane lo strumento che permette di osservare e di catturare il momento migliore attraverso la macchina fotografica o lo Smartphone che sia.

Non si diventa fotografi grazie a una buona macchina fotografica, o per un’ottima attrezzatura e neppure per uno Smartphone con la migliore fotocamera presente sul mercato o con il maggior numero di pixel .. quello che conta é il nostro occhio, la nostra ricerca, ciò che noi vogliamo trasmettere (analogamente accade in pittura dove l’occhio é lo strumento fondamentale).

Seguite anche le altre puntate (in tutto 6)

 

 

 

 

 

 

redazione grey-panthers:
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