Cos’è e come funziona una Power Station, accumulatore d’energia a portata di mano

Pubblicato il 9 Giugno 2025 in , da redazione grey-panthers
Power Station

Le Power Station sono dispositivi di accumulo di energia elettrica. Sono in grado di immagazzinare oltre i 1000 Wh di energia, e di erogare una potenza capace di alimentare anche una lavatrice o un frigorifero

 

Il tema dell’energia è quanto di più attuale, anche considerando eventi inaspettati come il maxi-blackout in Spagna. La sua distribuzione ma anche la sua gestione diventa di anno in anno più delicata e si è visto come ciò possa comportare una sensibile variazione dei prezzi. Sono sempre più diffuse, quindi, le Power Station, ovvero stazioni di energia elettrica più o meno portatili. Sul mercato ci sono decine di modelli diversi, dalle più compatte a quelle in grado di alimentare un’intera casa e molte di esse possono essere ricaricate tramite energia solare o essere integrate in veri e propri ecosistemi di stoccaggio dell’energia elettrica.

Power Station, i dati a cui fare attenzione

La power station altro non è che una batteria portatile. Si ricorderanno le power bank, ovvero le batterie extra che per anni hanno permesso di sopperire a smartphone non in grado di reggere l’uso intenso di un’intera giornata. Le power station possono essere considerate come una versione più grande e potente di questo concetto ma con una differenza sostanziale. Non solo sono in grado di immagazzinare anche oltre i 1000 Wh di energia, ma sono capaci di erogare nei modelli di fascia più alta anche oltre 3 kW di potenza, potendo così alimentare anche una lavatrice o un frigorifero. Sono questi i dati di cui si ha bisogno per capire se una power station è utile. Il Wattora altro non è che l’unità di misura commerciale per far comprendere al meglio l’energia che un dispositivo come una power station può conservare o che un elettrodomestico può consumare. Se leggiamo sul nostro asciugacapelli che ha una potenza di 2000 Watt, ciò si traduce con il fatto che lo stesso asciugacapelli consumerà 2000 Watt ogni ora, ovvero 2000 Wh. Oltre ciò è necessario conoscere l’output che una power station è in grado di fornire. Alcune power station più portatili infatti hanno un output di 1000W, il che significa che non sono in grado di alimentare elettrodomestici che hanno una potenza maggiore di 1000 Watt.

Dimensioni e tipo di power station

C’è un parametro che risulta essere altrettanto importante è che strettamente correlato alla quantità di energia che la power station è in grado di immagazzinare. Il peso. Purtroppo è l’unico svantaggio delle odierne batterie in quanto più energia e autonomia possono garantire più saranno pesanti. Per esempio una batteria Bluetti AC70 con 768 Wh pesa oltre 9 kg, ma una EcoFlow Delta Pro dalla capacità di 3600 Wh arriva a pesare quasi 45 kg. Risulta opportuno scegliere dunque tenendo conto delle reali esigenze senza lasciarsi attirare dall’avere di più in quanto le dimensioni e il peso potrebbero poi portare a compromessi troppo grandi per l’utilizzo che se ne intende fare. Dall’altro lato meglio non andare al risparmio. Scegliere una power station piccola, come per esempio i modelli economici da 88Wh disponibili su vari store online, comporta certamente un risparmio in termini economici e di peso e dimensioni, ma potrebbe risultare in una capacità insufficiente talvolta anche per alimentare in maniera adeguata un notebook.

Come è fatta una power station

Non esiste un’unica misura di power station e dunque non si può descrivere in maniera univoca tutte le power station. Nella maggior parte dei casi possiamo però dire che le power station hanno:

  • Un display per monitorare sia l’output che l’input, oltre all’autonomia residua spesso indicata in termini percentuale
  • Una o più prese AC da 230 V, comunemente chiamate prese Shuko e compatibili con la quasi totalità dei dispositivi elettronici ed elettrodomestici
  • Una presa accendisigari a cui collegare un caricatore USB o altri dispositivi che possono essere alimentati tramite questa presa (per esempio un compressore portatile)
  • Porta USB A: disponibile per ricaricare dispositivi a 12V come i nostri auricolari, cuffie o altri dispositivi elettronici
  • Porta USB C: spesso compatibile con tecnologia Power Delivery e in grado di erogare fino a 100W per ricaricare anche portatili, tablet o smartphone direttamente dalla nostra power station

A seconda dei casi possono poi essere presenti altri input/output come per esempio il pad per la ricarica wireless, prese DC, o accessori come torce integrate.

Come si ricarica una power station?

Nella maggior parte dei casi delle power station più portatili, ovvero quelle con prezzi inferiori ai 1500 euro, ci sono diversi modi di ricaricarle in tempi piuttosto brevi. Nella confezione vengono infatti inclusi di solito due accessori: la presa per ricaricare la power station tramite l’accendisigari dell’auto o del camper, molto comoda da usare nel caso di lunghi viaggi, oppure un alimentatore specifico, nella maggior parte dei casi con un output di 200W, in grado di caricare le varie power station in tempi compresi tra le 3 e le 5 ore. Risulta ovvio che se la power station ha una capacità molto elevata, i tempi si allungano e anche di molto, arrivando in alcuni casi a superare le 8 ore per una ricarica completa. In tal caso i produttori permettono la ricarica della power station con le colonnine di ricarica destinate alle auto elettrico, spesso in grado di erogare un quantitativo di corrente molto elevato e ridurre quindi i tempi di ricarica.

L’uso dei pannelli solari

Accumulare energia può dunque risultare dispendioso ma se si prevede di usare la power station all’aperto o comunque in contesti di mobilità può essere opportuno acquistare uno o più pannelli solari che consentono la ricarica della stessa, prodotti nella quasi totalità dei casi dallo stesso produttore che realizza la power station. In molti casi i pannelli solari sono modulari e si può addirittura collegarli in serie in modo da diminuire i tempi di ricarica oppure ottenere una ricarica veloce anche in caso di giornate non perfettamente soleggiate. L’efficienza dei pannelli solari dipende infatti dalla quantità di sole che è massima nelle ore centrali della giornata e se il pannello è perpendicolare alla direzione della luce del sole. Va da sé che in questo caso è bene tenere in considerazione il fatto che seppur un pannello solare possa ricaricare la power station in un tempo prestabilito, nella realtà tali tempi possono anche raddoppiare o triplicare a seconda delle situazioni.

di Saverio Alloggio

Fonte: Corriere della Sera, 28 aprile 2025