Cosa è successo alle Poste Italiane?

Il lungo black-out di Poste italiane, che ci ha impedito di pagare bollette e bollettini, ritirare pensioni e soldi agli sportelli, ha una causa tuttora ignota, ma in un primo momento sembrava poter essere attribuita a un bug (errore o malfunzionamento) nel software di una “piattaforma in the Cloud” (targata Ibm e Hp), bug propagatosi dal sistema centrale fino a paralizzare, a singhiozzo, i terminali periferici italiani. Il nuovo sistema al quale si sono affidate le Poste, che permette l’utilizzo di risorse hardware e software a distanza, è davvero affidabile? Da alcuni mesi si sono propagati una serie di (piccoli o grandi) incidenti che hanno portato a paralisi di interi sistemi. L’architettura centralizzata adottata da Poste Italiane offre alcune opportunità (nel taglio dei costi), ma presenta anche seri rischi. Pur non essendo mai rimasto fermo, il sistema si è bloccato in vari punti perché il bug si è propagato. Ciò succede quando i software sui sistemi periferici non godono di autonomia, bensì funzionano connessi via Rete al “cervellone” centrale.

Dopo le polemiche, Poste Italiane ha ammesso che il problema risiede non nell’aggiornamento software, bensì in una criticità nel sistema operativo . Intanto è stato aperto un tavolo di conciliazione con le associazioni dei consumatori per stabilire i danni subiti dagli utenti di 14 mila uffici postali ed eventuali risarcimenti.

(Fonte: ITespresso.it)

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