Film in DVD: “L’altro volto della speranza”, di Aki Kaurismäki

Pubblicato il 7 Maggio 2018 in Outdoor Cinema
L'altro volto della speranza

sceneggiatura Aki Kaurismäki cast Sherwan Haji (Khaled Alì) Sakari Kuosmanen (Waldemar Wikstrom) Ilkka Koivula (Kalamnius) Janne Hyytiäinen (Nyrhinen) Nuppu Koivu (Mirja) Tommi Korpela (Melartin) Simon Hussein Al-Bazoon (Mazdak) Niroz Haji (Miriam) genere commedia prod Finlandia, 2017 durata 98 min

 

Arrivato in Finlandia a bordo di una nave carboniera, Khaled pensa e spera di ottenere lo status di rifugiato dato che scappa dall’inferno siriano. E in effetti sulle prime l’efficiente macchina dello stato sociale scandinavo si prende cura di lui e gli fornisce assistenza e documenti. Salvo poi respingere la sua richiesta e avviare le procedure per il rimpatrio. A Khaled non resta che entrare in clandestinità. Accanto alla storia del profugo siriano abbiamo assistito in parallelo anche a quella del signor Wikstrom, rappresentante di tessuti, che lascia moglie e lavoro, svende le giacenze di magazzino e “investe” tutto il malloppo al tavolo verde dal quale esce con il gruzzolo decuplicato. Wikstrom può così rilevare un ristorante che definire squinternato è poco. A cominciare dal personale. Ed è proprio davanti al locale che le vite di Khaled e Wikstrom si incontrano. O meglio, si scontrano per poi trovare reciproco aiuto e sostegno. Nonostante tutto, e mettendo in conto anche una banda di naziskin, la Finlandia è un paese ospitale. Al suo diciassettesimo film in 35 anni di carriera Kaurismaki non dice nulla più di quel poco già visto nelle opere precedenti: ottima musica (anche se siamo sempre dalle parti dei Leningrad Cowboys), umorismo sottozero (ossia glaciale) e il solito vecchio caro lombrosario di volti e caratteri. Tant’è: prendere o lasciare. E non si può neppure dire che il finlandese sia un cineasta sopravvalutato, un talento da festival, perché ormai anche i festival non sono più quelli dove bastava proporre film appena un po’ eccentrici o stravaganti per strappare l’applauso.

 

E allora perché vederlo?

Per capire, qualora ce ne fosse bisogno, che il problema dell’emigrazione riguarda l’intera Europa.

L'altro volto della speranza

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