La scienza, amica dei bambini

Pubblicato il 27 Novembre 2017 in , , da Laura Bolgeri
luca novelli

Il titolo del libro di Luca Novelli, “Ciao, sono Futura – Vera storia di un sogno sul domani”, suscita una certa curiosità. Prima di tutto nei nipoti, ma anche nei grandi. Erano in tanti – grandi e bambini –  alla presentazione del libro che è avvenuta al Museo della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, nella bella sala del Cenacolo. Novelli, scrittore, disegnatore, giornalista e autore Tv, ha scritto una lunga serie di libri di scienze soprattutto per ragazzi, ma alcuni anche per adulti, cominciando, trent’anni fa, da un libro sul computer in cui spiegava come funzionava quello strano marchingegno allora poco conosciuto. Il libro, pubblicato dalle neonate Edizioni Elettroniche di Arnoldo Mondatori nel 1983, era una primizia per l’argomento trattato in modo divulgativo, ed è stato pubblicato persino in America dalla Microsoft Press. Poi, tradotto in sedici lingue, è uscito in Argentina, in Spagna, in Giappone, in Corea e in tante altre nazioni. Ne sono state vendute un milione di copie.

Sono seguite storie e monografie di illustri scienziati, da Archimede a Pitagora, a Galileo, a Isaac Newton, a Albert Einstein, a Charles Darwin. Tanti curiosi libri di divulgazione scientifica, che oggi sono pubblicati in diverse lingue, compreso l’arabo e il cinese. Per raccontare la teoria dell’evoluzione sostenuta da Darwin, che ha rappresentato una pietra miliare nella storia naturale, Luca Novelli è ritornato più volte Ciao, sono Futurasui luoghi esplorati dallo scienziato tra il 1831 e il 1836, in un vero giro del mondo, fino alle isole Galapagos, Tahiti, la Nuova Zelanda. Voleva fare un confronto con la realtà di oggi, dopo quasi due secoli. Su Darwin, la vera storia dei dinosauri, il viaggio intorno al mondo, le mutazioni ambientali e climatiche, Novelli ha poi scritto quattro libri. Sempre in cerca di documentazioni, i viaggi più recenti lo hanno portato a cercare l’origine di alcuni grandi miti dell’umanità, collegandoli ai cambiamenti climatici degli ultimi 20mila anni.

Quando chiedo a Luca Novelli cosa pensa del rapporto dei bambini con la scienza mi risponde che “i bambini, i ragazzi in generale sono molto più scienziati degli adulti, perché sono molto più curiosi, meno prevenuti e più disponibili a immaginare cose nuove”. Quindi più scienziati. Sono più aperti alle innovazioni degli adulti, più disposti a capirle. Più curiosi di quelle cose strane che può proporre la scienza. Gianni Rodari, scrittore e pedagogista specializzato in testi per bambini e per ragazzi, sosteneva addirittura che con i bambini, nel loro interesse ”bisognerebbe stare attenti a non limitare le possibilità dell’assurdo”. E non pensava affatto che questa apertura andasse a scapito della loro formazione scientifica, anzi li aiutava a immaginare le nuove scoperte. Se vogliamo poi riportare una frase di Albert Einstein – uno dei padri della fisica moderna – possiamo ripetere con lui: “lo  Spazio, il Tempo, l’Universo sono cose di cui ci si occupa da bambini”. La citazione è riportata in apertura del libro di Luca Novelli e nella collana intitolata “I genietti di Valentina” in cui c’è anche un curioso libro sui robot. Nei tanti libri di Novelli, ad esempio nella serie “Lampi di genio”, una collana per ragazzi più grandi, la vita degli scienziati e le informazioni scientifiche non vengono raccontate in modo didascalico, ma vengono presentate in un modo più stimolante e coinvolgente. Gli scienziati sono visti da vicino, come erano fin da ragazzi, nella loro realtà di tutti i giorni, nelle varie fasi di studio delle loro scoperte, in una sorta di colloquio diretto con il lettore. Come, ad esempio avviene con Einstein che, nel libro a lui dedicato, confessa che da ragazzo, quando andava al ginnasio, non era certamente un’aquila e faceva fatica a formulare discorsi con le parole giuste. O nella biografia di Pitagora, che oltre ad essere un grande matematico e un filosofo, amava in modo particolare la musica ed era un campione di pugilato. Seguendo sempre lo stesso criterio di raccontare da vicino i personaggi e le loro scoperte scientifiche, Novelli ha ideato e condotto una serie di trasmissioni per Rai Scuola, sempre con lo stesso titolo “Lampi di genio” che ha avuto molto successo, e in parte oggi si può trovare in rete.

Ritornando al libro presentato e commentato al Museo della Scienza, domando a Luca Novelli che significato ha Futura, così come viene rappresentata nel disegno sulla copertina del libro appena uscito, una ragazzina pimpante, con le braccia sollevate in alto, sorridente. Mi risponde che è l’ideale bambina che ama la Scienza. Ed è raffigurata come una ragazzina curiosa, con un grande super-potere che rappresenta le tante applicazioni del sapere scientifico: fa sognare il mondo che verrà e lo racconta. Lo fa da sempre, perché incarna la rappresentazione del sapere scientifico, lo fa dall’alba dell’umanità. Ha fatto sognare einsteinfaraoni e imperatori, scienziati e poeti, ragazzi e ragazze, artisti e inventori. Ha fatto sognare Leonardo, con i suoi progetti di volare con elicotteri e alianti (anche se nessuno dei suoi congegni riuscì ad alzarsi da terra. Allora non c’erano i materiali giusti per poterlo fare). Oggi si vola anche nello spazio e c’è chi ha passeggiato sulla Luna. La scienza ha fatto sognare anche Isaac Newton, con la scoperta della legge di Gravitazione universale, la spiegazione delle maree e dei movimenti dei pianeti. Il suggerimento di usare la scienza come strumento per prevedere il futuro è un argomento che molti condividono.

La storia della Scienza è passata anche attraverso il mondo arabo. Quando Luca Novelli ha raccontato la storia dei robot, ed è risalito alle loro origini, si è imbattuto nel padre islamico della robotica: Ismail Al-Jazari. Questo geniale ingegnere-matematico, vissuto circa 800 anni fa, ha preso il nome dal suo luogo di nascita, la regione della Mesopotamia settentrionale compresa tra il corso del Tigri e dell’Eufrate. Quella regione si chiama appunto al-Jazira e in arabo vuol dire “l’isola”. Al-Jazari, su invito del principe persiano Nasir, scrisse e disegnò una vera e propria enciclopedia degli automi, completata, nel 1206. Il suo manoscritto, che fu poi copiato e ricopiato più volte, conteneva istruzioni per costruire almeno 50 macchine utili e straordinarie. La più straordinaria è un un enorme automa-orologio con un elefante e un drago, alto come una casa a tre piani. È stato costruito a Dubai, dove ancora oggi si può vederne una copia in funzione, che si anima e indica l’ora esatta. In Occidente i primi automi-robot furono inventati nel Settecento alla corte del re di Francia. Ma in seguito la scoperta dell’elettricità cambiò la funzione degli automi che divennero calcolatori elettronici e poi computer.

Molti, oggi, vedono il futuro con una certa preoccupazione, ma è inutile trasmettere ai ragazzi questa inquietudine. “Io sono per una visione ottimistica”, sottolinea Novelli. Il suggerimento di usare la scienza per immaginare e progettare il futuro risale addirittura a Talete, un filosofo pre-socratico che insegnò agli uomini a rimettersi sempre in piedi, anche quando si è caduti per una avversità. E suggerì di provare a guardare con speranza un po’ più in là di quello che accade sotto il nostro naso. Futura, che impersonifica l’idea di scienza e di innovazione, prevede che risolveremo i grandi problemi che ci troviamo ad affrontare oggi, come la sostenibilità, l’energia, l’inquinamento, l’eccesso di popolazione nelle grandi città, la mancanza di verde. Ed è ovvio che propone di prendere in considerazione le scoperte scientifiche per immaginare e progettare il nostro futuro.

Ad esempio l’aria sarà più pulita se le auto e tutti mezzi di trasporto saranno elettrici. Le macchine elettriche non sono una invenzione di oggi, sono una invenzione che risale a cento anni fa. Le aveva progettate addirittura Edison e le aveva vendute in America. A New York, nei primi ani del Novecento, c’erano problemi di inquinamento, ma molto diversi rispetto a quelli di oggi. Ad esempio c’erano grandi quantità di calessi e di carrozze che sporcavano, con i tanti cavalli, il centro della città. Ma invece di provare ad usare le macchine elettriche, si scelse la strada delle macchine con un motore a scoppio, che avevano bisogno di un combustibile ed erano state costruite da Ford. Così gli Stati Uniti, e poi tutto il mondo, si sono riempiti di automobili.

La storia si ripete anche oggi e ci sono rimedi che non sappiamo usare, invenzioni per le quali non è ancora arrivato il momento giusto. Anche per le città ci sono tecnologie nuove, che solo in parte vengono usate. Per esempio si potrebbero costruire case che producono le energie di cui hanno bisogno chi ci abita. Addirittura case che producono gli alimenti di cui si nutrono gli abitanti. Ci saranno giardini verticali, quartieri verdi come un bosco. Di questo bisogno di verde contro l’inquinamento, anche se non è stato realizzato, si sta almeno parlando. Nel mondo di oggi Futura e la Scienza sognano robot intelligenti, ascensori spaziali e stampanti 3D. Ma ci fanno anche immaginare la possibilità di un mondo di pace, dove la civiltà è in equilibrio con la Natura e il Clima che cambia. Futura ci ricorda anche che molti sogni di ieri sono diventati realtà di oggi, e che il mondo può trovare nuovi equilibri. Ma dipende solo da noi, da tutti noi.

Ai lettori e alle lettrici di grey-panthers.it Luca Novelli, congedandosi, confessa che anche lui usa molto il computer, non solo per le sue ricerche legate alla scienza. Gli è capitato anche di rintracciare una sua vecchia fiamma, una amica e un amore di quando aveva quattordici anni. Oggi ne ha settanta e continua a viaggiare e a lavorare con successo.