LE RIFLESSIONI DI GINO, UNO DI NOI: “Parliamo di Lina” (18)

Pubblicato il 9 Agosto 2021 in Letture Ideas
20 massime età che avanza

In questi giorni sto cercando di chiamare Lina, voglio raccontarle di Marco, per un consiglio. La sento lontana, evasiva, vuole parlare di altro. Al telefono è molto chiara: per lei il nostro rapporto si è “incagliato”, non gradisce la mia ritrosia. E’ convinta che la convivenza sia lo sbocco naturale del nostro rapporto. Colgo in lei delusione: come può pensare, essere certa che ciò che può far star bene lei automaticamente possa far star bene anche me? Amarsi richiede ascolto, pazienza. Ci sono due vite da sincronizzare, che più si compenetrano più hanno bisogno di parlarsi: è come se si entrasse in nuove stanze, mai varcate prima. Non mi sento ascoltato: devo affrontare la fatica di aggiungere alle parole altre parole, per spiegare, condividere la mia perplessità. Ma ho la sensazione che scivolino via, siano sporche di olio. Il suo bisogno non è il mio. Almeno per ora. Perché vuole scrivere lei a tutti i costi il copione?

Fatico ad accogliere le sue parole, le sento come un inciampo, una pesante interferenza.

Passano i giorni. Si accumulano le scuse di Lina per non vederci. Mi rifiuto di pensare che sia accaduto qualcosa di irreparabile. Forse qualche esasperazione inutile. Non posso pensare che il suo orgoglio abbia preso il sopravvento. Se così fosse, quanto accaduto fra noi si ridurrebbe ad un tragico abbaglio.

Accade qualcosa di singolare: ricevo da lei una mail in cui si rivolge ad Osvaldo, dicendogli che due giorni a Parigi non sarebbero una cattiva idea da passare insieme. Faccio uno sforzo di memoria: Osvaldo è stato uno dei suoi ex. Ma non riesco a collegare niente di più. Quella mail a me: svista o voluta? L’orgoglio non concede sviste. Mi amareggia un po’. Ma davvero un cambiamento di scenario così repentino dopo l’Ikea? Questo sottrarsi improvviso posso capirlo fra ventenni. Ma fra noi l’aver messo “in quarantena” un rapporto senza tanti preamboli mi sembra esagerato. Se è per farmi capire qualcosa, non sarebbe più semplice dirlo direttamente? Se è così è un giochetto proprio inutile. E se invece non fosse solo una “quarantena”? Neanche il coraggio di dire “basta”? Proprio non capisco, o forse non c’è proprio niente da capire…

Amarezza. Lina mi sta regalando amarezza. Credo che ogni sentimento forte trascini con sé anche il suo contrario, e quando conosce pausa il suo contrario faccia di tutto per riempire la scena.

Non voglio stare al gioco. Voglio pensare solo al “bello” che ho vissuto.

Prima di tutto: non è vero che a sessant’anni il cuore è solo un muscolo atrofizzato dalla pace dei sensi e dalla rassegnazione che “ormai quel che è fatto è fatto…”. Per me, e come (immaginavo) di leggere nel comportamento di Lina, l’amore può ancora sconvolgere e sorprendere, rivoluzionare tutte le certezze relazionali, suggerirti che “non è mai troppo tardi” per innamorarsi. Il cuore può tornare a battere (non troppo, non si sa mai…), ridare uno slancio creduto ormai perduto, spingere a mettere a rischio tutto ciò che si è costruito…

Senior woman portraitE poi Lina: sospendo per un momento il giudizio su quel che sta facendo (o non facendo); lei, a differenza di me, ha vissuto questa infatuazione mettendo all’angolo eventuali vergogne, e creando qualche disagio in me. Si è data la libertà di provare questi sentimenti, senza ostentarli, ma alla fine un po’ imponendoli. Non se n’è accorta? Ha voluto sperimentare con me la sessualità senza pudori e senza giudizi, senza timore di esporre un corpo che dimostra i segni del tempo. E consapevole sia di cosa dà piacere e sia di come darlo all’altro. Ma con una persona che incontrava queste sollecitazioni per la prima volta, non era più opportuna utilizzare più delicatezza?

Penso che anche a 60 anni un rapporto che nasce porti con sé un carico di novità, anche batticuore e desiderio. E penso che questa età consenta un incontro più limpido, più consapevole. Ognuno sa ciò che può dare e cosa può realisticamente attendersi dall’altro. Dovrebbe essere un valore aggiunto, capace di traghettare il rapporto verso una serena stabilità più efficacemente e felicemente. Che cosa non lo ha consentito fra me e Lina?

Ho creduto di trovare nel rapporto con lei tutti gli ingredienti desiderabili: accettazione, complicità, affettività, sessualità. Bisogno di sentirsi amati e riconosciuti. Ho visto in questo rapporto un “approdo stabile”, un luogo dove “lasciar fuori” le preoccupazioni riguardo al futuro.

Io ho cercato di comunicarle in tutti i modi quanto seduttiva per me fosse la sua presenza, unica. Le ho dato tutto l’affetto di cui sono capace. Forse non è stato sufficiente. Perché?

Non potrò mai dimenticare la giornata al lago. Mi rammento di ogni momento, quando non c’erano parole fra me e lei, solo sguardi. Senza nessun disagio per quel silenzio, anzi. Chiuso ogni suono del mondo intorno e prossimo, sentivo in quel silenzio affiorare la dolcezza del suo affetto per me.

Credevo. Ma il cuore a questa età può ancora permettersi di ingannare?

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