LE RIFLESSIONI DI GINO, UNO DI NOI: “La novità” (23)

Pubblicato il 11 Agosto 2021 in Letture Ideas
umanitaria

Inizio la settimana con una lieta novità: ricevo una mail dalla Associazione Nestore che mi invita ad una “rimpatriata” con quelli del corso di cui qui ho raccontato. Una rimpatriata dove poter raccontare della propria strada intrapresa. Al momento mi è venuto in mente “Ricordi di scuola”, di Carlo Verdone, i compagni di classe che si ritrovano dopo molti anni  e l’esito è a dir poco tristissimo. Ma non era proprio il nostro caso. E poi la gioia di ritrovare quel gruppo con il quale si è condiviso pezzi importanti della propria vita…. insomma ho confermato la mia presenza.

Com’è andata?

Racchiudere tutto in un giudizio è irriguardoso. L’Associazione ci ha accolti con il calore e l’attenzione di sempre. Una saletta dell’Umanitaria dall’arredamento essenziale, un tavolino in un angolo con qualche bibita e qualche torta senz’altro preparate dalle signore che ci hanno accolto. Insomma in perfetto stile Nestore, la sobrietà innanzi tutto. Abbiamo ritrovato due dei docenti che hanno animato il corso, che si ricordavano perfettamente tutti i nostri nomi di battesimo. L’atmosfera era molto “calda”, tutti eravamo foderati di sorrisi, contenti di esserci. E c’erano tutti. Una sensazione personale di obiettivo centrato da parte della Associazione.

Il trainer ci invita a sederci. Si inizia. Una sua breve introduzione ci aiuta a “entrare” nello spirito giusto dell’incontro. Ritrovo ancora quel silenzio fecondo. Immagino che ognuno sarà chiamato a raccontarsi. Mi ero preparato. Ma il trainer ci spiazza: ci ripropone la stessa modalità usata nel primissimo incontro, ovvero quella di dividerci a coppie, intervistarci reciprocamente e poi farsi presentare dall’altro. Si formano le coppie, a caso. Accanto mi ritrovo Fausto, di cui ricordo molto poco. Gli chiedo se accetta, e così, partiamo. Vuole cominciare lui l’intervista. Gli parlo dei cambiamenti importanti che il pensionamento mi ha procurato, della gioia dell’arrivo di Lina, il mio angelo custode in carne ed ossa, della mia voglia di volontariato. Mi ascolta, prende appunti.

“Fausto, a questo punto io non ho altro da dirti. Ora scambiamo i ruoli?”.

“Si va bene, ora tocca a me”. Si fa pensieroso, assorto. Come se dovesse cercare le parole giuste. Non sembra aver bisogno delle mie domande.

“Gino, sono contento per i cambiamenti che hai incontrato e che mi hai raccontato. I tuoi 60 anni sono un vero giro di boa, la vita ha deciso di sorriderti. Il mio racconto purtroppo è un po’ diverso”.

“Che cosa intendi?”. E’ sempre più assorto. Mi avvicino a lui

“Fausto, se non vuoi parlarne….non sei obbligato. Se c’è qualcosa che ti impedisce in questo momento di condividere i tuoi pensieri, fermiamoci qui”.

amore“Non l’avevo detto durante il corso, mia moglie non stava bene, per niente bene. L’avevo tenuto nascosto perché speravo in un miglioramento, in un ridimensionamento”.

“E invece non è accaduto…”

“No Gino, no. Non è andata così, purtroppo”. Lo guardo. Gli occhi luccicano. Non dico nulla.

Entra il trainer. Appena il tempo di dire “quanto vi manca” che intercetta la commozione di Fausto ed il mio sguardo.

“Rientrate quando lo ritenete opportuno. Tra poco torno”.

Lo guardo ancora.

“Vuoi dirmi ancora qualcosa Fausto?”.

“E’ bello sentire accanto una persona che ti vuol bene, sai Gino? E secondo te accade anche quando non c’è più?”. Sono improvvisamente annegato nella mia vergogna.

“Mi spiace tanto Fausto, tanto”.

“Non potevi sapere, non hai da scusarti. Ma rispondi alla mia domanda”.

Entra il trainer, lo guardo e gli dico che arriveremo fra poco. Non potevo sottrarmi a quella domanda: Fausto è a un passo da un tracollo.

“Fausto, io ho conosciuto l’amore a 60 anni. E’ buffo, non credi? Ci ho messo 60 anni per prepararmi, e ho ancora tanto da imparare. Sai qual è stata la prima lezione? Ho capito che nell’amore l’io si fa noi. Tu sei tu, e contemporaneamente sei anche parte dell’altro, sei anche nell’altro come l’altro è in te. Penso che donarsi all’altro voglia dire anche questo, forse. Lei è presente ogni volta che parlo di lei. I suoi pensieri sono anche i miei pensieri. E viceversa. Lo so, questo è anche in lei. I miei occhi sono anche i suoi occhi. E’ una sensazione di solidarietà profonda, di condivisione profonda. Una certezza. Ed ogni incontro è fra noi occasione per nutrire questo legame profondo. Ma intuisco anche che questo legame ormai è oltre questo “contatto fisico”. C’è una intuizione di “eternità” in tutto questo. Qualcosa che è ormai al di là del tempo, non è soggetto alla sua corruzione.

Non so se questo che ti sto dicendo è accaduto anche a te. Io so che quando penso a Lina è come se fosse qui con me, con te. Non ho bisogno della dimensione del ricordo per parlare di lei. Mi sento oltre.

Fausto, l’amore per lei ti consente di averla qui con te, di averla con te in ogni momento, perché è dentro di te, e lei continua a parlarti. C’è qualcosa che non si interromperà mai. E’ l’amore Fausto, l’amore”.

Ho le mani sudate e tremanti. Il cuore batte. Le parole si sono portate via una emozione profonda. Hanno scandagliato a fondo la mia anima prima di uscire. Sono senza respiro. Guardo il soffitto. Sono senza pensieri. E guardo Fausto, è come di pietra.

“Fausto, dimmi qualcosa”.

“Gino, mi hai dato una speranza. Ma non è facile. Non è facile”.

“Fausto, il dolore per la perdita non apre alla speranza. Hai da scegliere fra dolore e speranza. Ma la tua domanda mi fa pensare che la speranza in te sia più forte. E’ l’amore per lei che ti aiuterà ad andare oltre il dolore. Ne sono convinto. E lei già ti sta aiutando, più di quanto possa credere”.

Si apre la porta: mancate soltanto voi. E’ il trainer.

“Fausto si alza, abbozza un sorriso: andiamo Gino. Hai ragione. Andare oltre. Almeno provarci”.

“Si, Fausto, e non sei solo, ricordalo. Non deluderla…”.

“Me ne ricorderò, me ne ricorderò”.

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